La cavalcata delle riforme

Avanti Draghi a colpi di fiducia, il Parlamento oramai è ai suoi piedi

Due già archiviate, tra pomeriggio e sera, sul secondo decreto relativo all'estensione dell'obbligo del green pass (413 i si) e sulla riforma del processo civile (201 voti favorevoli e 30 contrari)

Il Corriere Redazione

21 Settembre 2021 - 21:07

Avanti Draghi a colpi di fiducia, il Parlamento oramai è ai suoi piedi

Testi 'blindati' e raffica di fiducie in Parlamento. Il governo spinge sull'acceleratore per incassare il via libera alle nuove norme sul Green pass e, soprattutto, per mettere in sicurezza le riforme del processo penale e del processo civile, legate alle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Testi 'blindati' e raffica di fiducie in Parlamento. Il governo spinge sull'acceleratore per incassare il via libera alle nuove norme sul Green pass e, soprattutto, per mettere in sicurezza le riforme del processo penale e del processo civile, legate alle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. E cosi', nel giro di tre giorni Camera e Senato saranno impegnati in un tour de force per votare cinque diverse fiducie: una gia' archiviata nel pomeriggio a Montecitorio (413 i si'), sul secondo decreto relativo all'estensione dell'obbligo della certificazione verde nelle scuole e per i trasporti a lunga percorrenza, nel quale sono confluite anche le norme del terzo decreto (quelle che hanno esteso l'obbligo a chiunque entri nelle strutture scolastiche e nelle universita', introducendo anche l'obbligo vaccinale per tutti i lavoratori delle Rsa). In serata il Senato vota la fiducia posta sulla riforma del processo civile. Poi, domani, l'Aula di palazzo Madama - come gia' avvenuto nel primo passaggio alla Camera - votera' due diverse fiducie sulla riforma del processo penale (la prima sulle norme direttamente operative, la seconda sulla delega al governo) e giovedi' mattina si svolgera' il voto definitivo. Quindi, tocchera' al secondo decreto Green pass, sul quale il Senato dara' l'ok finale sempre con voto di fiducia. Una road map che fa insorgere le opposizioni: FdI parla senza mezzi termini di situazione "totalmente inaccettabile", scandisce il capogruppo a palazzo Madama Luca Ciriani. "Ormai siamo alla fiducia generalizzata costante, sempre, sui decreti, sui ddl delega, ovunque. Se poi il Parlamento chiede di poter discutere e i tempi non ci sono perche' il governo mette fretta, o se i senatori hanno l'ardire di presentare degli emendamenti, le commissioni vengono convocate all'una di notte e alle cinque di mattina per stroncare ogni possibilita' di discussione. Meglio chiuderlo il Senato a questo punto...", chiosa. Durissima Giorgia Meloni: "Il Parlamento e' mortificato. Una deriva davvero preoccupante per la nostra democrazia", osserva. L'Alternativa c'e', la componente del Misto formata per lo piu' da ex M5s, protesta in Aula per poi occupare la sala Koch dove si sta nel frattempo riunendo la commissione Giustizia, destinata pero' a non 'toccare palla' sulla riforma penale, frutto in estate di una lunga e difficile trattativa nella maggioranza, e il cui testo alla fine - dopo un serrato confronto sugli emendamenti in commissione - prima della pausa estiva dei lavori e' stato 'blindato' a Montecitorio con la fiducia e altrettanto avverra' a palazzo Madama. "Siamo in un monocameralismo di fatto", osservano nel piu' stretto anonimato anche diversi big della maggioranza. 

 Se sulla riforma del processo civile la maggioranza e' andata avanti compatta senza scossoni (e il ricorso alla fiducia viene spiegato con la necessita' di accelerare i tempi), sia la riforma penale che le norme sul green pass hanno invece segnato profonde divisioni tra le forze che sostengono il governo Draghi. Distinguo e veti incrociati poi puntualmente rientrati, ma che hanno lasciato strascichi, tanto piu' nel pieno della campagna elettorale per le amministrative. Dopo lo strappo che si e' consumato alla Camera sul primo decreto sulla certificazione verde, con la Lega che ha piu' volte votato con le opposizioni (prima in commissione poi in Aula), per poi 'riallinearsi' al resto della maggioranza e votare a favore sul provvedimento - anche grazie al via libera dell'esecutivo ad alcuni odg leghisti - l'esame del secondo decreto gren pass non fa registrare fibirllazioni. A differenza di quanto avvenuto sul primo provvedimento, infatti, dove tutto il dossier e' stato seguito da Claudio Borghi (sin dall'inizio contrario alla misura), in occasione dell'esame del secondo decreto la Lega - dopo aver dato l'ok in Cdm all'ultimo decreto che ha esteso l'obbligo a tutti i lavoratori - non ha mostrato 'insofferenze' in Aula: una decina gli odg presentati ma senza interventi a gamba tesa e in dichiarazione di voto la "vaccinista convinta" Rossana Bondi, come lei stessa si e' definita, conferma "la fiducia al presidente Draghi", pur lamentando che ormai "la vita dgli italiani dipende dal possesso di un Qr code". Che le tensioni sul passaporto verde siano per lo piu' archiviate (anche se nel partito resta qualche malumore, con l'addio dell'europarlamentare no vax Francesca Donato, secondo la quale ha "vinto la linea Giorgetti") lo dimostrano anche i numeri: hanno votato la fiducia alla Camera 80 senatori leghisti su 123, 41 gli assenti 'non giustificati', mentre sul primo dl green pass i si' leghisti si erano fermati a quota 45, facendo registrare il piu' alto numero di banchi vuoti tra le file della maggioranza. Tuttavia la temperatura interna alla maggioranza in Parlamento potrebbe tornare a surriscaldarsi a breve, con la riforma del fisco (c'e' gia' ad esempio il niet di Lega e M5s alle possibili modifiche del catasto) e soprattutto in vista degli interventi su Quota 100 e reddito di cittadinanza, due storici cavalli di battaglia dell'ex maggioranza giallo-verde. 

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