Il caso che divide il governo
31 Ottobre 2020 - 12:16
Giuseppe Conte con la ministra Azzolina
Azzolina lo ripete di fronte al premier e ai capidelegazione. "I nostri ragazzi hanno bisogno, tutti, della scuola in presenza, perché questo significa crescere e acquisire gli strumenti necessari a stare nel mondo", è il messaggio. Non dello stesso avviso le Regioni, ed è Roberto Speranza a farsi portavoce dei loro timori e delle loro difficoltà
Braccio di ferro sulla scuola. Nel giorno in cui il numero dei contagi sale ancora, sfondando quota 31 mila positivi (con 199 decessi), il premier Giuseppe Conte convoca i capidelegazione dei partiti che sostengono il governo per fare il punto della situazione. Il vertice di Palazzo Chigi è sollecitato dalla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che da settimane si batte per scongiurare il lockdown della scuola. L'estensione a tappeto della didattica a distanza è uno scenario che la titolare del dicastero di viale Trastevere respinge con decisione, nonostante l'emergenza. "Abbiamo passato l’estate a rendere le scuole più sicure con regole precise e protocolli da attuare" sottolinea, ricordando che le aule non sono solo luoghi di apprendimento, ma anche di socialità. "Togliere la scuola in presenza rischia di essere persino pericoloso", è il messaggio che invia dopo aver incontrato le organizzazioni sindacali, rassicurate sul fronte degli investimenti strutturali con i 3,7 miliardi stanziati con la manovra. Risorse destinate a un piano straordinario per incrementare i docenti, alla digitalizzazione, all’edilizia scolastica anche nell'ottica di ridurre il sovraffollamento delle classi. Azzolina lo ripete di fronte al premier e ai capidelegazione e con lei si schiera anche Teresa Bellanova. "I nostri ragazzi hanno bisogno, tutti, della scuola in presenza, perché questo significa crescere e acquisire gli strumenti necessari a stare nel mondo", è il messaggio. Non dello stesso avviso le Regioni, ed è Roberto Speranza a farsi portavoce dei loro timori e delle loro difficoltà, aprendo alla possibilità di lasciare proprio ai Governatori la possibilità di una stretta, tutelando esclusivamente la scuola dell'infanzia e, se si riesce, le elementari.Il problema ai tempi del Covid, tuttavia, non è tanto tra i banchi. Non è lì che si accendono i focolai, evidenzia Franco Locatelli: "La scuola contribuisce in modo marginale rispetto ad altri contesti, c'è però tutto quello che pertiene all'entrata e all'uscita, ai trasporti e al formarsi di assembramenti". Insomma, ammette il presidente del Consiglio superiore di sanità, il vero nodo da sciogliere riguarda quella serie di attività che ruota attorno all'istituzione scolastica e che quotidianamente incide sull'aumento dei positivi. E anche se "lo sforzo per tenerla aperta sarà supremo", le Regioni hanno già cominciato a prendere provvedimenti avviando la Dad per provare a raffreddare la curva dei contagi. Decisione che ha suscitato la protesta dei deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Istruzione, secondo cui "chiudere potrà anche sembrare la decisione più facile da prendere a breve termine, ma non è quella giusta". Per i grillini lasciare bambine e bambini a casa deve rimanere l’ultima alternativa possibile. Diverso il parere dell'epidemiologo assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, che sposa la linea interventista: "Più precoci sono le misure di chiusura più c’è la probabilità che siano di breve durata".Nel dibattito si inseriscono poi le parole del governatore Vincenzo De Luca che nel corso di una diretta Facebook ha commentato, ironizzando, l'intervista di una mamma che protestava contro la decisione della Regione Campania di attuare la didattica a distanza. "L'ho vista dire in tv 'la mia bimba è venuta da me piangendo e mi ha detto 'mamma voglio andare a scuola per imparare a scrivere'. Credo sia l'unica bimba d'Italia che piange per andare a suola e che dà pure la motivazione: vuole imparare la grammatica, la sintassi e gli endecasillabi. E' un Ogm cresciuta dalla mamma con latte al plutonio". Dichiarazioni che innescano le proteste, con la deputata Quartapelle: "Non fa ridere e non è vero che con la Dad si impara bene lo stesso". "#DeLuca le donne meritano rispetto. Giudicare una madre per il modello di mascherina e farsi gioco della figlia quando chiede di riaprire le scuole è incivile - taglia corto Teresa Bellanova - Il Covid non sia alibi per una regressione culturale. Prendiamo parola. Il silenzio delle donne non è concepibile".
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