Il caso
16 Marzo 2024 - 14:59
«Crediamo fermamente di non avere tolto a nessuno il diritto di parola: Maurizio Molinari è il direttore de la Repubblica, che tutti i giorni trova ampio spazio per omettere, tagliare e ricucire le informazioni e persino diffondere fake news sul genocidio in Palestina. L'indisposizione all'ascolto e al dialogo sono state dimostrate da Molinari e Lorito, rettore della Federico II, che hanno deciso di non presentarsi all'iniziativa, né di mostrarsi a noi per ascoltare le motivazioni del nostro dissenso»
"Al Presidente Mattarella è stata riportata una verità di parte. Crediamo fermamente di non avere tolto a nessuno il diritto di parola: Maurizio Molinari è il direttore de la Repubblica, che tutti i giorni trova ampio spazio per omettere, tagliare e ricucire le informazioni e persino diffondere fake news sul genocidio in Palestina. L'indisposizione all'ascolto e al dialogo sono state dimostrate da Molinari e Lorito, rettore della Federico II, che hanno deciso di non presentarsi all'iniziativa, né di mostrarsi a noi per ascoltare le motivazioni del nostro dissenso. Chi viene all'Università non può pretendere un pubblico ammaestrato all'applauso. Denunciare l'omertà mediatica sul genocidio in corso è per noi un dovere morale". E' quanto si legge in una nota diffusa dalla "Rete studentesca per la Palestina" in merito a quanto avvenuto ieri nell'aula magna "Leopoldo Massimilla" della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, all'Università degli Studi di Napoli Federico II. "Avremmo voluto sapere di più sul diritto di espressione, da parte di Maurizio Molinari rispetto alle dimissioni di Raffaele Oriani, giornalista de La Repubblica, che ha deciso di lasciare il quotidiano, denunciando la complicità del giornale con il genocidio in Palestina, non solo tramite la narrazione dichiaratamente filosionista e l'assenza delle voci palestinesi, ma anche tramite accordi politici" prosegue il comunicato degli studenti, aggiungendo che "avremmo voluto sapere di più sulla censura a Ghali e il trattamento a Zerocalcare che ha indignato anche il Cdr del giornale". "Quelli a cui è tolto spazio siamo noi - chiosano gli attivisti - ricevendo al posto del dialogo democratico (tanto evocato dal direttore al quale ci sarebbe da chiedere come mai sul suo giornale vieti sistematicamente la presa di parola a favore del popolo palestinese) schiaffi, calci, spintoni da parte della Digos, nei nostri luoghi di formazione". "Il messaggio che abbiamo mandato è chiaro: vogliamo un sapere libero, fuori dalle dinamiche di propaganda bellica e di cooperazione col progetto sionista di occupazione e pulizia etnica in Palestina" aggiungono, concludendo "siamo al fianco del popolo palestinese e continueremo ad opporci a chiunque provi a togliere legittimità alla sua esistenza e resistenza".
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