La strana guerra
12 Agosto 2024 - 22:08
"Ribadiamo che è inaccettabile che uno stato invada il proprio vicino: vale per la Russia e vale anche in questo caso per l'Ucraina", le parole di Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di FdI al Senato.
Le guerre fanno paura, all'Europa e all'Italia. Dopo l'escalation del fronte russo-ucraino, il centrodestra sembra mettere un freno all'utilizzo delle armi italiane sul territorio russo. L'azione fuori dai propri confini è "una reazione all'invasione russa che credo abbia, dal punto di vista ucraino, l'obiettivo di porsi in una posizione di maggiore vantaggio quando il conflitto suggerirà a Putin di avviare trattative per un cessate il fuoco. Ma per quanto ci riguarda non possiamo che stigmatizzare l'utilizzo di mezzi e di armamenti dell'Alleanza Atlantica per offendere un altro Stato sul proprio territorio", ha affermato Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di FdI al Senato. "Ribadiamo che è inaccettabile che uno stato invada il proprio vicino: vale per la Russia e vale anche in questo caso per l'Ucraina", le parole dell'esponente del partito della premier Giorgia Meloni. Sulla stessa posizione la Lega: "Quello che sta succedendo in Ucraina è la conferma che in tutto l'Occidente la politica conta sempre di meno", ha commentato il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo. "Spesso è solo di facciata perché sono altri che governano e che decidono". "siamo in mano ad élite tecno-finanziarie" che- prosegue - pensano "di risolvere il problema del debito pubblico con le guerre" ma "così facendo scherzano con il fuoco". Perché torni la diplomazia deve tornare la politica. Per sperare in un negoziato serve unire le intelligenze di pace a prescindere dall'appartenenza politica". Il monito è arrivato anche dal governo. Dalle colonne del Corriere, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a tornare sull'argomento. Dando sì l'appoggio a Kiev, ma ricordando che la linea dell'Italia è netta: "Sosteniamo l'Ucraina senza se e senza ma, possiamo comprendere la loro volontà di difendersi anche contrattaccando, ma non siamo in guerra con la Russia. Le armi che abbiamo fornito non possono essere usate per attaccare la Russia sul suo territorio", ha ribadito. E guardando anche all'avanzata degli ucraini e gli attacchi in territorio russo: Di questo "ne parleremo ufficialmente con il ministro ucraino Kuleba a fine mese al Consiglio per gli Affari esteri Ue, chiederemo chiarimenti e valuteremo come agire. Sicuramente - ha garantito Tajani - non manderemo i nostri soldati a combattere e invitiamo tutti alla massima prudenza".
LA POSIZIONE DEL CENTRODESTRA ITALIANO
Il centrodestra italiano, rappresentato da Fratelli d'Italia (FdI) e dalla Lega, ha espresso chiaramente la propria posizione riguardo all'uso delle armi italiane nel conflitto russo-ucraino. Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di FdI al Senato, ha sottolineato che l'Italia non può accettare l'uso di armamenti dell'Alleanza Atlantica per offendere un altro Stato sul proprio territorio. Questa dichiarazione riflette una preoccupazione per le implicazioni etiche e strategiche di un coinvolgimento militare diretto. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ha aggiunto un ulteriore livello di critica, evidenziando come la politica occidentale sembri sempre più impotente di fronte alle decisioni prese da élite tecno-finanziarie. Secondo Romeo, queste élite vedono la guerra come una soluzione ai problemi economici, ma in realtà stanno "scherzando con il fuoco". La sua affermazione richiama l'attenzione sulla necessità di un ritorno alla diplomazia e alla politica come strumenti principali per risolvere i conflitti.
IL RUOLO DELLA DIPLOMAZIA
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito la posizione dell'Italia: sostegno all'Ucraina, ma con limiti chiari sull'uso delle armi. "Sosteniamo l'Ucraina senza se e senza ma, possiamo comprendere la loro volontà di difendersi anche contrattaccando, ma non siamo in guerra con la Russia", ha dichiarato Tajani. Questa posizione riflette un equilibrio delicato tra il sostegno a un alleato e la prudenza necessaria per evitare un'escalation del conflitto. Tajani ha anche annunciato che l'Italia chiederà chiarimenti al ministro ucraino Kuleba durante il prossimo Consiglio per gli Affari esteri dell'UE. Questo incontro sarà cruciale per definire ulteriormente la posizione italiana e per garantire che le armi fornite non vengano utilizzate per attacchi sul territorio russo.
LE IMPLICAZIONI PER L'ITALIA E L'EUROPA
Le dichiarazioni dei leader del centrodestra e del ministro degli Esteri riflettono una preoccupazione più ampia per le implicazioni del conflitto russo-ucraino sull'Europa e sull'Italia. La guerra non è solo una questione di geopolitica, ma ha anche profonde ripercussioni economiche e sociali. L'Italia, come molti altri paesi europei, è preoccupata per le conseguenze di un'escalation del conflitto, che potrebbe portare a un aumento delle tensioni internazionali e a un ulteriore deterioramento delle relazioni con la Russia. Inoltre, la guerra ha messo in luce le fragilità della politica europea e la necessità di un approccio più coeso e strategico. La diplomazia e la politica devono tornare al centro del dibattito, come ha sottolineato Romeo, per sperare in una soluzione pacifica e duratura.
LA NECESSITÀ DI UN APPROCCIO EQUILIBRATO
In un contesto così complesso, è fondamentale mantenere un approccio equilibrato e ponderato. Le dichiarazioni di Speranzon, Romeo e Tajani riflettono una consapevolezza delle sfide e delle responsabilità che l'Italia deve affrontare. Il sostegno all'Ucraina è importante, ma deve essere bilanciato con la prudenza e la diplomazia per evitare un'escalation del conflitto. L'Italia ha il compito di navigare in queste acque turbolente con saggezza e determinazione, promuovendo la pace e la stabilità attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale. Solo così sarà possibile affrontare le sfide del presente e costruire un futuro più sicuro e prospero per tutti.
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