La cerimonia nella pandemia
25 Aprile 2020 - 11:03
Mattarella solo davanti all'Altare della Patria
Da solo e con la mascherina Sergio Mattarella ha salito la scalinata ed ha reso onore al milite ignoto. In cima ha trovato due corazzieri, anch'essi con la mascherina, che hanno portato una corona al sacello del milite ignoto. Un trombettiere dei carabinieri ha suonato il silenzio.
"Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, resistendo all'oppressione, rischiando per la liberta' di tutti, significa ribadire i valori di liberta', giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore". Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio in occasione del 25 aprile.
E quest'anno ancora piu' di altre volte, dal ricordo della nostra storia recente dobbiamo trarre ispirazione. Dopo la sofferenza della Guerra e dopo la Liberazione nacque una "nuova Italia", grazie a un popolo che "unito intorno a valori morali e civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro". L'Italia ha superato ostacoli quasi insormontabili "con tenacia, con spirito di sacrificio e senso di appartenenza alla comunita' nazionale", e "le energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono alla rinascita. Il popolo italiano riprese in mano il proprio destino". Tanto che "la ricostruzione cambio' il volto del nostro Paese e lo rese moderno, piu' giusto, conquistando rispetto e considerazione nel contesto internazionale" e anche "dotandosi di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista". Nei 75 anni di democrazia duramente conquistata, fa notare il Presidente, "la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai incrinato l'esigenza di unita' del popolo italiano", anzi in epoca di rigurgiti di nazionalismi in tutto il mondo e' bene ricordare che la vera "prerogativa della nostra identita'" e' proprio questa unita' nella diversita'. La consapevolezza di avere un "comune destino" e' la "riserva etica" che ci ha permesso di superare tutti gli eventi dolorosi che ci hanno colpito, dalle crisi economiche alle catastrofi naturali. Per questo ancora una volta durante la pandemia il Capo dello Stato lancia un appello all'unita' e alla solidarieta'. Non un richiamo di facciata alle parti politiche, che non sempre hanno ascoltato in queste settimane, ma l'incitamento a uno sforzo collettivo perche' alla "impresa" di ripartire, con una "azione di rilancio e di rinnovata capacita' di progettazione economica e sociale" dopo l'epidemia "siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore". "Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando" sono le parole, di nuovo, di speranza del Capo dello Stato. (AGI)
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