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Il Senato, Fratelli d'Italia compresi, dice si alla missione di guerra di Draghi in Ucraina

L a risoluzione unitaria, condivisa anche da Fratelli d'Italia, passa a larga maggioranza: 244 si', 13 no e 3 astenuti. Tra i contrari c'e' anche il senatore di M5s Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri, che gia' nei giorni scorsi aveva manifestato la sua contrarieta' al documento.

Il Corriere Redazione

01 Marzo 2022 - 17:12

Il Senato, Fratelli d'Italia compresi, dice si alla missione di guerra di Draghi in Ucraina

Le armi che l'Italia dovrebbe mandare in Ucraina sarebbero sistemi anticarro e antiaereo, mitragliatrici leggere e pesanti e mortai.  Il numero degli anticarro e degli 'Stinger' dovrebbe essere nell'ordine delle centinaia. Migliaia dovrebbero essere invece le mitragliatrici pesanti Browning o le piu' leggere Mg pronte a finire nelle mani di militari e patrioti ucraini. Leggi tutto

Piena condivisione del Senato all'azione del governo. La guerra in Ucraina va fermata, la democrazia e la liberta' riaffermate. Le comunicazioni del presidente del Consiglio sugli sviluppi del conflitto scatenato dalla Russia, vengono sottolineate da molti applausi dei senatori e gli interventi che seguono il discorso di Mario Draghi sono tutti contro le decisioni prese da Putin. L a risoluzione unitaria, condivisa anche da Fratelli d'Italia, passa a larga maggioranza: 244 si', 13 no e 3 astenuti. Tra i contrari c'e' anche il senatore di M5s Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri, che gia' nei giorni scorsi aveva manifestato la sua contrarieta' al documento. Un voto, quello del parlamentare grillino, che ha scatenato la reazione di Forza Italia, di Italia viva e del Partito democratico ma che non dovrebbe provocare sanzioni da parte del Movimento, che con la capogruppo Mariolina Castellone ribadisce il pieno sostegno all'esecutivo e chiede un impegno a oltranza "per riannodare il dialogo, per arrivare a una tregua umanitaria e a un cessate il fuoco che apra la via a un negoziato" perche', sottolinea, oggi "e' il momento di lavorare per costruire la pace".

Anche per Matteo Salvini questo e' "il tempo del dialogo e della diplomazia perche' purtroppo la storia insegna che se alle bombe si risponde con le bombe va a finire male". Il leader della Lega apre le porte ai rifugiati ed esprime dubbi sull'invio di armi agli ucraini. "Non faccio il generale, lascio valutare loro", puntualizza pero' prima di citare il Papa: "Credo nella via indicata dal Santo Padre che ha chiesto una giornata di preghiera e digiuno". Dal Partito democratico Roberta Pinotti, presidente della commissione Difesa, ricorda che quella della Russia contro l'Ucraina "e' una guerra portata da uno Stato sovrano contro un altro Stato sovrano, e' un attacco al cuore dell'Europa, ai valori nei quali si riconosce". Per questo, spiega, "ora e' fondamentale concretizzare una difesa comune, un pilastro per far sentire la voce dei valori sui quali si fonda l'unione dei popoli europei. La storia ci impone di dare delle risposte chiare e forti". La scelta dell'Italia, afferma inoltre Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, "e' una scelta di civilta' che ci impegniamo a sostenere" per "spegnere una guerra che sta ardendo nel cuore dell'Europa. Difendere il popolo ucraino - aggiunge - e' difendere le nostre case, la nostra Patria, il nostro mondo. Non possiamo rimanere indifferenti quando vengono rotti gli schemi della democrazia". Alla maggioranza si e' unita anche Fratelli d'Italia. "Dobbiamo essere pronti ad adottare sanzioni, che pure costituiranno un danno per noi, le nostre famiglie e la nostra Nazione, sapendo che il Governo - gliene diamo mandato - fara' in modo che siano sempre eque e non ricadranno su una Nazione piu' che su un'altra", dice Ignazio La Russa esprimendo il voto favorevole del gruppo alla risoluzione. "Nulla come le difficiolta', le crisi e le tragedie puo' avere come conseguenza il rinsaldarsi delle radici di un popolo e di popoli che hanno radici comuni. I fatti di questi giorni rinsaldano questa consapevolezza e ci spingiamo a dire che oggi siamo tutti ucraini", conclude.

Anche Piu' Europa, componente del gruppo Misto, appoggia l'azione del governo. Emma Bonino riprende le parole pronunciate da Draghi e invita al realismo: "Bene ha fatto il presidente a dire che l'Italia avra' dei costi da pagare. Ricordiamolo nel futuro - ribadisce - per evitare che tra tre mesi inizino dei distinguo. Abbiamo la responsabilita' di preparare l'opinione pubblica in modo che resti coesa al fianco delle iniziative che state prendendo. Non sara' facile ma dobbiamo essere pronti a questo, anche per essere credibili nei confronti dei nostri alleati", dice ancora. Oltre a quella bipartisan, al Senato sono state presentate altre quattro risoluzioni da parte di diverse componenti del gruppo Misto, da Sinistra italiana a Italexit di Gianluigi Paragone. Chiedevano di non inviare armi agli ucraini in guerra e di favorire il dialogo tra le parti. Sono state tutte respinte dall'Aula.

A quanto trapela, le armi che l'Italia dovrebbe mandare in Ucraina sarebbero sistemi anticarro e antiaereo, mitragliatrici leggere e pesanti e mortai. Si tratta di strumenti, secondo gli esperti militari, particolarmente utili proprio in un contesto di conflitto 'urbano' e di resistenza, dove e' necessario avere a disposizione armi di facile trasporto e utilizzo. E' il caso per esempio dei missili anticarro o degli 'Stinger' antiaerei a infrarossi: sono maneggevoli, entrano nel bagagliaio di un'auto e soprattutto non sono molto difficili da usare. Anche un civile, con un addestramento ragionevole, puo' imparare a utilizzarli con efficacia. Il numero degli anticarro e degli 'Stinger' dovrebbe essere nell'ordine delle centinaia. Migliaia dovrebbero essere invece le mitragliatrici pesanti Browning o le piu' leggere Mg pronte a finire nelle mani di militari e patrioti ucraini.

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