Focus

Monitorare il sonno con App e Wearable: benefici e limiti della Sleep Tech

Negli ultimi anni, la tecnologia del sonno ha fatto passi da gigante. Affidarsi a questi strumenti significa poter comprendere meglio le proprie abitudini notturne, adottando di conseguenza le opportune strategie per migliorarne la qualità.

Il Corriere Redazione

13 Marzo 2025 - 14:47

Monitorare il sonno con App e Wearable: benefici e limiti della Sleep Tech

Monitorare il sonno può aiutare a individuare le abitudini da correggere, ma la vera chiave per dormire meglio risiede nel coltivare una routine sana e costante, nel creare un ambiente di riposo adeguato e, soprattutto, in un utilizzo equilibrato della tecnologia, in particolar modo nelle ore serali.

App e dispositivi indossabili, utili per registrare e valutare abitudini individuali come il sonno, stanno guadagnando sempre più popolarità nella vita di tutti i giorni. Tali strumenti sono progettati per raccogliere informazioni su vari aspetti della nostra routine: rilevano l’attività fisica, le calorie bruciate, il battito cardiaco, lo stress e la qualità del riposo. Quest’ultima, in particolare, è al centro della cosiddetta “sleep tech”, l’insieme di tecnologie progettate per migliorare il sonno.

L’ultimo studio di ExpressVPN approfondisce come la sleep tech possa essere davvero un valido alleato per migliorare la consapevolezza sul proprio riposo: è importante, tuttavia, non diventarne dipendenti. Monitorare il sonno può aiutare a individuare le abitudini da correggere, ma la vera chiave per dormire meglio risiede nel coltivare una routine sana e costante, nel creare un ambiente di riposo adeguato e, soprattutto, in un utilizzo equilibrato della tecnologia, in particolar modo nelle ore serali.

I vantaggi della sleep tech: quando conviene monitorare il sonno

Negli ultimi anni, la tecnologia del sonno ha fatto passi da gigante. Affidarsi a questi strumenti significa poter comprendere meglio le proprie abitudini notturne, adottando di conseguenza le opportune strategie per migliorarne la qualità. Smartwatch, smartband e anelli intelligenti utilizzano speciali sensori per analizzare quanto tempo si trascorre nelle diverse fasi del sonno. Analizzando queste informazioni si possono identificare eventuali disturbi, come risvegli frequenti o apnee notturne, capire se si dorme a sufficienza e se si ricaricano realmente le pile.

Tra le soluzioni più interessanti ci sono le sveglie intelligenti che sfruttano l’analisi del sonno per destare l’utente nel momento più opportuno. Questo fattore contribuisce ad alleviare la sensazione di stanchezza al risveglio, promuovendo energia e concentrazione. I dispositivi aiutano persino a sviluppare abitudini serali migliori: sono in grado di indicare l’orario ideale in cui andare a dormire per svegliarsi riposati, suggeriscono apposite tecniche di rilassamento, consigliano quando ridurre l’uso dello smartphone per limitare l’esposizione alla luce blu.

Sleep tech: limiti e criticità nell’uso della tecnologia

La sleep tech offre una serie di benefici, ma va tenuto presente che la qualità del sonno dipende in primis dalle sane abitudini di ognuno. Innanzitutto, i dati raccolti non sono del tutto accurati: non sempre i dispositivi riescono a distinguere con precisione tra sonno leggero, profondo o veglia. Un punteggio basso su un’app non significa necessariamente avere un problema clinico, così come un punteggio alto non garantisce un sonno realmente ristoratore. Un ulteriore rischio è quello di sviluppare una sorta di ansia da monitoraggio: preoccupandosi troppo dei dati registrati alcuni individui finiscono per dormire peggio, turbati dallo stress legato al controllo continuo.

Alla luce di quanto osservato, è fondamentale tenere a mente che la tecnologia non può ancora sostituire un esame medico: le indicazioni sono utili ma non certo equiparabili a quelle di precisi strumenti diagnostici. Proprio perché richiedono l’uso dello smartphone poco prima di coricarsi, molte app per il monitoraggio del sonno rischiano di rivelarsi controproducenti: l’esposizione agli schermi prolunga l’assimilazione della luce blu, che inibisce la produzione di melatonina e può disturbare l’addormentamento, specialmente se si finisce per controllare le email o i social prima di dormire. Infine, c’è da considerare la questione della privacy: molte app raccolgono dati sulle nostre abitudini di riposo, e non è chiaro che fine facciano queste informazioni e come vengano utilizzate.

Inserisci un commento

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

BLOG