La crisi verso una svolta

Conte da Mattarella per le dimissioni

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte salira' al Quirinale domani, dopo un passaggio in cdm per comunicare le sue intenzioni, per rassegnare le dimissioni. Lo si apprende da fonti di governo.

Il Corriere Redazione

25 Gennaio 2021 - 19:10

Conte da Mattarella, la crisi di governo sarà chiarita in Parlamento

Con le dimissioni del presidente del Consiglio si aprono tutta una serie di passaggi istituzionali, di cui il Quirinale e' il baricentro, legati alla crisi di governo. Eccoli, in breve

IL COLLE. Quando il presidente della Repubblica riceve le dimissioni del premier puo' decidere, dopo eventuali consultazioni dei gruppi parlamentari, di conferire un mandato esplorativo ad un personaggio istituzionale (nel 2018 Mattarella lo conferi' ai presidenti di Camera e Senato), o dare il mandato pieno o esplorativo al presidente del Consiglio uscente (che accetterebbe con riserva), oppure direttamente avviare proprie consultazioni al Quirinale: con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato ed il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Le consultazioni gli servono per constatare la situazione e, di conseguenza, assumere decisioni sulla nomina di un nuovo presidente del Consiglio o, eventualmente, sul conferimento di un altro mandato esplorativo. L'ultima ratio, in caso di impossibilita' accertata di formare un nuovo esecutivo, e' che decida di sciogliere le Camere per andare ad elezioni. - GLI 'AFFARI CORRENTI'. Con le dimissioni, e fino al giuramento di un nuovo Esecutivo nelle mani del Capo dello Stato, il governo uscente rimane in carica per lo svolgimento degli affari correnti. Tra questi rientra l'eventuale emanazione di decreti legge in casi di necessita' ed urgenza. - IL PARLAMENTO. In mancanza del rapporto fiduciario, con la crisi di governo si ferma tutta l'attivita' parlamentare, eccetto che per gli atti urgenti come la conversione dei decreti legge in scadenza. L'attivita' ordinaria delle Camere riprende solo dopo che il nuovo Esecutivo avra' incassato la fiducia da entrambe le Camere. - LA RELAZIONE SULLA GIUSTIZIA. In base alla riforma della legge sull'Ordinamento giudiziario del 2005, entro il ventesimo giorno dalla data di inizio di ciascun anno giudiziario, il ministro della Giustizia rende comunicazioni (cui segue un voto) alle Camere sull'amministrazione della giustizia nel precedente anno. La relazione (in calendario alla Camera per mercoledi' 27 gennaio) e' di fatto propedeutica alla inaugurazione dell'Anno Giudiziario in Cassazione. Tuttavia, si registrano due precedenti di relazioni presentate ma non votate. Il primo e' stato nel 2008, quando l'allora Guardasigilli Clemente Mastella si reco' in Aula a Montecitorio per tenerla a poche ore dall'arresto (ai domiciliari) della moglie Sandra Lonardo. Mastella parlo' alla Camera ed ando' a dimettersi, per cui non ci fu un voto sulla relazione. L'unico precedente di relazione tenuta durante un governo dimissionario risale, invece, all'epoca di Mario Monti nel 2013. Si decise in quella occasione di dare per assolto l'obbligo con la semplice trasmissione della relazione alle Camere senza svolgere le comunicazioni in Aula. 

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