In arrivo il nuovo Dpcm
17 Ottobre 2020 - 20:58
Giuseppe Conte
Domenica sera, tornando a parlare agli italiani come nei giorni drammatici del lockdown, il premier illustrera' nuove regole, elenchera' altri blocchi, dallo sport alla movida. Su cosa in concreto fare, il confronto si infiamma in maggioranza
Stringere un po' di piu' le maglie, per provare a frenare la curva dei contagi, ma senza ricorrere a misure draconiane. Giuseppe Conte resiste alle spinte di alcuni ministri per tornare in "zona lockdown", introdurre chiusure drastiche o addirittura un coprifuoco sul modello francese. Ma intorno alle quattro, nella notte tra venerdi' e sabato, si persuade a non aspettare oltre, a introdurre subito quelle nuove misure nazionali invocate dal Pd e da Roberto Speranza per non farsi scavalcare dagli eventi. Avrebbe voluto attendere i dati relativi agli effetti dell'ultimo dpcm, in vigore da mercoledi'. Ma si convince che non si possa piu' indugiare: firmera' il nuovo dpcm nelle prossime ore per mandarlo in Gazzetta entro domenica sera perche' entri in vigore da lunedi'. Nella consapevolezza che bisogna tener conto anche della tenuta psicologica del Paese, oltre che tutelare le attivita' produttive, cerchera' una sintesi tra le diverse proposte. Domenica sera, tornando a parlare agli italiani come nei giorni drammatici del lockdown, il premier illustrera' nuove regole, elenchera' altri blocchi, dallo sport alla movida. Su cosa in concreto fare, il confronto si infiamma in maggioranza: Iv sale sulle barricate del "no" a nuove chiusure, convinta di trovare una sponda nel premier, il M5s si mostra prudente, Pd e Leu spingono per agire con nettezza, subito. Due capisaldi muovono l'azione di Conte: non chiudere le scuole, non fermare le attivita' produttive. Sul primo punto tutto il governo concorda: va bene aumentare la didattica a distanza, non chiudere le aule. Sul secondo punto invece si discute. C'e' chi ritiene che alcune attivita' non essenziali siano 'sacrificabili' per far abbassare la curva, garantendo i necessari ristori a tutte le categorie interessate con un decreto legge da approvare insieme alla manovra. C'e' chi pensa al contrario - e Teresa Bellanova per Italia viva si sta intestando questa battaglia - che non si possa "esagerare", si debba evitare ogni chiusura. A far discutere e' il "coprifuoco" ipotizzato da piu' d'uno nel governo e proposto alle Regioni: far chiudere ristoranti, locali, negozi alle 22 o alle 23. Il solo termine "coprifuoco" fa paura, tanto che Palazzo Chigi invita la stampa a non "alimentare confusione con fughe in avanti" e attendere le "comunicazioni ufficiali" sulle nuove misure, che arriveranno dopo un confronto con Regioni ed enti locali, scienziati, "per tutelare nel modo piu' efficace gli interessi sanitari e socio-economici di tutti i cittadini". Conte, che in definitiva agli occhi degli italiani si espone da responsabile delle nuove misure, vuole soppesare bene il pacchetto di interventi. E' contrario a un coprifuoco vero e proprio, col divieto di uscire di casa, e ascolta i dubbi delle Regioni e degli stessi scienziati sull'efficacia di un lockdown notturno. Far chiudere ristoranti ancor prima della mezzanotte non convince non solo i governatori ma anche il M5s. Certo, le misure per limitare gli assembramenti da movida sono destinate a essere irrigidite. Potrebbe esserci una stretta in particolare nel weekend. E anche lo sport va incontro a una nuova stretta che potrebbe essere molto pesante: alle famiglie si potrebbe chiedere il sacrificio di non far fare sport ai figli, vietando lo sport di contatto dilettantistico, e agli operatori del settore un sacrificio ancora piu' grande chiudendo palazzetti, palestre e piscine. Ma anche qui, si discute animatamente. Il ministro Vincenzo Spadafora ricorda tra l'altro che fare sport fa bene alla salute, un dato non irrilevante mentre per la salute si combatte. Escluso, per ora, di far abbassare le serrande a estetiste e parrucchieri, le misure su cui tutti concordano sono rafforzare il tracciamento (Vito Crimi chiede di rendere "obbligatoria" l'app Immuni) e uno smart working "spinto": nel pubblico si puo' arrivare a un'asticella del 75% e anche se nel privato non si puo' imporlo, si puo' raccomandarlo con forza. Si aiuterebbe cosi' ad alleggerire il trasporto pubblico locale che, secondo i Cinque stelle, resta il vero tallone d'Achille - ben piu' della scuola - nella lotta al virus (in politichese: citofonare De Micheli, non Azzolina). C'e' chi spinge per una riduzione della capienza dall'80% al 50%, a fronte di maggiori risorse. Un tema, quest'ultimo, strettamente legato a quello della stretta. Perche' se arriveranno nuovi divieti, restrizioni, limiti di orari, bisognera' aiutare un'economia in affanno, che adesso accennava a ripartire. Ecco perche' accanto alla manovra dovrebbe essere approvato un nuovo decreto di aiuti Covid: come modulare gli interventi, dipendera' anche dal dpcm. (
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