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Quando l’amore risarcisce la ferita: l'undicesimo comandamento di Anna Segre

Nel libro Onora la figlia la voce di Segre attraversa la perdita e la trasforma in verità: un dialogo con la madre e con se stessa, tra dolore, riscatto e speranza

Diana Zogno

03 Ottobre 2025 - 12:06

Quando l’amore risarcisce la ferita: l'undicesimo comandamento di Anna Segre

“Onora la figlia” (Ed.Interno Poesia) è un’opera grande che ci regala una prospettiva diversa sulla vita e sulla morte: uno iato di speranza che tutti dovremmo ascoltare perché se «la morte non guarisce», la vita sì. Nella raccolta di poesie scritte a ridosso della scomparsa della madre, la poetessa Anna Segre tocca l’intoccabile e ci regala una prospettiva inedita sulla perdita, entrando nel vivo di uno dei temi cardine nell’antologia del dolore di tutti noi. «Occorre mettersi nei panni di una persona che ha subìto un neglecto», spiega. «Sono sempre stata abituata all’assenza di mia madre. Nel momento in cui è morto mio padre, mia madre, così come io desideravo da sempre, ha voluto passare del tempo con me ed è stato un grande incontro. Un incontro a cui ho detto sì. Questa sua disponibilità è stata risarcitoria solo parzialmente. Mi dispiace che questo mio sì non abbia avuto dentro quel sentimento infantile di bisogno estremo e spasmodico di amore materno che provavo da bambina. Questo giace sulla brace del mio libro. Mi ha mostrato la strada del come si muore coerentemente con i propri principi e io questa sua eredità la sento dentro di me. Questa sua volontà di bene, morendo, è come se si fosse fatta eternamente presente». Il libro, uscito lo scorso 26 settembre in tutte le librerie, attraverso un’operazione di verità unica, entra nel vivo della ferita prima e ultima parlandoci di infanzia, patria potestà, danno. «Manca», scrive Segre «il comandamento del rispetto» che si deve a una figlia, dell’onore che si deve alla figlia. Versi che parlano da figlia per dare voce a ciò che ha sempre taciuto, per liberarlo oltre il ruolo e incarnarlo in una nuova forma con parole attraverso cui Segre disinnesca l’ordigno del potere. Una raccolta politica anche, in cui si rivolge al padre con la rabbia necessaria di chi ha carpito il senso ultimo del proprio intimo dolore, ma anche ai Padri d’Israele, cui l’autrice urla l’urgenza della disgregazione di un ordinamento che è violenza sottaciuta. 
Onora la figlia è un’opera lacerata che non cerca consolazione, un gesto poetico che apre uno spazio nuovo nel discorso sul legame materno, sul femminile, sulla memoria. E non ci sono vittime da compatire né carnefici da condannare. Solo esseri umani e un insegnamento di speranza che rivendica il diritto e il dovere all’amore, oltre ogni luogo e tempo verbale.


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