Il caso

Cronache ischitane: Ischia e i medici di base, breve storia triste

Rosaria Fortuna

22 Maggio 2025 - 14:49

La medicina del territorio rischia una Caporetto: 1,5 milioni di italiani non hanno il medico di base ed entro il 2027 sono previsti oltre 35mila pensionamenti

A Ischia i problemi sono molteplici e la loro risoluzione appare complicata, per via di quel mare che allontana e unisce la terraferma e che tutto sembra ingigantire. Eppure Ischia è parte della "Città Metropolitana di Napoli", da cui ha assorbito distorsioni e patologie, che si sommano alle sue e quindi in un certo senso molti dei suoi problemi, che sono comuni a quelli dell'intero Paese, non solo della Campania, sembrano avere difficile risoluzione.
La ragione?
Una certa resistenza a cercare di risolvere qualsivoglia situazione in maniera logica, perché l'anarchia, che è una componente caratteriale dell'isola stessa, è chiaramente parte integrante dell’isolano.
Tra trasporti difficili, problemi idrogeologici, inevitabili su un'isola vulcanica, difficoltà di trovare case in affitto, per chi vive e risiede sull’isola, la mancanza di medici di base è l'emergenza più importante, la meno considerata, eppure c'è una buona fetta di isolani priva del medico di base, circa quattromila, contravvenendo così ad un obbligo costituzionale che vuole la Sanità garantita a tutti i cittadini in Italia.
E allora perché a Ischia accade che questo diritto non sia garantito?
Se il dettato costituzionale sancisce il diritto alla salute, la realtà è altra, visto che oggi le strutture sanitarie, non solo a Ischia, in Campania, ma dappertutto in Italia, devono produrre utili, a fronte di una riduzione degli organici, della chiusura o del dimensionamento di molti ospedali, con la relativa mancanza di posti letto, e della difficoltà ad effettuare visite specialistiche in tempi rapidi e giusti per la risoluzione tempestiva dei problemi.
Insomma curarsi in Italia è complicato, a Ischia di più, proprio perché la mancanza di un medico di base, capace di seguire il proprio assistito in maniera scrupolosa e attenta, rende ancora più evidenti gli altri problemi.
La figura del medico di base è andata sempre più sgranandosi, finendo per assottigliarsi, in virtù di una perversione che ha reso il medico di base un semplice burocrate, un passa ricette, non più punto di raccordo tra il paziente, le malattie che lo riguardano e i successivi percorsi esplorativi e specialistici, nel caso di patologie più importanti, in pratica il medico di base non è più il perno o meglio la figura primaria del Sistema Sanitario Nazionale.
Questo fatto impedisce che i giovani medici scelgano di svolgere questa professione, preferendo specializzarsi nei campi più vari, per potere esercitare e avere delle maggiori gratificazioni sia professionali, sia economiche, proprio perché questo lavoro non è visto più come una missione, ma piuttosto come una fonte di reddito, possibilmente alto e che non tenga occupati oltre il dovuto, tutte cose che cozzano drammaticamente con la medicina di base, a Ischia più che altrove.
Eppure un medico di base ha la possibilità di migliorare il proprio percorso professionale, attraverso il quotidiano rapporto con i propri assistiti, che gli consente di risolvere, rapidamente, qualsiasi difficolta del paziente, in modo da intervenire al momento opportuno per poterlo indirizzare verso il meglio.
Praticare questa professione voleva/vuole dire entrare in una dimensione di familiarità, che non può essere gestita in maniera amministrativa o peggio ancora tagliando il medico all’assistito, a fronte di un cambio di residenza, sempre sull’isola e quindi reale e non fittizio, o a fronte del pensionamento del proprio medico.
Per completezza di narrazione e per renderla più facilmente comprensibile è bene scrivere quello che mi è accaduto con il medico di base.
A causa della cancellazione dal Registro degli abitanti residenti, effettuata dal Comune in cui risiedevo prima, su richiesta del vecchio proprietario che aveva un altro inquilino, e per essere stata in un'abitazione in cui ero ospitata e quindi non con un contratto registrato, ho perso il mio medico di base, medico che ha continuato a seguirmi, malgrado fossi diventata una homeless. (la difficoltà di trovare un alloggio con regolare contratto e la difficoltà di avere un medico di base sono una combinazione micidiale, che mette a dura prova chiunque, eppure non dovrebbe essere così).
Il “calvario” si è concluso e chiaramente avendo un medico di base che ha continuato a seguirmi, avrei voluto che continuasse a farlo, una volta che i miei diritti mi sono stati restituiti. Non è accaduto, mi è stato assegnato un medico che aveva manifestato la propria indisponibilità a seguirmi, quando avrei potuto sceglierlo in passato, dirottandomi da uno specialista.
Di fronte al mio rifiuto, logico, una volta scoperto chi fosse il medico che mi toccava d'ufficio, e cioè quello che in passato non mi aveva accettata perché non disponibile amministrativamente mi è stato detto:
“È l'unico medico che si è reso disponibile sull’isola, diversamente dovrà andare a Procida”.
È singolare che un medico di base indisponibile per i pazienti prima sia poi disponibile dopo, un fatto discutibile e scarsamente professionale, a parte la faciloneria e l’incostituzionalità con cui sono revocati i medici - non si può proprio dire che sia una sconosciuta o una persona irreperibile o che vada in giro sprovvista di documenti - è concepibile assegnare d'ufficio un medico ad un cittadino, quando questi manifestati ed argomenti, chiaramente, il proprio diniego?
No, non è possibile perché non esiste la possibilità di stabilire un patto di fiducia con il medico, e questo è assolutamente essenziale per la nascita e la sussistenza del rapporto stesso, da qui l'impossibilità di gestire questa situazione in maniera burocratica.
Come si risolve?
Prima di tutto servirebbe iniziare ad essere collaborativi, poi servirebbe comprendere che non è possibile a fronte di patologie conclamate revocare un medico di base, o pensare che la soluzione di qualsiasi problema sia solo legata all'inserimento di dati, non lo è, altrimenti servirebbe spiegare come mai ci sono alcuni medici che continuano a raccogliere i dati dei loro futuri pazienti e a consegnarli brevi manu.
Allora, come sempre in Italia, il problema è la mancanza di professionalità e la deresponsabilizzazione di chi è addetto a qualsiasi mansione, problemi, che vengono prima dei pensionamenti, dei pazienti senza assistenza, i più fragili, e dell'incapacità di capire che scegliere di fare i medici è una missione e una necessità, su un'isola di più, perché il mare divide e allontana e la morte qui è talmente a portata di mano da essere vera.
Ma più di tutto è mai possibile privare un cittadino dell'assistenza sanitaria, garantita dalla Costituzione perché lo dice il computer?

Ps: le soluzioni proposte per risolvere questa "faccenda" sono le seguenti, fermo restando che fino a quando il diritto alla sanità sarà disatteso in maniera così plateale perché incompreso, è assolutamente ininfluente che ci siano delle proposte, almeno è ciò che credo.


Soluzioni proposte:

Legge regionale per le isole minori:
Si chiede alla Regione Campania di riconoscere lo status di zona disagiata per le isole minori, come Ischia, e di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena fruizione dei servizi sanitari.

Osservatorio misto permanente:
Si chiede l'istituzione di un Osservatorio misto tra Regione, Direzioni Sanitarie, Sindaci e rappresentanti degli enti locali per affrontare le problematiche sanitarie delle isole.

Incentivi per attrarre personale:
Si propone di incentivare il personale sanitario a rimanere o a venire a lavorare sull'isola, offrendo condizioni economiche e contrattuali più vantaggiose.

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