Le accuse del magistrato

Gratteri fa a pezzi la riforma Cartabia: «Converrà più delinquere»

"In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di piu' conviene delinquere", dice il procuratore di Catanzaro davanti alla Commissione Giustizia della Camera

Il Corriere Redazione

20 Luglio 2021 - 10:39

Gratteri fa a pezzi la riforma Cartabia: «Converrà più delinquere»

Il 50 % dei processi finiranno sotto la scure della improcedibilità. "E temo che i 7 maxi processi contro la 'ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro "saranno dichiarati tutti improcedibili in appello".  "La riforma della giustizia si fa perche' e' giusta e serve o perche' altrimenti non ci arrivano i soldi? Questo e' umiliante per uno Stato che ha partecipato alla costituzione dell'Europa", rincara la dose Gratteri

 "In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di piu' conviene delinquere". Cosi' il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri lancia l'allarme davanti alla Commissione Giustizia della Camera sulle nuove norme sulla prescrizione contenute nella riforma della ministra della Giustizia Marta Cartabia che prevedono che scatti la tagliola dell'improcedibilita' se il processo di appello e quello in Cassazione non terminano rispettivamente entro 2 e un anno. 

"Il 50 % dei processi" finiranno sotto la scure della improcedibilita' con la riforma della prescrizione della ministra della Giustizia Marta Cartabia. "E temo che i 7 maxi processi" contro la 'ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro "saranno dichiarati tutti improcedibili in appello".A lanciare quello che lui stesso definisce "un grande allarme sociale che riguarda la sicurezza" e' il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri davanti alla Commissione Giustizia della Camera. Il problema non riguarda solo i processi di mafia, spiega il procuratore,ma anche i reati contro la pubblica amministrazione. 

"La riforma della giustizia si fa perche' e' giusta e serve o perche' altrimenti non ci arrivano i soldi? Questo e' umiliante per uno Stato che ha partecipato alla costituzione dell'Europa". Con queste parole il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha concluso la sua audizione in Commissione Giustizia, nell'ambito dell'esame del disegno di legge per la riforma della giustizia. Quella del procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, collegato in videoconferenza dal suo ufficio, e' stata una audizione durata poco piu' di ventotto minuti, durante la quale Gratteri ha analizzato la "riforma Cartabia", bocciandone apertamente molti aspetti.

"C'è un approccio errato alla base della riforma, cioè l'idea secondo cui il tempo eccessivo attualmente impiegato per la celebrazione in giudizio in appello e in Cassazione è correlato alla scarsa produttività dei magistrati". Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, in audizione in commissione Giustizia alla Camera sul ddl Penale. "Questo dato di partenza è frutto della non conoscenza di due dati. Si ignora anzitutto che già adesso i magistrati sono indotti a celebrare i processi rispettando determinati termini analoghi a quelli previsti dalla riforma per non incorrere in responsabilità disciplinari ed eventualmente contabili; inoltre, tutte le statistiche elaborate dalle commissioni internazionali e indipendenti sulla giustizia attestano che i magistrati italiani, anche quelli dei gradi superiori, sono i più produttivi in Europa, ossia quelli che concludono più procedimenti e scrivono più sentenze”, ha aggiunto. “Le stesse statistiche dicono anche che i giudizi in Italia sono quelli che durano di più e il motivo è facilmente comprensibile esaminando il numero dei procedimenti che ogni anno i magistrati italiani devono gestire rispetto ai propri colleghi europei. In relazione ai processi di impugnazioni, ogni anno vengono proposti il doppio degli appelli proposti in Spagna e il triplo di quelli in Francia. Per quanto riguarda la Cassazione, si arriva persino al numero di ricorsi in Italia pari a 10 volte quelli di altri Paesi europei”, ha concluso. 

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