Il focus
01 Aprile 2024 - 09:14
L'esperienza di Djokovic dimostra come non solo le doti fisiche, ma anche l'allenamento mentale siano cruciali per raggiungere livelli sportivi d'eccellenza.
Cosa vuol dire essere un campione, o meglio, un numero uno? È solo questione di talento innato e allenamento incessante, o c'è qualcosa di più profondo, qualcosa che riguarda l'ascolto di sé? Prendiamo ad esempio la storia di Novak Djokovic.
IL CROLLO E LA SCOPERTA
Nel gennaio 2010, durante un incontro all’Australian Open, Novak Djokovic ha un crollo. Un senso di costrizione al petto, il corpo a pezzi, come se invece della racchetta reggesse in mano il martello di Thor. La sua energia sembrava svanire senza preavviso, le sue gambe sembravano di pietra e faticava a respirare. Nonostante l'allenamento estenuante, sia fisico che mentale, il corpo e la mente non sembravano rispondere. Questo crollo fu osservato in televisione dal dottor Igor Cetojevic, un nutrizionista serbo, che intuì che il problema di Djokovic poteva essere legato al cibo. Dopo un incontro con il campione e un semplice test con una fetta di pane, il dottor Cetojevic diagnosticò a Djokovic un'intolleranza al glutine, e in seguito ai latticini. Dopo aver cambiato alimentazione, a luglio 2011 Djokovic vinse Wimbledon e divenne numero 1 al mondo. Più veloce, più flessibile, forte e perfettamente concentrato, conquistò dieci titoli, tre tornei del Grande Slam con 43 vittorie consecutive.
IL CORPO E LA MENTE: UN'UNICA COSA
L'esperienza di Djokovic dimostra come non solo le doti fisiche, ma anche l'allenamento mentale siano cruciali per raggiungere livelli sportivi d'eccellenza. Un atleta deve misurarsi anche con infortuni, che d'un tratto potrebbero cambiare per sempre la consapevolezza e la possibilità del proprio corpo. Lo sport diventa un’identità, la modifica di un ruolo in quel contesto va a toccare l’identità stessa, che all’essere-umano sovrappone l’essere-atleta.
LA SCOPERTA DI SÉ: UN VIAGGIO NECESSARIO PER OGNI ATLETA
Novak Djokovic, come altri grandi campioni, affronta le stesse paure e incertezze di tutti, e un successo così duraturo non è certo frutto del caso o del mero talento innato. L'ascolto di sé, l’equilibrio della mente e l’alimentazione giusta sono fondamentali per la performance, non solo in campo sportivo, ma anche nella vita quotidiana.
CONCLUSIONI
La storia di Djokovic è un esempio di come l'attenzione a sé stessi, l'ascolto del proprio corpo e la cura dell'alimentazione possano fare la differenza, non solo per i grandi atleti al massimo livello di competizione, ma per tutti. La consapevolezza di sé, il superamento delle proprie disabilità e l'ottimizzazione delle proprie abilità sono le chiavi per l'espressione di ciascuno, che sia Wimbledon o la riunione in ufficio.
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