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CONO D'OMBRA
polizia penitenziaria
30 Settembre 2021 - 18:17
«Oggi 30 settembre alle ore 9,45 circa, un detenuto italiano ristretto nel carcere di Torino ha dato in escandescenza e ha aggredito violentemente un Poliziotto Penitenziario che lo aveva invitato a desistere dal lanciare in aria computer e scrivanie che si trovavano al piano terra del Padiglione detentivo. Il detenuto ha sferrato calci e pugni nonché ha spintonato l’Agente facendolo cadere rovinosamente a terra. Il poliziotto penitenziario è stato accompagnato all’Ospedale Maria Vittoria di Torino dove, dopo gli accertamenti del caso è stato dimesso con giorni 15 (quindici) di prognosi s.c. per contusioni multiple», lo dichiara Leo Beneduci, Segretario Generale O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) che aggiunge: «Il personale è stanco di subire aggressioni gratuite da parte dei detenuti, che sembrerebbero agire in tale modo perché graziati da eccessivo buonismo, che parrebbe dovuto anche al fatto che molti procedimenti disciplinari redatti vengono fatti scadere mentre altri, vengono totalmente archiviati. Chiediamo a gran voce che l’azione disciplinare abbia il suo corso affinché i detenuti rispettino le regole interne e questo a garanzia dell’ordine e della sicurezza e della tutela dell’incolumità fisica del personale di Polizia Penitenziaria considerato che i detenuti si rifiutano di entrare nelle celle detentive e bivaccano nelle sezioni in assenza di interventi dei vertici della struttura. Questa situazione - prosegue - è intollerabile, non può più tardare un energico intervento dei vertici Regionali che sono ampiamente al corrente della grave situazione del carcere di Torino e del D.A.P. prima che a Torino accada qualcosa di irreparabile poiché il personale è allo stremo ed esausto. Oramai la situazione sta degenerando giorno dopo giorno tanto che la grave situazione di Torino, oltre ad essere stata segnalata da più parti sia al Provveditorato Regionale e sia al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è anche oggetto di una serie di interrogazioni Parlamentari sia alla Camera che al Senato della Repubblica. Oggi peraltro, per scelta della Ministra Cartabia il carcere in Italia è diventato una vera e propria giungla in cui vige la legge del più violento e del più delinquente laddove si consideri che ai Poliziotti Penitenziari non è consentito più effettuare una qualsivoglia perquisizione intesa ad individuare armi da taglio e da fuoco, droga, telefonini e materiale comunque pericoloso in quanto dovrebbe avvertirsi preventivamente una autorità amministrativa quale il garante nazionale dei detenuti che non ha alcuna competenza o giurisdizione in materia di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza. Per cui - conclude Beneduci - è probabile che a fare le spese di tale inosservanza siano dapprima i Poliziotti Penitenziari e poi l’intera collettività».
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