La politica del possibile
16 Febbraio 2021 - 12:37
Salvini e Zingaretti
A vergognarsene sembra essere più il PD, che ha voluto sempre distinguersi per un certo ritegno, trincerato, a differenza Lega, dietro un "no comment" per darsi parvenza di stretto riserbo sull'incontro e i suoi contenuti tra i rispettivi leader
L'incontro a tarda sera fra Nicola Zingaretti e Matteo Salvini segue a una serie di contatti avuti nelle scorse ore dal leader leghista e finalizzati a "rompere il ghiaccio" con i nuovi alleati di governo. Se il presidente della Repubblica, prima, e il premier incaricato poi hanno sottolineato la necessita' di lavorare uniti alle priorita' indicate - dalla lotta alla pandemia ai vaccini, dal rilancio economico alla crisi sociale - c'e' bisogno di stringere le maglie della vasta e composita maggioranza per non lasciare il campo a scontri e polemiche. L'ultimo caso, quello della mancata riapertura delle piste da sci, e' arrivato a poche ore dal giuramento dei ministri e ha provocato il primo smottamento all'interno della maggioranza. Ora, perche' non se ne verifichino altri, e' necessario trovare un luogo, una "camera di compensazione" in cui i leader dei partiti o chi per loro concordino i passi da compiere. Nel frattempo vanno avanti i contatti bilaterali. "Abbiamo parlato di lavoro, di blocco dei licenziamenti, di Cassa Integrazione", spiega Matteo Salvini al termine del faccia a faccia con Zingaretti che, a differenza del leghista, mantiene uno stretto riserbo sull'incontro e i suoi contenuti. Un "no comment" che viene fatto proprio anche dal resto dei vertici Pd, decisi a mantenere il basso profilo autoimposto da quando e' cominciata la partita sul governo Draghi. Una linea che si sposa con la proverbiale sobrieta' del premier Mario Draghi e che i dem fanno notare. Una scelta funzionale anche al momento attraversato dal Pd. Una maggioranza in cui sono presenti anche Lega e Forza Italia rappresenta un rischio per il Partito Democratico e per l'alleanza con M5s e Leu, soprattutto per l'impatto che questo passaggio potra' avere sull'elettorato di centro sinistra. Per contenere questi rischi, i dem sono determinati, quindi, a mantenere il profilo della responsabilita', restituendo l'immagine di una formazione che lavora in silenzio, lontano da microfoni ed hashtag. Una scelta comunicativa agli antipodi con quella di Matteo Salvini. Il leader della Lega ha si' registrato la propria comunicazione aggiungendo una forte dose di europeismo e ammorbidendo i toni con i nuovi alleati, ma non ha diminuito il flusso dei post sui social network ne' il numero degli interventi in radio e televisione.
Proprio in una intervista radiofonica, Salvini riferisce che "con Zingaretti abbiamo parlato di lavoro, ci sono 140 crisi aziendali e sono ferme da mesi, il 31 marzo c'e' lo sblocco dei licenziamenti: o si interviene per tempo o sara' il caos. "Questo e' il momento di deporre l'ascia di guerra. Con un milione di posti di lavoro gia' saltati, penso che la politica debba usare il tempo per risolvere i problemi". Il messaggio che vuol fare passare Salvini e' proprio quello di una Lega pronta a collaborare. Un modo di respingere i sospetti di chi teme che la mossa di entrare nel governo abbia l'obiettivo di logorare gli alleati di centro sinistra, incrinando poco a poco l'asse Pd-Leu-M5s. Di qui il ramoscello d'ulivo offerto al ministro della Salute: "Il ministro Speranza ha vissuto un anno sotto pressione, non lo invidio, cercheremo di sostenerlo da tutti i punti di vista", dice ancora Salvini. Rimangono invece le critiche al commissario all'emergenza, Domenico Arcuri, che Salvini sembra considerare non in grado di gestire da solo il piano vaccini: "I vaccini dovrebbero essere garantiti da Arcuri, ma se li garantisce come ha garantito l'apertura delle scuole e le mascherine, allora aiutarlo sara' un dovere. Uno che prepara un bando da decine di milioni di euro per i capannoni per fare i vaccini quando mancano i vaccini e' come comprare la casa e partire dal caminetto quando manca ancora la cucina". Infine un passaggio sul Cts che sembra alludere alle polemiche sulle esternazioni di Walter Ricciardi: "Il Cts e' da rinforzare piu' che da cambiare, serve energia nuova".
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