La storia

Talarico, il calabrese che tiene stretto il G20 con le cravatte

La presidenza del consiglio dei ministri ha scelto come doni istituzionali ai grandi della terra le creazioni degli artigiani Maurizio e Tiziano Talarico. I doni prevedono cravatte sartoriali e foulard, le prime realizzate con seta italiana pregiata in twill, fatte a mano

Il Corriere Redazione

30 Ottobre 2021 - 22:02

Talarico, il calabrese che tiene stretto il G20 con le cravatte

Partito da Catanzaro con la passione per le cravatte, Maurizio Talarico è diventato uno dei marchi più prestigiosi e ricercati del mondo. I suoi modelli sono amati da leader e divi.  «Una cravatta ben annodata è il primo passo serio della vita» diceva Oscar Wilde, di questa massima, l’imprenditore calabrese ne ha fatto tesoro al punto da crearne un business. 

Le cravatte Talarico, una delle eccellenze del made in Italy, al prossimo G20 che si svolgerà a Roma: la presidenza del consiglio dei ministri, con la delegazione per la presidenza italiana del G7, ha scelto come doni istituzionali, per gli eventi di sabato e domenica, le creazioni degli artigiani Maurizio e Tiziano Talarico. Come fa sapere Talarico Cravatte, "Maurizio Talarico, fondatore della prestigiosa casa di moda, e Tiziano Talarico, figlio e amministratore dell'azienda, ringraziano la presidenza del consiglio dei ministri per aver scelto la loro azienda come simbolo di eccellenza per i cadeaux ai partecipanti del G20". Per gli artigiani Talarico non è una novità essere protagonisti con i loro prodotti ad eventi internazionali. Tra i vari appuntamenti sono stati interpreti con le loro creazioni nel 2014 al vertice della presidenza italiana del consiglio dell'Unione Europea fino ad arrivare al G7 di Taormina nel 2017. Più recentemente hanno inoltre fornito i cadeaux alla presidenza del consiglio dei ministri per il G7 svoltosi in Inghilterra a giugno del 2021 ed ottobre 2021 per l'Expo, sempre in qualità di doni istituzionali. I doni prevedono cravatte sartoriali e foulard, le prime realizzate con seta italiana pregiata in twill, fatte a mano, con la ormai famosa cucitura a forma di "X" simbolo della maison che certifica l'artigianalità dei prodotti. Le confezioni sono personalizzate con il logo del G20. "La Talarico Cravatte è fornitore di molti Capi di Stato e di personalità simbolo del buon gusto che ogni giorno scelgono un'azienda in continua espansione ed indossano cravatte e foulard come simbolo di eleganza e di stile tutto italiano, creati con materie prime italiane", fa sapere la stessa azienda made in Italy.

LA STORIA

Cossiga la sua cravatta la preferiva Regimental. Ma a modo suo. Le righe dovevano correre per tutta la seta: dal retro al davanti e in linee continue perfettamente combacianti. Così Maurizio Talarico non solo l’ha accontentato ma ha creato una cravatta che porta il suo nome, il “modello Cossiga”. È una storia, una delle tante che l’imprenditore calabrese, conserva con cura. Da lui sono passati tutti: capi di Stato, attori, manager, facoltosi arabi. Renzi, Berlusconi, Cristian De Sica e Bruno Vespa e poi presidenti della Repubblica come Napolitano e Mattarella. Le sue cravatte non sono solo un marchio ma uno status symbol. La storia di Maurizio Talarico è una bella storia da raccontare, costruita con tenacia, e parte dal Sud, da Catanzaro, per arrivare al mondo. Un successo costruito grazie a un’idea di moda rigorosamente artigianale che parte da lontano e nasce dalle mani e non dagli stantuffi industriali. L’arte dei sarti contro l’industria dell’omologazione. Pezzi quasi unici che danno a chi li indossa la sensazione di essere speciale. 

Nel laboratorio sartoriale di Talarico nove artigiani lavorano per creare ogni giorno un prodotto prezioso. «Ho creato e brevettato la cucitura a “X” che rappresenta le mie cravatte confezionate esclusivamente a mano – spiega l’imprenditore calabrese -. La qualità è il mio diktat, e credo che il mercato premi questi standard». Sul suo sito online, come un album di ricordi, scorrono le frasi di apprezzamento dei suoi clienti più importanti: da Berlusconi a Romano Prodi, dal re dei paparazzi Rino Barillari all’ex presidente degli Stati Uniti George Bush. «Una cravatta ben annodata è il primo passo serio della vita» diceva Oscar Wilde, di questa massima, l’imprenditore calabrese ne ha fatto tesoro al punto da crearne un business. Vanità, eleganza, stile, vezzo o tradizione, la cravatta è l’accessorio maschile per eccellenza, il classico che non tramonta, l’elemento che separa il casual dall’occasione di una vita. «Non esiste una vera e propria regola nell’indossarla, questo perché ognuno la interpreta a suo piacimento. Io la preferisco a pois o a tinta unita, l’avvocato Agnelli, invece, la indossava in cashmire a metà pancia col codino che spuntava fuori. È la personalità di chi la indossa che fa la differenza». Per il circolo italiano “James Bond” Talarico ha replicato alla perfezione la cravatta dell’agente segreto 007 in “Goldfinger” ribattezzata per l’occasione, appunto “Goldfinger tie”. Il suo modello top è la settepieghe: un metro di seta piegato ad arte con precisione matematica. In seta o vicuna, con fili d’oro per le limited edition o in cashmire, annodate lente o strette, a fantasia o rigorosamente a tinta unita, a ciascuno spetta il suo. «È un elemento che affascina, il simbolo dell’eleganza maschile, rappresenta un po’ un giro di boa: il passaggio dall’essere bambini ad adulti che dura il tempo di un nodo».

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