Il dibattito nei pentastellati
17 Ottobre 2020 - 15:04
Laura Castelli con Di Maio
Ma la crociata del figlio di Gianroberto è contro i cambiamenti che aleggiano sulla governance del Cinquestelle. E non molla nemmeno sulla deroga al tetto dei due mandati: "E' un problema solo per chi non vuole rispettare gli impegni presi o i principi del Movimento".
"Sono d'accordo con Luigi Di Maio. Il lavoro dei territori e' importantissimo e dobbiamo farli ripartire. Il loro entusiasmo e' molto e il loro ruolo centrale in questa fase del movimento. Credo che pensare di destinare una parte delle risorse alla piattaforma (spina dorsale della nostra organizzazione) e una parte ai territori sia la giusta visione. La rete senza le persone non penso possa andare molto lontano". Lo scrive, sui social, la viceministro dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, rinfocolando il dibattito tra i pentastellati proietati agli Stati Generali. Mai come in questa occasione a sorprendere è l'attivismo di Davide Casaleggio, che in un mese è intervenuto nel dibattito politico molto più che negli ultimi due anni. Del resto la sua creatura, Rousseau, è sotto tiro da tempo, con una grossa fetta di portavoce che chiede la separazione dai destini del Movimento, soprattutto interrompendo i versamenti di 300 euro al mese per il funzionamento della piattaforma. La risposta non si è fatta attendere, con l'annuncio della sospensione di alcuni servizi, proprio durante la fase finale della campagna referendaria.Poi lo scontro con alcuni consiglieri regionali, Roberta Lombardi in testa, e adesso il lancio della nuova applicazione per l'Open Source. Per alcuni parlamentari tardivo. Ma la crociata del figlio di Gianroberto è contro i cambiamenti che aleggiano sulla governance del Cinquestelle. "In alcune interviste ho visto proporre segreterie partitiche che dovrebbero prendere le decisioni su candidature, programma e regole al posto degli iscritti.Questo snaturerebbe il M5S e ovviamente sarei contrario", tuona Casaleggio jr. Che non molla nemmeno sulla deroga al tetto dei due mandati: "E' un problema solo per chi non vuole rispettare gli impegni presi o i principi del Movimento". Sulla stessa lunghezza d'onda è Alessandro Di Battista, che ha già messo nero su bianco le sue idee: per la maggior parte compatibili con le idee espresse dal presidente di Rousseau.Dall'altra parte del campo, invece, ci sono i cosiddetti 'governisti'. Come Luigi Di Maio, che accoglie con favore il ritorno in campo del suo ex collega alla Camera, "anche se gli attacchi fanno male", e prova a spegnere le polemiche con Casaleggio ("ci metto la mano sul fuoco"). Il ministro degli Esteri, però, è convinto che una netta 'separazione delle carriere' tra politica e Rousseau debba esserci: la cassa, ad esempio, deve essere affidata al controllo del Movimento. Così come per il futuro serve una struttura territoriale, come richiesto da anni da varie aree della galassia pentastellata. Per Casaleggio, però, non verrà superata la figura del capo politico, anche perché "fu inserito per rispondere a una legge che di certo non era del Movimento". In sostanza, seppur con toni più soft, la battaglia interna è già nella fase più intensa.
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