Verso il voto
12 Agosto 2022 - 20:37
Lo psichiatra Luigi Cancrini
"Dal punto di vista psicologico esiste una forte analogia tra l'essere tifosi di una squadra di calcio e tifosi di un partito: il senso di appartenenza. Le persone si schierano nel voto più di pancia che non sulla base di un ragionamento articolato e complesso. Si identificano con qualcosa che in loro sollecita emozioni", dice Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica
Una campagna elettorale deja vu, quasi vintage. Dalla contrapposizione del centrosinistra - a bordo di un bus che sembra proprio quello di Prodi - a Silvio Berlusconi - che torna con tanto di messaggio agli italiani - e come se non bastassero gli anni '90, si va ancora piu' indietro, alla nostalgia per i simboli del passato, dallo scudo crociato alla fiamma tricolore, alla falce e martello. Altro che Pnrr, il passato in politica sembra avere un potere ammaliante. "C'è nostalgia di una stagione in cui si facevano delle scelte. Allora ci si sentiva da una parte o dall'altra in modo più chiaro", dice Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica, con una breve esperienza parlamentare proprio negli anni dell'Ulivo. "Oggi per far vedere la differenza tra i partiti mi serve il simbolo che mi riporta a una stagione, a un'appartenenza culturale, e mi permette di chiarire io chi sono rispetto agli altri. Il ritorno al passato- spiega lo psichiatra- permette ai partiti di rafforzare la propria identità". C'è un pensiero semplice alla base di questa strategia, secondo Cancrini: "Dal punto di vista psicologico esiste una forte analogia tra l'essere tifosi di una squadra di calcio e tifosi di un partito: il senso di appartenenza. Le persone si schierano nel voto più di pancia che non sulla base di un ragionamento articolato e complesso. Si identificano con qualcosa che in loro sollecita emozioni. Per Meloni è impossibile rinunciare alla fiamma tricolore, il simbolo di Almirante, un richiamo esplicito al passato fascista. È un dato di fatto- continua Cancrini- chi fa politica porta la gente a votare basandosi su un movimento affettivo più che su un ragionamento".
Per Cancrini "i partiti politici attuali più che differenziarsi per contenuti, si differenziano per la scelta di uomini di cui ci si può o meno fidare. Perché la politica del talk show è difficile da decifrare, sono duelli oratori in cui i politici si lanciano slogan più che discorsi. Spesso chi ha occasione di apparire in tv parla più degli avversari che di sé, parla più della paura degli altri- spiega Cancrini- perché non avendo molto da dire, si cerca di utilizzare l'arma della denigrazione dell'avversario". Meglio ritornare a Prodi. "Il professore parlava poco dell'avversario politico e più delle cose che voleva fare". Letta però dovrebbe fare attenzione: "In Prodi c'era la forza dell'intellettuale ma la debolezza delle passioni che riusciva a suscitare". Vincente l'idea di incontrare le persone faccia a faccia. "Difficile farlo 'casa per casa', come diceva Berlinguer- conclude Cancrini- ma vale la pena andare nelle piazze, incontrare le persone e rispondere alle loro domande". (Rac/ Dire)
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