Il profilo della presidente scomparsa
15 Ottobre 2020 - 10:44
Jole Santelli
Dal 2001 e' eletta parlamentare di Forza Italia, prima alla Camera poi al Senato. E' stata sottosegretaria alla Giustizia sia nel secondo che nel terzo governo guidato da Silvio Berlusconi (dal 2001 al 2006). E' stata invece sottosegretario al Lavoro nel governo di larghe intese guidato da Enrico Letta, nel 2013, fino all'uscita di FI dall'esecutivo.
Berlusconiana doc, Jole Santelli, morta all'eta' di 51 anni, si era candidata alla presidenza della Regione Calabria accogliendo, dopo un periodo di tentennamento, le richieste del centrodestra, sfidando la malattia. Nata a Cosenza il 28 dicembre del 1968, si trasferisce da giovane a Roma dove si laurea e specializza in diritto e procedura penale all'Universita' La Sapienza. Dopo aver svolto la pratica in alcuni studi entra in quello di Cesare Previti, ex avvocato del Cavaliere ed ex parlamentare e ministro della Difesa nel primo governo Berlusconi. Dopo una breve militanza politica nel partito socialista, Santelli si iscrive a Forza Italia nel 1994, anno di fondazione del partito. Due anni dopo inizia la collaborazione con l'ufficio legislativo del gruppo di FI al Senato, per poi passare a quello della Camera nel 1998. Dal 2000 coordina il dipartimento giustizia del partito e diventa assistente parlamentare di Marcello Pera. Dal 2001 e' eletta parlamentare di Forza Italia, prima alla Camera poi al Senato. E' stata sottosegretaria alla Giustizia sia nel secondo che nel terzo governo guidato da Silvio Berlusconi (dal 2001 al 2006). E' stata invece sottosegretario al Lavoro nel governo di larghe intese guidato da Enrico Letta, nel 2013, fino all'uscita di FI dall'esecutivo.
Dal 2013 e' coordinatrice regionale di FI in Calabria. Dal 2016 ricopre gli incarichi di vicesindaco e assessore alla cultura a Cosenza nella giunta guidata dal sindaco Mario Occhiuto, fino alle dimissioni nel dicembre 2019 dettate dalla decisione di candidarsi alla presidenza della Regione nelle elezioni del 26 gennaio scorso. La sua candidatura, fortemente voluta da Berlusconi, e' appoggiata, oltre che da Forza Italia, da Lega, Fratelli d'Italia, Udc e dalle liste civiche Jole Santelli Presidente e Casa delle Liberta'. Santelli e' eletta con il 55,3% dei voti contro il 30,2% andato a Filippo Callipo (Pd e civiche). E' la prima donna eletta presidente della Regione Calabria, la seconda donna eletta presidente di una regione del Sud (la prima fu, nei primi anni ottanta, l'abruzzese Anna Nenna D'Antonio). Nel corso della campagna elettorale delle regionali in Calabria parla pubblicamente della sua malattia. "Non ho mai nascosto la mia malattia, qui tutti sanno, non voglio neanche pero' che essa mi perseguiti", dice. "Io sono in cura presso il reparto di oncologia di Paola. Sorpresi, vero? Da noi ci sono medici eccellenti. Le eccellenze in un mare di incompetenza, clientelismo, ignavia annegano come sassolini nello stagno. Lo so, tante cose non vanno. E io provero' a cambiare". Santelli racconta un aneddoto relativo alla candidatura. "Quando Silvio Berlusconi mi offre la candidatura ringrazio felice, ma chiedo due minuti prima di accettare. Chiudo la telefonata e formo il numero del mio oncologo: posso candidarmi? Posso onorare il mandato quinquennale? Il medico risponde: non solo puoi candidarti ma mi auguro che io possa essere il tuo consulente negli anni della presidenza".
LA LUNGA E CORAGGIOSA LOTTA CONTRO IL TUMORE
Una lunga e orgogliosa lotta contro il tumore. Jole Santelli non ha mai fatto mistero della sua malattia, che ha iniziato a perseguitarla dall'autunno del 2014. Oltre cinque anni a fare i conti con un dolore grande che la governatrice calabrese scomparsa oggi ha affrontato con coraggio, trasformandolo in energia positiva. Quando ne parlava, Santelli lo faceva anche per lanciare un messaggio di speranza nella vita, nel futuro e persino nella sanita' della Calabria, il "buco nero" della sanita' nazionale. Cosi' e' stato lo scorso 12 gennaio, in piena campagna elettorale per le Regionali che la vedevano candidata alla presidenza per il centrodestra, in un'intervista al "Fatto Quotidiano". "Non ho mai nascosto la mia malattia, qui tutti sanno - disse - non voglio neanche pero' che essa mi perseguiti. Io sono in cura presso il reparto di oncologia di Paola. Da noi ci sono medici eccellenti. Le eccellenze in un mare di incompetenza, clientelismo, ignavia annegano come sassolini nello stagno. Lo so, tante cose non vanno. E io provero' a cambiare".
La Santelli poi confido' retroscena molto intimi legati alla sua convivenza con il tumore: "Quando una persona subisce un attacco cosi' violento alla propria vita - dichiaro' - quando il dolore fisico si fa radicale e incomprimibile, allora quella persona ha due strade: deprimersi e farsi portare via dalla corrente, scegliere che il destino scelga per lei. Oppure attivarsi, concentrarsi e soprattutto ribellarsi. Quando Silvio Berlusconi mi offre la candidatura ringrazio felice, ma chiedo due minuti prima di accettare. Chiudo la telefonata e formo il numero del mio oncologo: posso candidarmi? Posso onorare il mandato quinquennale? Il medico risponde: non solo puoi candidarti ma mi auguro che io possa essere il tuo consulente negli anni della presidenza". E ancora: "La malattia ti da' tanti dolori ma ti fa un grande regalo: ti fa conoscere la liberta', ti aiuta a non avere paura di niente, a non rispettare piu' le convenienze. La malattia, oltre alla disgrazia, mi ha dato la fortuna di non avere paura della liberta', di essere libera e di sentirmi tale. E non ho paura del coraggio che serve perche' quello l'ho dovuto conoscere cosi' bene che e' diventato un mio amico fraterno". I mesi alla guida della Regione non sono stati pero' facili, per Santelli, costretta a rintuzzare con cadenza quasi quotidiana le dicerie e i pettegolezzi sul suo stato di salute: lo scorso 14 settembre, al culmine delle malignita', a margine di una conferenza stampa nella sede della Regione a Catanzaro Santelli in un fuori onda diventato subito virale sbotto' un eloquente "mi hanno rotto i coglioni" e poi defini' "miserabili" e "penose" quelle voci. Agli occhi dei cronisti, quel giorno, era apparsa dimagrita, ma energica come sempre.
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