Il ricordo

La parabola di "Pablito"

Paolo Rossi, 64 anni, e' scomparso nel cuore della scorsa notte. A batterlo un male incurabile in un anno che ha visto decine di grandi campioni volare in cielo uccisi dal Covid-19 o complicanze ad esso collegate.

Il Corriere Redazione

10 Dicembre 2020 - 12:12

La parabola di "Pablito"

Era il simbolo del calcio italiano della fine del secolo scorso. Era il giocatore di quell'indimenticata ed amatissima Nazionale, quella di Enzo Bearzot e del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, appassionato e commosso la sera dell'11 luglio del 1982 allo Stadio Santiago Bernabe'u di Madrid, campioni del mondo.

Dai primi passi nel calcio alle gioie indimenticabili regalate all'Italia intera in una estate, quella del 1982, che restera' per sempre nella memoria degli italiani. Paolo Rossi era il simbolo del Mundial di Spagna vinto e di quello che stava per diventare il Bel Paese. Parti' dal Santa Lucia di Prato, squadretta del paese in provincia di Firenze nel quale era nato il 23 settembre 1956, e da li' arrivo' fino al tetto del mondo nel luglio 1982, eroe del Mundial di Spagna: e' la parabola di Paolo Rossi, per sempre Pablito. Paolo Rossi mosse i primi passi da bambino, per approdare ad appena 15 anni alle giovanili della Juventus e poi subito in prima squadra. Ma la sua vera esplosione Rossi la visse con il Lanerossi Vicenza dal 1976 al 1978, mettendo in evidenza quelle qualita' che l'avrebbero portato nell'olimpo del calcio mondiale. Nella stagione 1977/78 realizzo' 24 reti chiudendo il campionato al secondo posto e guadagnandosi la convocazione di Enzo Bearzot al Mondiale del 1978 in Argentina. La consacrazione arrivo' negli anni '80 alla Juventus, con cui conquisto una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA, due Scudetti e una Coppa Italia, realizzando complessivamente 24 gol in 83 presenze. Ma i successi piu' belli sono legati alla Nazionale, che lo vide esordire nel dicembre del 1977 in un'amichevole con il Belgio. Dopo aver preso parte al Mondiale del 1978 in Argentina, dove realizzo' tre reti in un torneo chiuso dall'Italia al quarto posto, fu convocato per il Mundial del 1982 laureandosi capocannoniere con 6 gol e diventando uno dei principali artefici della vittoria. Affondo' il favoritissimo Brasile con una tripletta. In semifinale realizzo' le 2 reti che stesero la Polonia. Infine, l'11 luglio 1982 realizzo' la prima rete della finale vinta 3-1 contro la Germania. Per tutti divenne Pablito. In maglia azzurra ha realizzato 20 reti in 48 presenze e detiene con Roberto Baggio e Christian Vieri il record di gol segnati da un calciatore italiano ai Mondiali (9). Terzo italiano ad aggiudicarsi il Pallone d'Oro, nel 2016 e' entrato a far parte della 'Hall of Fame del Calcio Italiano'.

LA PARABOLA DI PABLITO

Per tutti era 'Pablito', il numero '20', l'artefice del trionfo del Mundial de Espana '82. Era il simbolo del calcio italiano della fine del secolo scorso. Era il giocatore di quell'indimenticata ed amatissima Nazionale, quella di Enzo Bearzot e del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, appassionato e commosso la sera dell'11 luglio del 1982 allo Stadio Santiago Bernabe'u di Madrid, campioni del mondo. Paolo Rossi, 64 anni, e' scomparso nel cuore della scorsa notte. A batterlo un male incurabile in un anno che ha visto decine di grandi campioni volare in cielo uccisi dal Covid-19 o complicanze ad esso collegate. In quel Mondiale di 38 anni fa, Rossi era stato "baciato dalla buona sorte" (come lui stesso diceva). Un Mondiale in crescendo quello dell'attaccante della Juventus, un Mondiale con l'Italia che arrivava dal quarto posto di quattro anni prima in Argentina battuta nella finale per il terzo posto dal Brasile. 

er gli azzurri il Mondiale del 1982 era iniziato nel migliore dei modi. Nel primo turno a Vigo per i ragazzi di Bearzot solo tre pareggi (Polonia, Peru' e Camerun) che comunque bastarono per il passaggio del turno. Al secondo turno l'Italia finisce in un girone impossibile, quello di Barcellona. Avversarie? Tutt'altro che abbordabili: da una parte l'Argentina campione del mondo in carica, dall'altra il Brasile delle grandi stelle. Il 29 giugno l'Italia compie la prima grande impresa battendo 2 a 1 La Albiceleste di Maradona e compagni. Trascinatori di quel successo prima Marco Tardelli e poi Antonio Cabrini prima di lasciare spazio al gol della bandiera del capitano dell'Argentina, Passarella. E' il 5 luglio del 1982 il giorno che Paolo Rossi divenne 'Pablito', il giorno del suo exploit firmando una meravigliosa tripletta, il giorno che segno' il Mondiale azzurro. Allo stadio Sarria' - abbattuto a fine anni '90 per costruire case residenziali - l'Italia sfida il Brasile dei marziani, dei grandi nomi, da Socrate a Zico, da Toninho Cerezo a Falcao. Sotto i colpi di 'Pablito' la Selecao conobbe uno dei suoi giorni piu' neri della sua storia: una sconfitta per 3 a 2 dall'Italia ed eliminazione dal Mondiale. La stampa carioca quella partita la ribattezzo', la 'tragedia del Sarria''. Dopo appena cinque minuti l'Italia e' gia' in vantaggio. Sulla fascia sinistra Antonio Cabrini crossa in area e trova puntualissima l'incornata di Rossi che batte il portiere Valdir Peres. Sette minuti dopo Socrates ristabilisce le distanze. Su un errore nello scambio Leonardo-Cerezo, Rossi ruba il pallone, scappia via e dal limite dell'area fa partite una fucilata imprendibile per Peres. L'Italia e' nuovamente in vantaggio. Il Brasile, pero', con i suoi fuoriclasse fa paura. Zoff dice 'no' due volte a Cerezo. Il pareggio dei sudamericani e' firmato Falcao su un 'impercettibile' (come ricorda Zoff) deviazione di Giuseppe Bergomi. Gli azzurri, in quel momento eliminati (un pareggio non sarebbe bastato), ci credono. Su calcio d'angolo di Bruno Conti, il pallone tra una serie di rimpalli finisce sui piedi di Tardelli che da fuori area tira e trova il piede di Rossi che spiazza da due passi il portiere avversario. Zoff compie un miracolo su un colpo di testa di Paulo Isidoro e blocca il pallone a pochi centimetri dalla linea di porta. I minuti finali sono al cardiopalma prima dell'esultanza per quella semifinale raggiunta, forse insperata all'inizio del Mundial. L'8 luglio sempre nella citta' famosa nel mondo per le opere dell'architetto catalano Antoni Gaudi', ma al Camp Nou, nella semifinale contro la Polonia e' ancora 'Pablito show'. A firmare il successo pe 2 a 0 e' ancora una volta Rossi che prima segna in mischia e poi raddoppia colpendo di testa su un cross di Bruno Conti. L'Italia vola in finale. L'atto conclusivo del Mundial '82 va di scena a Madrid, al Santiago Bernabe'u davanti a 90.000 spettatori. L'Italia affronta la Germania Ovest di capitan Karl-Heinz Rummenigge ma anche Littbarski e Stielike. Sulla tribuna d'onore ci sono il Capo dello Stato Pertini, il re Juan Carlos e la consorte, regina Sofia e il cancelliere tedesco Helmut Schmidt. L'arbitro e' il brasiliano Coelho. Il magico moment di Paolo Rossi prosegue anche in finale. Tutto accade nel secondo tempo. Il risultato e' sullo 0 a 0. Il vantaggio dell'Italia nasce da una punizione. Batte Tardelli, serve sulla fascia destra Gentile che mette al centro con un tiro basso che nella mischia di gambe trova 'Pablito' che in tuffo segna di testa imprendibili per il portiere Harald Schumacher. Una rete che accende il motore agli azzurri. Seguirono le prodezze di Tardelli e Altobelli: l'Italia e' campione del mondo, Paolo Rossi e' diventato planetario, un "mito" per tutti noi. 

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