Il caso politico

Inchiesta Open, Renzi attacca i magistrati: «Chi decide la politica è il Parlamento»

L'arringa difensiva di Matteo Renzi, avvocato di se stesso sul palco di Leopolda 11, durata un'ora, poggia su una tesi fondamentale: : "La sostanza di Open e' che organizzava la Leopolda", ha detto, e Open era una fondazione, non un partito.

Il Corriere Redazione

20 Novembre 2021 - 22:41

Inchiesta Open, Renzi attacca i magistrati: «Chi decide la politica è il Parlamento»

Un "processo kafkiano" e uno "sputtanamento mediatico", per il quale "andro' in sede penale a difendermi" e "chiedero' di parlare a tutte le udienze", perche' "chi decide che cos'e' politica e che cosa non e', nei Paesi democratici, lo decide il Parlamento", e non i magistrati.

Un "processo kafkiano" e uno "sputtanamento mediatico", per il quale "andro' in sede penale a difendermi" e "chiedero' di parlare a tutte le udienze", perche' "chi decide che cos'e' politica e che cosa non e', nei Paesi democratici, lo decide il Parlamento", e non i magistrati. L'arringa difensiva di Matteo Renzi, avvocato di se stesso sul palco di Leopolda 11, durata un'ora, poggia su una tesi fondamentale: "La sostanza di Open e' che organizzava la Leopolda", ha detto, e Open era una fondazione, non un partito. "Sono assolutamente certo di non aver mai violato la legge, meno che meno quella sul finanziamento alla politica; quello che penso dell'inchiesta e' che probabilmente alcuni investigatori hanno violato la Carta Costituzionale. Due anni fa hanno fatto una retata modello mafia andando a prendere telefoni di persone non indagate, penso che sia una cosa molto grave". E poi rincara: "Hanno sbagliato Matteo, Matteo Messina Denaro lo hanno cercato con meno persone di Matteo Renzi". Non solo: secondo Renzi i capi della corrente renziana del Pd erano Lorenzo Guerini e Paolo Gentiloni, ed entrambi "non avevano alcun rapporto economico con Open". I pm di Firenze titolari dell'inchiesta Open, per il leader di Italia Viva, hanno tenuto "un atteggiamento populista", perche' "siccome non hanno trovato niente hanno fatto la pesca a strascico, che e' un atto gravissimo. Non basta invadere il terreno della politica, ma serve anche una invasione di campo nella sfera personale, quindi i pm fiorentini vanno a prendere telefonini e computer a 40 non indagati, ma che hanno dato soldi alla Leopolda". L'accusa di finanziamento illecito, ha aggiunto Renzi, "fa venire in mente che ci siano soldi non regolarmente denunciati, presi violando le regole, ma poi si scopre che quei soldi sono tutti tracciati e bonificati", e forse "i magistrati pensano che le correnti funzionino come in magistratura", ma "se volete capire come funziona la politica - ha detto, rivolto ai pm - dovete candidarvi e stare dentro un partito che sta in Parlamento, non andare a prendere i telefonini di chi sta totalmente fuori da questa vicenda". Davanti a una platea di piu' di mille simpatizzanti, Renzi non ha risparmiato nemmeno gli avversari politici di sempre sul tema dei finanziamenti: "Sono pronto al confronto con Bersani" che "ha ricevuto soldi dai Riva", cosi' come "con i 5 Stelle e i rapporti con il Venezuela",.E non manca la stoccata al Pd, "il partito un po' piu' renitente" a dare solidarieta', con l'eccezione della vicesegretaria Irene Tinagli. (ANSA).

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