Il caso

L'ombra dei signori della finanza sul Recovery di Conte rimaneggiato da Draghi

Visti i tempi strettissimi per il varo del Recovery, il governo ha arruolato il gigante mondiale della consulenza McKinsey che avra' cosi' un ruolo di supporto alle scelte per far ripartire l'economia

Il Corriere Redazione

06 Marzo 2021 - 19:11

L'ombra dei signori della finanza sul Recovery rimaneggiato da Draghi

In serata arriva la precisazione del Mef. "McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l'amministrazione nell'ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso - si legge in una nota - non è coinvolta nella definizione dei progetti del Pnrr. Gli aspetti decisionali, di valutazione e definizione dei diversi progetti di investimento e di riforma inseriti nel Recovery Plan italiano restano unicamente in mano alle pubbliche amministrazioni coinvolte e competenti per materia". Parole che fanno chiarezza ma che non chiudono definitivamente il caso

Visti i tempi strettissimi per il varo del Recovery, il governo ha arruolato il gigante mondiale della consulenza McKinsey che avra' cosi' un ruolo di supporto alle scelte per far ripartire l'economia. Secondo quanto rivelano oggi alcuni organi di stampa, la societa' fornira' analisi dei dati e dell'impatto dei singoli progetti selezionati dal Tesoro. In cambio, la societa' avra' un "rimborso spese" ma sara' sicuramente maggiore la ricaduta in termini di immagine visto che dopo quest'incarico avra' sicuramente un posizionamento maggiore sul mercato. Anche se McKinsey e' comunque gia' famosa: la multinazionale di consulenza strategica ha sede a Chicago, e' stata fondata quasi cent'anni fa, e conta ora piu' di 9.000 consulenti dislocati su 98 sedi in 57 Paesi. Peraltro, non sarebbe nuova ad incarichi di questo genere: anche l'allora premier britannico Tony Blair si avvalse delle valutazioni di McKinsey per la ristrutturazione dell'Ufficio di gabinetto, diventando oggetto di molte critiche, in primis da parte del Financial Times. E anche in Italia, a parecchi la notizia che il governo Draghi si avvalera' del suo supporto, non e' andata giu'. 

Molte le critiche da parte di alcuni esponenti della maggioranza: per Stefano Fassina di Leu, "cosi' proprio non va. Cosi', si umiliano le competenze delle pubbliche amministrazioni e si allontana l'accountability politica. Il Parlamento deve intervenire". "Con quale mandato? Sulla base di quale decisione?, si chiede il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. "Visto che il precedente governo - prosegue il leader di SI - e' stato 'lapidato' sulla governance che espropriava il Parlamento, la cosa sarebbe piuttosto grave. Oltre che grottesca". Ci va giu' duro l'esponente del Pd Francesco Boccia ed ex Ministro per gli Affari Regionali: "Con tutto il rispetto per McKinsey, se le notizie uscite oggi fossero vere, sarebbe abbastanza grave". Sulla stessa linea l'ex Ministro del Sud Giuseppe Provenzano: che invita a "richiamare i migliori nello Stato, magari tra i giovani, non delegare a privati esterni funzioni fondamentali. C'e' una norma, si attui". Non ci vede invece niente di male Osvaldo Napoli, deputato di Cambiamo anche se, osserva, "sarebbe utile e positivo, pero', offrire un minimo di spiegazioni su questa consulenza, soprattutto per allontanare ogni ombra o sospetto dai tecnici di via XX Settembre circa la loro adeguatezza e competenza". Voce fuori dal coro, gli industriali: "La consulenza di management e' un settore di eccellenza che in momenti delicati come quelli che stiamo vivendo puo' apportare un contributo quanto mai indispensabile. In questo senso l'apprendere che i colleghi di Mckinsey siano stati ingaggiati per collaborare alla stesura del nuovo Pnrr non puo' che farci piacere", fa notare Marco Valerio Morelli, presidente di Assoconsult, l'associazione di Confindustria che rappresenta le societa' di Consulenza in Italia.

 In serata arriva la precisazione del Mef. "McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l'amministrazione nell'ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso - si legge in una nota - non è coinvolta nella definizione dei progetti del Pnrr. Gli aspetti decisionali, di valutazione e definizione dei diversi progetti di investimento e di riforma inseriti nel Recovery Plan italiano restano unicamente in mano alle pubbliche amministrazioni coinvolte e competenti per materia". Parole che fanno chiarezza ma che non chiudono definitivamente il caso: "Prendiamo atto - dicono i deputati M5s in commissione Affari costituzionali - ma, come abbiamo sempre sostenuto, sottolineiamo la necessità che il Parlamento e le articolazioni dello Stato siano centrali nella predisposizione del piano"

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