La crisi di governo

5 Stelle e Pd calano le brache, proni ai desiderata di Renzi

Il ricattatore politico più famoso d’Italia ha vinto. Spaventati dal dover lasciare le poltrone a cui si sono affezionati, i grillini - non più di lotta, ma di governo - capeggiati da Vito Crimi alla fine calano testa e braghe al cospetto di Matteo Renzi

Il Corriere Redazione

30 Gennaio 2021 - 15:06

5 Stelle e Pd calano le brache, proni ai desiderata di Renzi

Il senatore di Rignano ora li terrà tutti in pugno, detterà l’agenda di Governo, mettendosi sotto i piedi anche il Pd ogni altra volta che recidivamente tornerà ad alzare il prezzo su una qualsiasi cosa pur di riguadagnarsi la scena e tenere in ostaggio l’Italia. Un signore che vale il 2% dei consensi che dà scacco matto a tutto il resto della maggioranza. Roba da non crederci. 

Il ricattatore politico più famoso d’Italia ha vinto. Spaventati dal dover lasciare le poltrone a cui si sono affezionati, i grillini - non più di lotta, ma di governo - capeggiati da Vito Crimi alla fine calano testa e braghe al cospetto di Matteo Renzi, perdendo la faccia e servendo al senatore di Rignano la testa di Conte su di un piatto d’argento; perché una cosa è certa: il leader d’Italia Viva, con cui i pentastellati ha deciso di risedersi a tavola, ora li terrà tutti in pugno, detterà l’agenda di Governo, mettendosi sotto i piedi anche il Pd ogni altra volta che recidivamente tornerà ad alzare il prezzo su una qualsiasi cosa pur di riguadagnarsi la scena e tenere in ostaggio l’Italia. Un signore che vale il 2% dei consensi che dà scacco matto a tutto il resto della maggioranza. Roba da non crederci. Ma tant’è in un Paese in cui la dignità e l’onore sono diventate parole vane per la classe politica. Fico tesserà le trame della riappacificazione con Renzi, anche a costo di sacrificare Conte, potete scommetterci. D’altronde, il presidente della Repubblica non aveva altra scelta. L’Italia e’ in emergenza, serve un governo in tempi rapidi al Paese, una maggioranza disponibile a sostenere il governo c’e’ ma va verificata, pallottoliere alla mano, la solidita’ dei suoi numeri e vanno smussati alcuni spigoli. Sono questi i pilastri che reggono la “iniziativa” assunta dal Capo dello Stato: incaricare il presidente della Camera, Roberto Fico, con un mandato esplorativo. Due i paletti posti dal Capo dello Stato, il perimetro definito e i tempi rapidi. Fico dovra’ quindi verificare se i partiti che sostengono l’attuale maggioranza sono ancora disposti, nonostante le frizioni delle scorse settimane, a restare insieme, sondando quindi solo M5s, Pd, Leu, Iv, Autonomie ed Europeisti. E dovra’ farlo a spron battente, per riportare l’esito della sua verifica entro martedi’ al Capo dello Stato. La giornata parte con due incontri cruciali. Quello con il centrodestra, una delegazione di 13 persone, guidata da Matteo Salvini, Giorgia Meloni ed Antonio Tajani, che chiede elezioni o in subordine si dice disponible a valutare altre decisioni del Presidente. Poi l’incontro piu’ risolutivo, quello con il M5s, che non pone veti al rientro di Italia viva in maggioranza. Un non veto che fa scricchiolare il Movimento. Le doppie rigidita’, quella di Renzi sulle politiche di Conte e quelle di parte del M5s verso Matteo Renzi, fanno capire che la strada di un reincarico al premier uscente avrebbe le stesse incognite di una curva imboccata a 100 all’ora. E quando il percorso non e’ netto, la cassetta degli attrezzi del Quirinale ha pronto lo strumento gia’ oliato: il mandato esplorativo. Uno strumento gia’ usato da Mattarella nel 2018, durante i tre mesi della crisi piu’ lunga della storia repubblicana, che pero’ all’epoca introdusse una piccola innovazione: chiese a Fico di verificare una maggioranza ben precisa, con un perimetro definito a priori.

Fico tre anni dopo quella esplorazione dovra’ ora verificare se le scorie che impediscono alla maggioranza che ha sostenuto fino a pochi giorni fa il governo puo’ ritrovare un modus vivendi, un minimo di armonia se non proprio nuovo slancio. L’incarico esplorativo nella storia italiana puo’ anche prefigurare un incarico ma in questo caso i partiti di maggioranza che sono sfilati al Quirinale in queste ore, tranne Iv, hanno proposto al presidente il nome di Conte. Un nome che sfuma appena un po’ nelle dichiarazioni post-mandato, ma forse e’ solo la fretta del momento. Una fretta impressa anche da Mattarella. “L’Italia, come tutti i Paesi di ogni parte del mondo, sta affrontando nuove, pericolose, offensive della pandemia, da sconfiggere con una diffusa, decisiva campagna di vaccinazione” ricorda il Presidente a chi a volte pare averlo dimenticato. Ma ci sono anche “una pesante crisi sociale, con tanti nostri concittadini in grave difficolta’, e pesanti conseguenze per la nostra economia. Queste ulteriori emergenze possono essere fronteggiate soltanto attraverso l’utilizzo, rapido ed efficace, delle grandi risorse, predisposte dall’Unione Europea”. Insomma, il Recvoery plan non si scrive da se’, serve un governo che lo rediga aggiustando laddovela Ue ce lo chiede, e dunque “e’ doveroso dar vita - presto - a un governo, con adeguato sostegno parlamentare, per non lasciare il nostro Paese esposto agli eventi in questo momento cosi’ decisivo per la sua sorte”. Dalle consultazioni, 32 ore sottolinea il Capo dello Stato, e’ emerso che i veti incrociati si sono un po’ affievoliti, dunque “e’ emersa la prospettiva di una maggioranza politica, composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente”. Ma e’ una disponibilita’ che va “doverosamente, verificata nella sua concreta praticabilita’”. Perche’ un conto e’ quel che si dice davanti all’occhio severo del Presidente, un conto e’ quando si mettono nella stessa stanza i diversi leader. E soprattutto si deve capire quanti sono i parlamentari che sosterrebbero un governo, un programma, un premier ben precisi. L’ala movimentista del M5s non pare ad esempio aver gradito il possibile ritorno di Iv. Ora dunque la palla passa a Fico, che entro martedi’ dovra’ portare una soluzione al Presidente, se ci fosse l’ok di tutti Mattarella potrebbe incaricare un premier (si capira’ nei prossimi giorni se lo stesso Conte, che garantisce un equilibrio nel M5s). Se il tentativo fallisse l’attuale maggioranza ovviamente non sarebbe piu’ proponibile, ‘bruciata’ definitivamente dall’esplorazione. A quel punto Mattarella sarebbe costretto a tentare nuove strade, dal governo istituzionale a quello elettorale. 

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