Governo impallato
24 Luglio 2021 - 21:34
Fra gli attori della trattativa c'e' la consapevolezza che l'obiettivo comune sia scongiurare una rottura: fra il M5s e il governo, o dentro il M5s. Ma finche' non si arrivera' a un testo che vada bene a tutti, il voto di fiducia sul provvedimento resta ad alto rischio per la blindatura dell'attuale maggioranza.
Giampaolo Grassi (ANSA) - ROMA, 24 LUG - Lo stallo sulla giustizia preoccupa soprattutto chi vede avvicinarsi il giorno della verita' senza che vengano fatti apparenti passi avanti. Fra gli attori della trattativa c'e' la consapevolezza che l'obiettivo comune sia scongiurare una rottura: fra il M5s e il governo, o dentro il M5s. Ma finche' non si arrivera' a un testo che vada bene a tutti, il voto di fiducia sul provvedimento resta ad alto rischio per la blindatura dell'attuale maggioranza. Nonostante le retromarce e le rassicurazioni, pesano ancora le parole della pentastellata Fabiana Dadone, che ha parlato della possibilita' che i ministri 5 Stelle possano dimettersi. Il presidente del consiglio Mario Draghi cerca lo sprint sul pacchetto riforme, proprio a partire dalla giustizia per poi proseguire con la concorrenza e il fisco. Ma l'incognita giustizia e' ancora rilevante. La posizione del governo resta comunque la stessa: si possono fare modifiche tecniche, ma l'impianto non deve cambiare. Il provvedimento arrivera' in Aula alla Camera venerdi'. L'ostacolo principale all'accordo sono le posizioni del M5S, che ha nella giustizia una bandiera. Nel nuovo testo, frutto del lavoro del ministro Marta Cartabia, si interviene sulla riforma firmata dall'ex Guardasigilli, Alfonso Bonafede, del M5s, che bloccava la prescrizione dopo il primo grado. La nuova versione mantiene questo elemento, ma aggiunge un limite alla durata dei processi che - salvo prolungamenti per alcune categorie di casi- e' di due anni per l'Appello e di uno per la Cassazione. Poi scatta l'improcedibilita': il processo, di fatto, "decade". Compito di Conte e' trovare un punto di equilibrio fra chi, nel M5s, giudica l'improcedibilita' una discesa verso l'impunita', e la posizione del governo, che deve fare i conti anche con le richieste dell'Ue per una giustizia piu' efficiente, pena il rischio di perdere i fondi del Recovery. Alla Camera c'e' chi parla di una squadra di qualche decina di parlamentari Cinque stelle sul piede di guerra. E l'avvocato non puo' permettersi di esordire alla prova del Parlamento rompendo con una parte della truppa. Per il momento, non sembra che la trattativa col governo abbia fatto progressi significativi. Conte ha comunque ribadito di essere "al lavoro" per un accordo. E i vertici pentastellati ostentano fiducia. Il ministro Luigi Di Maio ha usato parole distensive: "Io credo nelle mediazioni, credo nel fatto che si possa trovare una posizione che riesca a mettere d'accordo tutti". Fra gli alleati di governo, il segretario del Pd, Enrico Letta, appare ottimista: "Io sono fiducioso sul fatto che il voto trovera' una maggioranza unita. L'importante e' che sia un voto che prima della pausa estiva approvi la riforma". Un passaggio di Letta sulla lettura che il testo avra' al Senato, da' modo al deputato di Azione, Enrico Costa, di chiedere se il Pd abbia aperto alla possibilita' di modifiche a Palazzo Madama. La risposta arriva dal Nazareno: "Figuriamoci. ll segretario ha solo ricordato una cosa ovvia: e' scontato che la legge avra' una lettura al Senato. Sui tempi di approvazione la nostra posizione non e' cambiata di una virgola. Ci affidiamo a Draghi e Cartabia e siamo certi che il percorso intrapreso sulla giustizia sia affidato alle migliori mani possibili". Anche i dem hanno chiesto interventi alla riforma Cartabia, soprattutto per evitare che abbia ricadute negative sui processi in corso, specie in quelle sedi giudiziarie con grossi carichi di arretrati. Ma l'accordo non pare difficile: sia perche' per i dem il tema giustizia e' meno "scottante" che per i Cinque stelle, sia perche' le richieste del Pd potrebbero rientrare fra quegli "aggiustamenti tecnici" che Draghi e la ministra Cartabia hanno messo in conto. Altra cosa sarebbe aprire i cancelli a modifiche incisive. Perche' a quel punto - e' il ragionamento - ogni partito della maggioranza potrebbe farsi avanti con proposte sostanziali . Gia' nei lavori di commissione qualche sentore di tutto questo c'e' stato. In ogni caso: in attesa di venerdi', quando il provvediento approdera' in Aula alla Camera, gli "ottimisti" ricordano che in consiglio dei ministri gli esponenti 5s hanno gia' dato due "si'" alla riforma: quando e' stata varata e quando e' stata autorizzata la fiducia.
BLOG
Inserisci un commento
Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia