L'escalation

La Polonia autorizza l'Ucraina a usare le sue armi in territorio russo, gli Usa pensano di fare lo stesso: siamo a un passo dalla terza guerra mondiale

"Non esistono restrizioni di questo tipo sulle armi polacche fornite all'Ucraina", ha detto il viceministro della Difesa, Cezary Tomczyk, invitando gli altri Paesi occidentali ad eliminare le restrizioni sull'uso delle armi da loro fornite

Il Corriere Redazione

29 Maggio 2024 - 11:46

La Polonia autorizza l'Ucraina a usare le sue armi in territorio russo, gli Usa pensano di fare lo stesso: siamo a un passo dalla terza guerra mondiale

Il ministro della Difesa polacco Cezary Tomczyk

Il presidente americano Joe Biden starebbe valutando di revocare i limiti imposti a Kiev sull’uso delle armi a corto raggio fornite da Washington e "punire" la Cina per aver fornito tecnologia a Mosca. 

Le autorita' polacche non limitano l'uso delle armi fornite all'Ucraina, queste possono essere usate da Kiev per attaccare anche obiettivi sul territorio russo, ha detto il viceministro della Difesa, Cezary Tomczyk, alla radio Zet, rilanciato dall'agenzia russa Tass. "Non esistono restrizioni di questo tipo sulle armi polacche fornite all'Ucraina", ha detto. Il viceministro ha anche invitato gli altri Paesi occidentali ad eliminare le restrizioni sull'uso delle armi da loro fornite in modo che Kiev possa attaccare anche le retrovie delle truppe di Mosca sul territorio russo.

Il presidente americano Joe Biden starebbe valutando due nuove contromisure per frenare l’avanzata russa in Ucraina: revocare i limiti imposti a Kiev sull’uso delle armi a corto raggio fornite da Washington e "punire" la Cina per aver fornito tecnologia a Mosca. Lo scrive il Washington Post in un articolo a firma dell'editorialista David Ignatius, che sottolinea come queste mosse rappresenterebbero un'escalation significativa della politica "attentamente calibrata di Biden" che ha sostenuto "l'Ucraina cercando di evitare il confronto diretto con il presidente russo Vladimir Putin o con il suo alleato chiave, la Cina di Xi Jinping". Il fatto che tali mosse vengano prese in considerazione ora dimostra la crescente preoccupazione dell'amministrazione Biden rispetto alla vulnerabilità dell'Ucraina sul campo di battaglia.

La domanda è come risponderebbe Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è limitato a far sapere che "il comandante supremo", cioè lo stesso Putin, e i vertici militari "stanno adottando contromisure adeguate e si stanno preparando". Misure di cui solo loro sarebbero quindi a conoscenza. Ma le parole del presidente sembrano lasciare aperto anche uno scenario terrificante, quello di una guerra tra Russia e Nato. Il capo del Cremlino ha messo in guardia soprattutto quei Paesi europei "con un piccolo territorio ma con un'alta densità di popolazione", che subirebbero le conseguenze più devastanti. Facile vedere un accenno agli Stati baltici, sostenitori della linea più intransigente possibile contro Mosca. Proprio loro, dunque, dovrebbero prendere in considerazione questi fattori di rischio "prima di parlare di attacchi nel profondo del territorio russo". Alcuni di questi Paesi, insieme con la Polonia, si sono detti anche pronti all'invio di truppe sul terreno in Ucraina, ventilato per primo dal presidente francese Emmanuel Macron. Ciò sarebbe "un altro passo" verso "un conflitto globale", ha commentato Putin, avvertendo che questi soldati "si troverebbero nella zona di tiro delle forze armate russe". "Possono andare e auguriamo loro buona fortuna - ha detto ancora -. Noi faremo ciò che riteniamo opportuno, indipendentemente da chi si trova sul territorio dell'Ucraina".

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