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In Puglia Decaro celebra il primo "si" della "Fase 2": in Italia annullati 219.405 matrimoni

Il sindaco di Bari ha celebrato oggi il primo matrimonio con rito civile con le nuove regole anti Covid che consente la partecipazione di familiari e amici degli sposi: "Oggi torna il calore di famiglia e amici".

Il Corriere Redazione

30 Maggio 2020 - 14:01

In Puglia Decaro celebra il primo "si" della "Fase 2": in Italia annullati 219.405 matrimoni

La celebrazione delle nozze da parte di Decaro

Nel 2020 in Italia erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi che si dovevano dividere tra 7,3 miliardi circa per i matrimoni italiani e 2,7 miliardi per i matrimoni stranieri: le destinazioni più importanti del mondo per l'industria dei matrimoni sono la Campania, la Puglia, la Sicilia e la Toscana

"Oggi torna il calore di famiglia e amici". Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha celebrato oggi il primo matrimonio con rito civile con le nuove regole anti Covid che consente la partecipazione di familiari e amici degli sposi. Un matrimonio dove tutti indossano mascherine "e' particolare: normalmente in questi momenti di gioia - ha detto il sindaco - e' importante anche lo sguardo delle persone e il sorriso. Oggi riuscivamo a guardare solo lo sguardo e non l'espressione del viso, pero' questo e' il momento in cui dobbiamo imparare a convivere con il virus e mi ha fatto piacere poter ripristinare anche la familiarita' di questo rito che e' molto importante, perche' queste due persone oggi affrontano un percorso, un cammino, supportati dalla famiglia e dagli amici, ed e' stato importante che fossero presenti una parte della famiglia e una parte degli amici". Decaro ha ricordato che fino a due giorni fa, quando la partecipazione di persone diverse dagli sposi e dai testimoni era vietata per l'emergenza sanitaria, "gli sposi non hanno potuto condividere uno dei momenti piu' importanti della vita, un momento di felicita', lo hanno fatto da soli. Oggi ripristiniamo la familiarita' di questo rito civile"

Il settore del wedding italiano, è in ginocchio con il rischio di perdere, oltre a 10 miliardi di fatturato diretto, anche la leadership mondiale e un indotto che "vale almeno dieci volte tanto". E' il grido d'allarme lanciato dal presidente di Assoeventi, Michele Boccardi, nel corso di un'audizione alla commissione bilancio della Camera dei deputati sul decreto rilancio. Nel 2020, ha ricordato, erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi che si dovevano dividere tra 7,3 miliardi circa per i matrimoni italiani e 2,7 miliardi per i matrimoni stranieri. Quindi, ha sottolineato Boccardi, "i matrimoni di persone che vengono dall'estero e scelgono l'Italia per sposarsi rappresenta il 4,2% del totale dei matrimoni ma performava per il 30% del fatturato del settore". Un dato che si spiega col fatto che "il matrimonio dall'estero è un evento che dura in media 6 giorni generando un indotto di permanenza molto più alto sul turismo, gli alberghi e che genera un fatturato di almeno dieci volte tanto". Questo perché "l'Italia è leader mondiale per i matrimoni di fascia altissima, ci sono alcune regioni italiane che sono le destinazioni più importanti del mondo per l'industria dei matrimoni come la Campania, la Puglia, la Sicilia e la Toscana". Ma, denuncia Assoeventi, "con il lockdown le imprese sono a ricavi zero, gli eventi sono stati completamente annullati, non rinviati. Sono scappati via tutti quanti. I nostri wedding planner sono a reddito zero e a tutele zero. Così come i fotografi, il mondo dei service e tutto un indotto di professionisti che gira intorno a questo mondo". Gli occupati nel settore, ha ricordato ancora, sono circa 1 milione "e 700mila stagionali, quest'anno, non sono stati assunti da aprile come ogni anno". Sono lavoratori "che non hanno cig, non avranno i 5 mesi di Naspi e non hanno diritto ai 600 euro. Sono a reddito zero". Per Michele Boccardi "il rischio prospettico è la chiusura" e "il trasferimento dei matrimoni in altri paesi sia per la crisi economica che per la paura degli invitati a partecipare ad eventi in Italia". Senza considerare che l'organizzazione si fa su base semestrale o annuale e che "le regole per la riapertura ancora non ci sono". 

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