Il caso

Bloccati al largo di Gaza, gli attivisti della Flotilla tra rimpatrio e detenzione

Dopo il sequestro in acque internazionali, gli equipaggi attendono la decisione di Israele: potranno firmare per il rientro o finire in custodia fino all’espulsione. Il team legale: «Chiediamo una via diplomatica e l’intervento della Farnesina».

Il Mattino di Basilicata

02 Ottobre 2025 - 11:47

Bloccati al largo di Gaza, gli attivisti della Flotilla tra rimpatrio e detenzione

Gli attivisti della Flotilla bloccati ieri dalle forze israeliane potrebbero essere rimpatriati su loro richiesta oppure detenuti per poi essere comunque espulsi. È lo scenario che si prefigura nelle prossime ore per gli attivisti, secondo i precedenti avvenuti negli ultimi mesi, in cui ci sono stati altri i tentativi falliti della flotta umanitaria: l'ultimo si verificò nel luglio scorso quando l'equipaggio civile che era a bordo della nave Handala della Freedom Flotilla - compresi due attivisti italiani e due deputate francesi - fu fermato dalle forze militari israeliane in acque internazionali. In quell'occasione, gli attivisti vennero arrestati per aver tentato di violare il blocco imposto dalla sicurezza marittima israeliana e si trovarono di fronte a due opzioni: firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese, oppure essere arrestati e detenuti, andando poi di fronte a un giudice con rimpatrio forzato in pochi giorni giorni. "Prima della partenza, anche sulla decisione delle eventuali pratiche da firmare, sono stati fatti degli specifici training: quindi gli equipaggi hanno avuto specifiche indicazioni. Il nostro compito - ha spiegato il team legale italiano - è quello di spingere per una via diplomatica affinché ci sia il rilascio immediato, insomma una sorta di rapida espulsione. Abbiamo avuto contatti con la Farnesina per chiedere una unità di crisi dell'ambasciata italiana".

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