L'indignazione

Musumeci: no al rientro in Sicilia dei boss scarcerati

"Esistono ragioni di sicurezza, di ordine pubblico e di buon senso per dire no al rientro di alcuni detenuti pericolosi nei luoghi dove vivevano e dove hanno commesso gravi reati. Ecco perche' certe decisioni lasciano sbigottiti", dichiara il governatore siciliano

Il Corriere Redazione

25 Aprile 2020 - 13:42

Musumeci si rivolge al premier Conte e ai ministri dell'Interno Lamorgese e della Giustizia Bonafede, affinche' si valutino misure alternative alla scarcerazione: "La Sicilia e' una terra che oltre ad avere pagato un altissimo tributo al potere mafioso, in termini di vite spezzate e di sviluppo negato, non puo' correre il rischio che il ritorno a casa di alcuni boss riaccenda chissa' quali dinamiche di potere all'interno delle organizzazioni criminali"

"Esistono ragioni di sicurezza, di ordine pubblico e di buon senso per dire no al rientro di alcuni detenuti pericolosi nei luoghi dove vivevano e dove hanno commesso gravi reati. Ecco perche' certe decisioni lasciano sbigottiti. E l'incredulita' che provano alcuni magistrati, da sempre in prima linea, e' la stessa che sta provando la gente comune. Se proprio si rende necessario assegnare agli arresti domiciliari personaggi mafiosi di spessore, allo scopo di decongestionare le carceri in questo periodo di epidemia, si prendano assolutamente in considerazione soluzioni diverse". Lo afferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, alla luce dei casi Bonura, Iannazzo, Sansone e, per ultimo, Zagaria. 

Il governatore siciliano si rivolge al premier Conte e ai ministri dell'Interno Lamorgese e della Giustizia Bonafede, affinche' si valutino misure alternative alla scarcerazione. "La Sicilia e' una terra che oltre ad avere pagato un altissimo tributo al potere mafioso, in termini di vite spezzate e di sviluppo negato, non puo' correre il rischio che il ritorno a casa di alcuni boss riaccenda chissa' quali dinamiche di potere all'interno delle organizzazioni criminali", dice Musumeci. (ANSA).

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