Varato l'antimafia

Il Governo approva il decreto per fermare la scarcerazione dei mafiosi

Consente ai giudici di rivalutare, alla luce del mutato quadro sanitario, con una diversa situazione a livello di disponibilita' di strutture penitenziarie e ospedaliere, le concessioni da loro disposte nei confronti dei detenuti a causa della diffusione del Covid-19.

Il Corriere Redazione

10 Maggio 2020 - 00:07

Bonafede: «Sono senza parole per la tragedia di Orta Nova»

Il ministro Alfonso Bonafede

"Nessuno puo' pensare di approfittare dell'emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus per uscire dal carcere. Da stasera c'e' una nuova norma che mette ordine alla situazione. In un momento cosi' straordinario si stava andando avanti con vecchi strumenti", ha dichiarato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in seguito all'approvazione del 'dl Antimafia' in consiglio dei ministri.

"Nessuno puo' pensare di approfittare dell'emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus per uscire dal carcere. Lo afferma il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in seguito all'approvazione del 'dl Antimafia' in consiglio dei ministri. "E' un insulto alle vittime, ai loro familiari e a tutti i cittadini, che in questo momento stanno anche vivendo le tante difficolta' della pandemia. I magistrati applicano le leggi e come sempre io rispetto la loro autonomia e indipendenza. Da stasera c'e' una nuova norma che mette ordine alla situazione. In un momento cosi' straordinario si stava andando avanti con vecchi strumenti. Ma in momenti straordinari, servono provvedimenti straordinari", aggiunge Bonafede. "La settimana scorsa abbiamo approvato un decreto che rende obbligatoria la richiesta del parere della direzione nazionale e delle direzioni distrettuali antimafia e antiterrorismo, prima di assegnare la detenzione domiciliare, e, stando ai dati di questa prima settimana, sta gia' dando i suoi frutti: abbiamo fermato l'emorragia. Oggi chiudiamo il cerchio", dichiara ancora il ministro.

Il provvedimento, in sintesi, consente ai giudici di rivalutare, alla luce del mutato quadro sanitario, con una diversa situazione a livello di disponibilita' di strutture penitenziarie e ospedaliere, le concessioni da loro disposte nei confronti dei detenuti a causa della diffusione del Covid-19. "Promuoviamo una sinergia, un gioco di squadra, perche' saranno chiamati in causa l'autorita' sanitaria e il dipartimento amministrazione penitenziaria, affinche' diano ai giudici, cui rimane ovviamente l'ultima parola, un quadro sulla disponibilita' di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta in cui il condannato, o chi si trova in custodia cautelare, puo' riprendere la detenzione, chiaramente senza alcun pregiudizio per le sue condizioni di salute", sottolinea Bonafede. "Con questi due decreti ribadiamo con fermezza quanto lo Stato sia impegnato nella lotta alla mafia. Un impegno che continuiamo a portare avanti, in onore della memoria di chi su questo terreno ha perso la vita e i propri affetti, nonche' per il futuro dei nostri figli. La mafia mina le fondamenta della democrazia del nostro Paese e dobbiamo mettercela tutta affinche' la giustizia faccia sempre il suo corso, fino all'ultimo", conclude il ministro.

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