Il focus
10 Marzo 2024 - 11:24
Si raccomandava alle donne di non portare il rossetto in cabina elettorale, per evitare di invalidare il loro voto lasciando un segno di riconoscimento sulla scheda. Già nel 1946, le prime donne furono elette in diverse amministrazioni, tra cui due sindache. Nell'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946, che aveva il compito di redigere la nostra attuale Costituzione, confluirono ben 22 donne, tra cui Nilde Iotti e Lina Merlin.
Iniziare a parlare del diritto di voto delle donne in Italia è come aprire una finestra sul passato, un passato recente, eppure così distante. Il 10 marzo del 1946 segna un punto di svolta cruciale: per la prima volta, le donne italiane esercitano il loro diritto di voto, un diritto conquistato a caro prezzo.
LA BATTAGLIA PER IL DIRITTO DI VOTO
La data del 10 marzo 1946 è il risultato di secoli di lotte che si sono intensificate soprattutto durante la seconda guerra mondiale. In quel periodo, infatti, le donne hanno avuto un ruolo determinante nelle scelte politiche del paese, come dimostra il fenomeno della Resistenza. Le donne, infatti, hanno lottato fianco a fianco con gli uomini, dimostrando un coraggio e una determinazione che hanno contribuito a cambiare il corso della storia del nostro paese.
IL PRIMO VOTO E IL RUOLO DELLE DONNE NELLA POLITICA
Le prime elezioni in cui le donne furono chiamate a votare furono le elezioni amministrative, seguite da quelle politiche, il famoso referendum istituzionale monarchia-repubblica del 2 giugno 1946. Già nel 1946, le prime donne furono elette in diverse amministrazioni, tra cui due sindache. Nell'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946, che aveva il compito di redigere la nostra attuale Costituzione, confluirono ben 22 donne, tra cui Nilde Iotti e Lina Merlin.
IL VOTO FEMMINILE NEL CONTESTO INTERNAZIONALE
La lotta per il diritto di voto delle donne non è stata solo una questione italiana. La Finlandia è stata il primo paese a estendere il diritto di voto e l'eleggibilità alle donne nel 1907. La Nuova Zelanda aveva già intrapreso questa strada nel 1893, ma non era ancora uno stato indipendente, bensì una colonia britannica. L'ultimo paese ad estendere questo diritto è stato l'Arabia Saudita nel 2015.
IL ROSSETTO E IL VOTO
Una curiosità storica riguarda un avviso pubblicato il 2 giugno 1946 dal Corriere della Sera. Si raccomandava alle donne di non portare il rossetto in cabina elettorale, per evitare di invalidare il loro voto lasciando un segno di riconoscimento sulla scheda. Un avvertimento che suona quasi come un monito: la conquista del diritto di voto è stata dura, non lasciate che venga annullata per una distrazione! Dopo 78 anni, la strada percorsa dalle donne italiane è stata lunga e ricca di sfide. Ma la lotta per l'uguaglianza di genere non è ancora finita. La giornata del 10 marzo ci ricorda quanto sia importante continuare a lottare per i diritti delle donne, in Italia e nel mondo.
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