La scheda
26 Gennaio 2021 - 13:08
Giuseppe Conte sulle spine
Il ricorso alle urne resta l'ultima spiaggia: la strada del voto si aprirebbe se la crisi non si riuscisse a ricomporre. Il presidente della Repubblica a quel punto scioglie le Camere e indice le elezioni.
Con una crisi al buio, e' ampio il ventaglio degli scenari possibili per risolvere la crisi ma le probabilita' di una soluzione o dell'altra non sono le stesse. CONTE TER E' lo scenario che il premier dimissionario caldeggia: il presidente del consiglio riesce a formare un nuovo governo con Pd,M5s e Leu allargando la maggioranza dopo la rottura con Iv. Il Conte ter ha pero' tre varianti: Matteo Renzi rientra al governo garantendo la stabilita' oppure Iv resta fuori e la maggioranza si allarga con un nuovo gruppo di volenterosi che pero' finora non e' emerso. Se questo gruppo fosse Fi o una parte consistente del gruppo azzurro si potrebbe parlare di maggioranza Ursula. Un'altra ipotesi che viene considerata ottimale sarebbe che nel governo rientra Iv ma anche un nuovo gruppo cosi' da togliere a Matteo Renzi la golden share della maggioranza al Senato. STESSA MAGGIORANZA, NUOVO PREMIER. E' lo scenario piu' temuto dal presidente del consiglio uscente: i partiti di maggioranza con il rientro di Iv, o con l'ingresso di nuove forze politiche, trovano la quadra per un governo ma con un nuovo premier magari espresso da Pd o da M5s. Stando alle dichiarazioni, pero', Pd, M5s e Leu dichiarano la guida di Conte "imprescindibile" e anche Iv ha chiarito che se il premier dimissionario non mette veti su Iv neanche Italia Viva li mettera' su Conte. GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE. Il governo di unita' nazionale, o governissimo, prevede la presenza di tutti o quasi tutti i partiti presenti in Parlamento con un presidente del consiglio 'terzo' rispetto ai partiti. A ipotizzarlo e' stato Silvio Berlusconi e si e' gia' detto disponibile anche Cambiamo, il partito di Giovanni Toti, Piu' Europa e Azione. Contrario ad esperienze di governo con la destra e' il Pd ma anche Fdi ha detto no a governissimi. ELEZIONI. Considerata da tutti l'ultima spiaggia, la strada del voto si aprirebbe se la crisi non si riuscisse a ricomporre. Il presidente della Repubblica a quel punto scioglie le Camere e indice le elezioni.
(di Cristina Ferrulli)
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