Il fatto politico

La linea dura di Conte sulla manovra di Draghi preoccupa i 5 Stelle

Prima l'attacco al Pd e alla proposta del tavolo lanciata da Letta, poi la reazione choc alle nomine Rai e ora la minaccia di mettere il M5s di traverso sulla manovra.

Il Corriere Redazione

20 Novembre 2021 - 23:15

La linea dura di Conte sulla manovra di Draghi preoccupa i 5 Stelle

Sia alla Camera sia al Senato ci sono drappelli di parlamentari, anche "contiani", a dir poco "terrorizzati" dalla prospettiva di uno show down nella maggioranza, di una corsa pazza verso lo scollamento delle alleanze che potrebbe avere come unico sbocco le elezioni anticipate.

Prima l'attacco al Pd e alla proposta del tavolo lanciata da Letta, poi la reazione choc alle nomine Rai e ora la minaccia di mettere il M5s di traverso sulla manovra. La nuova "linea dura" di Giuseppe Conte, per mesi accusato di essere "succube" del Pd e del governo Draghi, non convince le truppe pentastellate. di piu'. Sia alla Camera sia al Senato ci sono drappelli di parlamentari, anche "contiani", a dir poco "terrorizzati" dalla prospettiva di uno show down nella maggioranza, di una corsa pazza verso lo scollamento delle alleanze che potrebbe avere come unico sbocco le elezioni anticipate. I racconti dei parlamentari 5 Stelle parlano infatti di un gruppo "spiazzato" dalle recenti mosse della dirigenza: c'e' malumore per il "pasticcio" sulla Rai e la sorpresa di quanti sono venuti solo in un secondo momento a sapere del ruolo che avrebbe avuto Mario Turco nella vicenda delle nomine. Ma soprattutto c'e' sconcerto per la linea dura assunta di recente nei confronti del Pd, e per la reazione, prima, alla proposta del tavolo sulla manovra e, poi, sulla questione del relatore alla legge di bilancio. Le parole di fuoco che avrebbe espresso il ministro Stefano Patuanelli in occasione della riunione di giovedi' al Senato, dopo lo strappo di Iv sul dl capienze, con una ventina di senatori hanno infatti lasciato di stucco i presenti: il ministro avrebbe prospettato l'idea di far presentare al M5s migliaia di emendamenti con il rischio di sforare nell'esercizio provvisorio. Una eventualita' che non avrebbe convinto i senatori, decisi al contrario che la priorita' in questo momento sia l'esatto opposto: portare a casa la manovra. Obiettivo prioritario che potrebbe smontare anche il proposito combattivo sulla questione della nomina dei relatori alla legge di bilancio: il Pd ha proposto di eleggerne due, uno di centrodestra e uno di centrosinistra ed ha proposto Vasco Errani per l'area progressista. Ma i 5 Stelle non ci stanno. La "minaccia" di far esercitare al Presidente di Commissione, il 5 Stelle Daniele Pesco, la sua "prerogativa" di nomina del relatore sembra aver fatto pochi proseliti. "Noi proponiamo il coinvolgimento di tutti, con tre relatori,di cui uno del M5s. Tutte le altre polemiche sono strumentali" prova a smorzare un senatore. In questo bailamme Giuseppe Conte punta dritto ad un chiarimento con il premier Draghi: sarebbe "opportuno" dice intervistato dal Fatto Quotidiano. In molti, pero', temono che Conte, esasperato dalla litigiosita' dei gruppi eletti, sia sempre piu' convinto della soluzione delle urne. Nelle dichiarazioni il Presidente M5s tende a tranquillizzare, spiegando che gli serve tempo per riorganizzare il Movimento. Compito, annuncia il leader M5s nell'intervista, che la prossima settimana vedra' un nuovo step: quello del voto sulla segreteria designata. A sospettare questa sua intenzione sul voto e' anche Alessandro di Battista: "qualora Draghi andasse al Colle qualcuno, anche nel M5s, potrebbe pensare di sostituirlo. Credo che oggi la possibilita' di andare al voto ad aprile sia molto alta" dice in occasione di una nuova tappa del suo tour. La possibilita' che sia lui a contendergli i voti dei 5 stelle delusi e' ancora aperta: "decidero' nei prossimi mesi" ha ribadito. Sempre che la battaglia interna per la leadership dei 5 stelle non abbia nel frattempo rafforzato Luigi di Maio. (ANSA).

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