Dopo il giuramento

Le priorità del nuovo governo Draghi

Occhi puntati, ovviamente, sul Recovery plan, che ci si attende sia fortemente riscritto: più fondi alla sanità, piu' investimenti, con procedure più rapide. E meno bonus.

Il Corriere Redazione

13 Febbraio 2021 - 20:37

Le priorità del nuovo governo Draghi

Il giuramento del nuovo governo Draghi

Ci sono da superare cinque emergenze: sanitaria, economica, sociale, educativa, culturale. Il piano vaccini, da accelerare seguendo il modello inglese, migliorando logistica, produzione e approvvigionamento, è il primo assillo per il nuovo premier: solo dopo aver raggiunto l'immunità di gregge si potrà rafforzare la ripartenza.

Superare l'emergenza sanitaria, con un'accelerazione della campagna di vaccinazione, e intanto dare fondamenta solide, con il Recovery plan, a una ripresa economica che si annuncia "lenta". E' la missione del governo guidato da Mario Draghi, in un momento "difficile" per il Paese. Nel discorso sulla fiducia alle Camere, il presidente del Consiglio traccera' la via, indicando le sue priorita'. Chi ha avuto modo di parlargli negli ultimi giorni prevede che lo fara', come nel suo stile, con un discorso dalle linee essenziali, breve e senza fronzoli: ogni singola parola sara' pesata nell'intervento programmatico che Draghi avrebbe gia' iniziato a impostare. E dovrebbe essere molto concreto, sui punti cardine dell'azione dell'esecutivo e nel segno del dialogo con il Parlamento. L'europeismo sara', come gia' anticipato nelle consultazioni ai partiti, il primo tratto fondante del governo. In Ue Draghi si prepara a far valere il suo peso nella direzione di una maggiore integrazione, a partire dalla politica di bilancio, con la spinta a Eurobond permanenti, dopo l'esperimento di Next Generation Eu. In politica estera, l'atlantismo e' il faro. Giovani, ambiente, vaccini, sono altre tre parole chiave per l'ex presidente della Bce. Insieme alla "coesione sociale". Ci sono da superare - ha osservato nei giorni scorsi il premier - cinque emergenze: sanitaria, economica, sociale, educativa, culturale. Il piano vaccini, da accelerare seguendo il modello inglese, migliorando logistica, produzione e approvvigionamento, e' il primo assillo per il nuovo premier: solo dopo aver raggiunto l'immunita' di gregge si potra' rafforzare la ripartenza. La scuola e' un altro capitolo difficile e centrale, con il possibile calendario prolungato e l'impegno a riempire tutte le cattedre a settembre. Turismo e cultura, poi, due settori in sofferenza da far ripartire e rilanciare. Nella impostazione di Draghi c'e' la volonta' di far lavorare il governo su due piani: quello delle misure immediate, a partire dal decreto che dovra' decidere come impiegare, per i ristori, i 32 miliardi in deficit autorizzati dal Parlamento; quello delle misure di piu' ampio respiro e lungo periodo. Occhi puntati, ovviamente, sul Recovery plan, che ci si attende sia fortemente riscritto: piu' fondi alla sanita', piu' investimenti, con procedure piu' rapide. E meno bonus. Perche', come spiegato da Draghi ad agosto al Meeting di Rimini, il debito sottoscritto per la ricostruzione potra' essere "buono" se usato a fini produttivi, se sara' improduttivo sara' una zavorra sul futuro. La sostenibilita' ambientale, anche nella creazione di posti di lavoro, e l'innovazione tecnologica sono le due direttrici di fondo destinate a orientare le scelte, a partire dai progetti del Recovery. La ripartenza dei cantieri e la spinta agli investimenti saranno anche il volano per aumentare l'occupazione e dare occasioni ai giovani. La prima grande emergenza di Draghi sara' sciogliere il nodo della fine del blocco dei licenziamenti a fine marzo: tra le righe del discorso in Parlamento ci si attende di leggere, se non una risposta che sara' concertata con le parti sociali, i primi indizi sulla direzione che seguira'. Al Parlamento, che gli votera' a larghissima maggioranza la fiducia, Draghi dovrebbe chiedere dialogo e confronto costante, per dare gambe forti all'azione del governo. Dal Parlamento passeranno infatti non solo il Recovery ma anche le tre grandi riforme che il premier intende portare avanti: riforma del fisco in senso progressivo, riforma della pubblica amministrazione e riforma della giustizia civile. Tre imprese enormi, che richiederanno tempo, ma soprattutto "coesione". 

Serenella Mattera (ANSA)

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