La protesta
09 Maggio 2020 - 14:53
"È necessario sostenere la frequenza scolastica a scuola con un piano di prevenzione e contrasto al Covid 19 rivolto all'intera popolazione. Con interventi mirati anche per la scuola: ingressi e uscite scaglionate, termoscanner con personale formato per la misurazione della temperatura, eliminazione delle pause collettive come la ricreazione, il pranzo e le assemblee scolastiche per organizzarle in forma scaglionata", chiedono le mamme
La didattica a distanza? Deve stare a distanza: i genitori non la vogliono piu'. Passi per quest'anno scolastico, ma l'idea della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina di riproporla, part time, anche a settembre sta provocando le prime rivolte. Gentili, ma ferme. Il no parte dalla Sardegna con una petizione online da questo pomeriggio in rete: e' rivolta non solo all'isola, ma a tutta l'Italia. Un'iniziativa che nasce dopo due incontri, sempre sul web, promossi dallo psicologo e psicoterapeuta Luca Pisano, da anni figura di riferimento per le problematiche giovanili con il suo Osservatorio Cybercrime, iniziativa che tuttora coinvolge mamme e papa' su temi delicati che riguardano scuola, adolescenti e bullismo. Le ultime due riunioni hanno avuto un successo strepitoso: oltre diecimila contatti. E il malcontento verso la scuola con le lezioni via pc o telefonino e' emerso con tutta la sua forza. Il titolo della petizione e' molto chiaro. "No alla chiusura delle scuole e alla didattica mista (meta' a scuola, meta' a casa)". "Considerando - spiega Piano all'ANSA - che dall'istruzione delle nuove generazioni dipende il futuro della nostra nazione, e' inaccettabile che si valutino strategie di risparmio economico quando si parla dell'educazione dei nostri figli". Insomma, didattica a distanza bocciata, non rimandata a settembre. Perche' non e' la scuola che i genitori si aspettano, perche', anche part time, e' incompatibile con le necessita' lavorative di mamme e papa' (bambino solo in casa con il computer?). Ma soprattutto perche' non tiene conto delle esigenze dei piu' deboli. "Dai ragazzi con disabilita' a chi ha disturbi dell'apprendimento - spiega Pisano - se non si riaprono le scuole, la vera istruzione potrebbe essere solo quella dei figli di ricchi. Anche da questi ultimi incontri con i genitori e' emerso che molti sono pronti a iscrivere i loro figli in scuole private che garantiscono ampi spazi e pochi alunni. E chi non puo' permettersi di pagare le rette?". Servono spazi e pochi ragazzi per classe e quindi piu' insegnanti e personale Ata per consentire i doppi turn: Pisano spiega che per poter riaprire le scuole a settembre, bisogna partire adesso. "Con la sperimentazione si potrebbe partire anche oggi - afferma - ci sono realta' in Sardegna, ma anche nel Lazio in cui si puo' gia' fare scuola perche' ci sono pochi alunni e molti spazi a disposizione". Naturalmente il progetto lanciato nella petizione non ignora il problema sanitario. "La sola chiusura delle scuole - dice Pisano - puo' prevenire il 2-4% dei decessi ed e' improbabile che sia una misura efficace se gli studenti continuano a frequentare i coetanei fuori casa: e' necessario sostenere la frequenza scolastica a scuola con un piano di prevenzione e contrasto al Covid 19 rivolto all'intera popolazione". Con interventi mirati anche per la scuola: ingressi e uscite scaglionate, termoscanner con personale formato per la misurazione della temperatura, eliminazione delle pause collettive come la ricreazione, il pranzo e le assemblee scolastiche per organizzarle in forma scaglionata. E i bus? Piu' numerosi e sempre sanificati.
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