Il fatto politico
20 Ottobre 2020 - 13:49
Cosi' la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, rispondendo per iscritto a una interrogazione presentata da Fabio Rampelli, deputato FdI e vicepresidente della Camera.
"Il brano 'Bella Ciao' e' parte del patrimonio culturale italiano, noto a livello internazionale, tradotto e cantato in tutto il mondo. E' un canto che diffonde valori del tutto universali di opposizione alle guerre ed agli estremismi". Cosi' la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, rispondendo per iscritto a una interrogazione presentata da Fabio Rampelli, deputato FdI e vicepresidente della Camera. Azzolina replica alla richiesta di chiarimenti di Rampelli che, nell'interrogazione, scrive: "Desta sconcerto e preoccupazione la notizia che presso le scuole medie dell'istituto Ottaviano Bottini di Piglio la docente di musica, facendolo passare per didattica, abbia assegnato come compito la lettura ritmica-melodica ed esecuzione strumentale del brano 'Bella Ciao'; in particolare, come riportato sulla piattaforma didattica dell'istituto scolastico e nella comunicazione elettronica inviata a ciascun alunno il 27 aprile 2020, l'insegnante di musica ha assegnato 'da eseguire Bella Ciao simbolo della Liberazione che abbiamo festeggiato il 25 aprile', ignorando che, mentre tale data rappresenta oggettivamente la liberazione dell'Italia dalla dittatura e dall'occupazione nazista, l'inno partigiano e' divisivo perche' rappresenta - appunto - una parte politica ben definita, purtroppo protagonista anche di violenze efferate e ingiustificate, anche nei confronti di civili, preti, donne e bambini". La ministra spiega: "In data 3 maggio 2020 perveniva al ministero, a mezzo posta certificata, una nota con la quale la dirigente scolastica dell'istituto comprensivo di Piglio, notiziava che in data 2 maggio la stessa aveva sporto querela contro ignoti per il reato di diffamazione a seguito della lettura di alcuni post, apparsi su Facebook, nei quali veniva offesa l'immagine della scuola e di una docente di musica per aver assegnato ad una classe il compito di svolgere con uno strumento musicale (flauto dolce) la canzone 'Bella Ciao'. La questione, quindi, essendo stata posta all'attenzione dell'autorita' giudiziaria per la definizione delle responsabilita' e per la qualificazione dei reati rimane, tuttora, in attesa delle determinazioni delle autorita' invocate".
Prosegue la ministra Azzolina nella risposta all'interrogazione di FdI: "A quanto riferito, la canzone 'Bella Ciao' ha sempre fatto parte del libro di testo adottato dalla scuola. In particolare, il brano in questione, assegnato con lo scopo di essere suonato con il flauto dai discenti, rientra nel novero dei canti popolari in trattazione nell'ambito della musica leggera e precisamente nel capitolo dedicato alle 'canzoni del presente e del passato'. Invero, il brano 'Bella Ciao' e' parte del patrimonio culturale italiano, noto a livello internazionale, tradotto e cantato in tutto il mondo. E' un canto che diffonde valori del tutto universali di opposizione alle guerre ed agli estremismi" conclude Azzolina. Rampelli nel testo della interrogazione ricorda che "la notizia e' stata riportata sul profilo Facebook del Gruppo 'Fratelli d'Italia Piglio', dove si legge: "E' inaccettabile far cantare 'Bella ciao' a dei 13enni, dimenticando che i partigiani rossi, gli stessi che volevano vendere l'Italia all'Unione Sovietica sono anche i responsabili di eccidi, stupri ed esecuzioni sommarie. Sarebbe bello sapere, sempre che non vi sia faziosita' storica e/o politica, che agli alunni sia assegnato anche un compito sui loro coetanei Giuseppina Ghersi, stuprata e uccisa da alcuni partigiani savonesi oppure di Rolando Rivi, torturato, seviziato e infine assassinato da una banda di partigiani comunisti sull'Appennino modenese". Ebbene, aggiunge Rampelli, "a parere dell'interrogante, e' inaccettabile che temi di natura chiaramente politica, surrettiziamente presentati come formativi, vengano inseriti nell'attivita' scolastica di ragazzi che le famiglie affidano alla scuola per ragioni didattiche e non certo per vederli sottoporre a un'attivita' propagandistica, a meno che non ci sia lo spazio per uno studio plurale e imparziale degli accadimenti". Il deputato di FdI chiede quindi al ministro "se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza per evitare la diffusione di una visione politicizzata della storia nelle scuole, evitando che sia altresi' consentito un indottrinamento delle nuove generazioni e se non ritenga di dover dare indirizzi, per quanto di competenza, ai dirigenti scolastici per distinguere la festa della Liberazione dall'inno dei partigiani, ad avviso dell'interrogante divisivo ed evocatore di violenze storicamente accertate".
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