Bibi alle strette

Israele in bilico: il futuro di Gaza divide il governo Netanyahu

Ultimatum e tensioni interne: il governo israeliano si scontra sul destino della Striscia di Gaza

Il Corriere Redazione

18 Maggio 2024 - 21:26

Israele in bilico: il futuro di Gaza divide il governo Netanyahu

Benny Gantz ha lanciato un ultimatum a Netanyahu: se entro l'8 giugno non verrà formalizzato un piano d'azione generale su Gaza, che includa il futuro politico della Striscia "in una direzione Usa-Ue-araba", il leader centrista lascerà l'esecutivo d'emergenza.

Il governo israeliano è in piena crisi, con tensioni interne che minacciano di far crollare l'esecutivo di emergenza guidato da Benyamin Netanyahu. Il nodo del contendere è il futuro della Striscia di Gaza dopo la guerra, un tema che ha scatenato un durissimo scontro tra il premier e il ministro della Difesa Yoav Gallant, supportato dal leader centrista Benny Gantz.

L'ULTIMATUM DI GANTZ: UNA SCADENZA PER IL FUTURO DI GAZA
Benny Gantz ha lanciato un ultimatum a Netanyahu: se entro l'8 giugno non verrà formalizzato un piano d'azione generale su Gaza, che includa il futuro politico della Striscia "in una direzione Usa-Ue-araba", il leader centrista lascerà l'esecutivo d'emergenza. La richiesta di Gantz è chiara: riportare gli ostaggi, abbattere Hamas e smilitarizzare Gaza. Ma soprattutto, scegliere "una direzione con Stati Uniti, Ue, arabi e palestinesi che getti le basi di un'alternativa futura a Gaza che non sia né Hamas né Abu Mazen".

NETANYAHU RISPONDE: "CONDIZIONI VANE"
La risposta di Netanyahu non si è fatta attendere. Il premier ha accusato Gantz di mettere condizioni vane che lasciano Hamas intatto e vogliono la sconfitta di Israele. "Invece di dare ultimatum ad Hamas, Gantz lo dà a me", ha dichiarato Netanyahu, sottolineando che le condizioni poste dal ministro centrista significano "la fine della guerra e la sconfitta di Israele, il lasciare la maggior parte degli ostaggi al loro destino, il mantenimento di Hamas intatto e la creazione di uno Stato palestinese".

IL CONTESTO INTERNAZIONALE: UN EQUILIBRIO PRECARIO
La crisi interna al governo israeliano si inserisce in un contesto internazionale estremamente delicato. Le trattative per il rilascio degli ostaggi sono state sospese, e le differenze tra le parti restano ampie. Sul fronte umanitario, la situazione continua a peggiorare: secondo l'Unrwa, i palestinesi in fuga da Rafah sono arrivati a 800mila, quasi la metà della popolazione, e gli aiuti sono ancora insufficienti. Nel frattempo, gli Stati Uniti cercano di scongiurare un'escalation del conflitto. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan è volato in Arabia Saudita per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Salman, e la tappa successiva sarà Israele, per colloqui con Netanyahu. L'amministrazione Biden tiene aperta la porta anche a Teheran, con colloqui indiretti tra alti dirigenti Usa e funzionari iraniani in Oman.

IL FUTURO DI GAZA: UNA QUESTIONE DIVISIVA
Il tema più divisivo nell'esecutivo israeliano è proprio l'assetto della Striscia di Gaza post-conflitto. Gantz accusa una parte dei politici di comportarsi in maniera codarda, pensando solo a se stessi, un chiaro riferimento a Netanyahu e alla compagine di governo della destra ortodossa, che non vuole sentir parlare di governo palestinese a Gaza. "Negli ultimi tempi qualcosa è andato storto, le decisioni essenziali non sono state prese, una piccola minoranza ci sta portando contro gli scogli", ha dichiarato Gantz.

LE OPERAZIONI MILITARI CONTINUANO
Mentre il governo israeliano è in piena crisi, le operazioni militari nella Striscia di Gaza continuano con intensità. I bombardamenti su Rafah sono proseguiti, e le truppe di terra hanno condotto operazioni mirate nella zona est della città di frontiera con l'Egitto, trovando armi ed esplosivi di Hamas. L'ospedale kuwaitiano ha denunciato un raid su un campo di sfollati, che ha provocato vittime. Battaglie sono state registrate anche nel nord, a Jabalya, e nel centro di Gaza. In tutta la Striscia sono stati colpiti oltre 70 obiettivi di Hamas in 24 ore, secondo quanto reso noto dall'Idf.

UN FUTURO INCERTO
Il futuro di Gaza resta incerto, e le tensioni interne al governo israeliano non fanno che complicare ulteriormente la situazione. La richiesta di Gantz di un piano d'azione chiaro e condiviso è un tentativo di dare una direzione al paese, ma la resistenza di Netanyahu e della destra ortodossa rende difficile trovare un accordo. Nel frattempo, la popolazione di Gaza continua a soffrire, e la comunità internazionale osserva con preoccupazione l'evolversi della situazione.

Inserisci un commento

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

BLOG