Il caso
11 Giugno 2024 - 14:31
Secondo le norme europee, gli europarlamentari godono di immunità che li protegge da arresti e restrizioni della libertà per tutta la durata del mandato, a meno che non vengano colti in flagranza di reato. Questo principio, sancito dall'articolo 9.2 del Protocollo sui privilegi e sulle immunità dell'Unione Europea, potrebbe garantire a Salis la sospensione del processo in corso e la liberazione immediata. Tuttavia, la procedura non è né semplice né automatica.
UN'ELEZIONE CHE CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA
Il 9 giugno scorso, le elezioni europee hanno portato una svolta inattesa per Ilaria Salis, l'insegnante italiana arrestata a febbraio 2023 in Ungheria con l'accusa di aver aggredito dei neonazisti durante una manifestazione di estrema destra a Budapest. Candidata con Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Salis ha ottenuto quasi 170mila preferenze, di cui 120mila nel Nord Ovest e 50mila nelle Isole, garantendosi con tutta probabilità un seggio al Parlamento Europeo. Tuttavia, la sua elezione non è solo una vittoria politica, ma anche una possibile via di fuga dalla detenzione domiciliare in Ungheria.
L'IMMUNITÀ PARLAMENTARE: UN'ANCORA DI SALVEZZA?
Secondo le norme europee, gli europarlamentari godono di immunità che li protegge da arresti e restrizioni della libertà per tutta la durata del mandato, a meno che non vengano colti in flagranza di reato. Questo principio, sancito dall'articolo 9.2 del Protocollo sui privilegi e sulle immunità dell'Unione Europea, potrebbe garantire a Salis la sospensione del processo in corso e la liberazione immediata. Tuttavia, la procedura non è né semplice né automatica.
LA PROCEDURA BUROCRATICA: UN LABIRINTO DI CARTE
Perché l'immunità diventi effettiva, l'elezione di Salis deve essere certificata ufficialmente. Il governo italiano potrebbe inviare un documento alle autorità ungheresi, ma non è chiaro se questo sarà sufficiente. In alternativa, bisognerà attendere la proclamazione ufficiale da parte del Parlamento Europeo, prevista qualche giorno prima del 16 luglio, quando il Parlamento rinnovato si riunirà per la prima plenaria. Solo allora, il giudice ungherese potrà emettere una sentenza per la concessione dell'immunità e bloccare il processo.
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI ITALIANE E UNGHERESI
Il padre di Ilaria, Roberto Salis, ha espresso la speranza che le istituzioni italiane agiscano con prontezza e autorevolezza. "Ilaria bisogna portarla a casa," ha dichiarato, sottolineando l'urgenza di inviare una lettera ufficiale che attesti l'elezione della figlia. Tuttavia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che bisognerà attendere la proclamazione ufficiale. Nel frattempo, il giudice ungherese ha già contattato il Ministero degli Esteri ungherese, segnalando la necessità di un documento formale per procedere.
LE REAZIONI POLITICHE: UN CAMPO DI BATTAGLIA IDEOLOGICO
La candidatura di Ilaria Salis ha suscitato reazioni contrastanti. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito la sua elezione "qualcosa che non appartiene alla democrazia". Dall'altra parte, la capogruppo di AVS alla Camera, Luana Zanella, ha replicato: "La nostra scelta è stata fatta per salvare la democrazia, non contro. Se ne faccia una ragione!" Anche Nicola Fratoianni ha difeso la decisione degli elettori, affermando che "le cittadine e i cittadini di questo paese hanno ritenuto giusto ed utile mandare Ilaria all'europarlamento".
UN FUTURO INCERTO MA PROMETTENTE
Il prossimo 16 luglio, Ilaria Salis dovrà essere a Strasburgo per la prima seduta del Parlamento Europeo, che coinciderà con l'inizio del semestre della presidenza ungherese del Consiglio dell'UE. La famiglia Salis non si aspetta grosse sorprese da Budapest e considera improbabile un ricorso al Parlamento Europeo per la revoca dell'immunità. Tuttavia, le polemiche non sembrano destinate a placarsi, e la vicenda di Ilaria Salis continuerà a essere un simbolo della complessa interazione tra giustizia, politica e diritti umani in Europa.
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