Il colloquio

Di Maio a casa di Conte per tentare di ricucire lo strappo ed evitare l'esplosione dei 5 Stelle

Il faccia a faccia tra il ministro degli Esteri e l'ex premier è durato circa un'ora. Di Maio e Fico sono quelli che hanno mostrato maggiormente imbarazzo nel dover scegliere da che parte stare, tra Grillo e Conte

Il Corriere Redazione

01 Luglio 2021 - 10:42

Di Maio a casa di Conte per tentare di ricucire lo strappo ed evitare l'esplosione dei 5 Stelle

A Palazzo Madama, la partita di Conte è in discesa: circola con insistenza la voce di un trasferimento in massa al Misto. Alla Camera la prospettiva dell'ex premier è ben diversa. E, a Montecitorio e non solo, conterà soprattutto una variabile: cosa faranno Luigi Di Maio e Roberto Fico. Ecco perché proprio da loro viene un ultimo tentativo di mediazione per evitare che l'universo pentastellato esploda.

Il ministro degli Esteri e il presidente della Camera sono rimasti in religioso silenzio finora. Il peso sulle loro spalle e' notevole. "Un M5S senza Di Maio e Fico semplicemente non esiste", spiega un'autorevole fonte pentastellata. Con un'appendice: se l'ex capo politico e Fico restassero con il co-fondatore, un eventuale campo largo del centrosinistra, nei piani dei Dem ma anche dell'ex premier, dovrebbe fare i conti proprio con il Movimento. Nessuno, ne' tra i contiani ne' tra i filo-Grillo,mette infatti finora in discussione l'appoggio al governo o la prospettiva di un'alleanza con il Pd. Certo, per il Nazareno, la mappa dell'alleanza e' cambiata. E non a caso un membro della segreteria come Enrico Borghi oggi osserva: "Conte non e' piu' un riferimento, e il Pd che deve guidare la coalizione". Frana, insomma, il progetto che aveva in mente Goffredo Bettini di un centrosinistra che avrebbe poggiato su due gambe: quella dei Dem e quella del M5S a trazione contiana. Un progetto che, secondo le stime del Nazareno, poteva valere il 40%. Ora l'orizzonte e' cambiato e i posti in lista, con il taglio dei parlamentari, per i contiani potrebbero ridursi con l'attuale legge elettorale. L'implosione del M5S potrebbe avere effetti sugli equilibri in maggioranza, con Lega-Fi pronte a sorridere. Il governo invece non rischia, anche se rimane l'incognita del dopo 2 agosto quando scattera' il semestre bianco e il Capo dello Stato non potra' piu' sciogliere le Camere in caso di crisi. Altra incognita' sara' rape'resentata dall'elezione del successore di Sergio Mattarella: il piu' numeroso gruppo parlamentare, sul quale il Pd avrebbe potuto contare, sara' spaccato. I numeri, al momento, sono imprevedibili. I turbo-contiani - da Stefano Patuanelli a Ettore Licheri - guidano le truppe di chi e' pronto a passare con l'ex premier. Ma per diversi esponenti della prima ora lasciare il M5S non e' facile. A Palazzo Madama, stando alle stime attuali, Conte potrebbe puntare a prendere fino a 60 parlamentari su 75. Alla Camera regna invece l'anarchia. La sensazione e' che un gruppo da 161 deputati potrebbe spaccarsi a meta'. Poi ci sono gli "extra". Conte potrebbe contare su diversi parlamentari, di stampo centrista, che nel passaggio dei tre governi hanno lasciato il M5S. Dall'altro lato una pletora di ortodossi - come Nicola Morra - potrebbe rientrare in un Movimento dove tornera' a regnare un Direttorio. e Poi c'e' una terza via - al momento improbabile - a cui puntano i contiani: portare la Rete a sfiduciare Grillo visto che il Comitato di Garanzia e' tutto contro il Garante. Tanto dipendera' dalle mosse di un duo cosi' diverso in passato e cosi' unito dal un destino simile in questi giorni: Di Maio e Fico. Il primo e' uomo di governo, il secondo simbolo del M5S della prima ora ma anche strenuo sostenitore di un Movimento al lato del Pd nel segno di Conte. Il bivio, per loro, e' dietro l'angolo, il rischio di un loose-loose all'orizzonte.

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