L'escalation del conflitto in Medio Oriente
14 Aprile 2024 - 00:00
La visita di Meloni ai nostri soldati in Libano
Almeno quattro caccia americani e due francesi sono decollati dopo l'attacco lanciato dall'Iran a Israele e si stanno dirigendo verso lo spazio aereo iracheno. Gli F18 statunitensi, secondo quanto si apprende da fonti d'intelligence della Nato, sarebbero decollati dalla portaerei Eisenhower che si trova nella parte settentrionale del Mar Rosso e si sta dirigendo verso Suez "
Prima o poi doveva accadere e la reazione dell'Iran alla protervia belligerante di Israele era attesa. Ora lo scenario di guerra in Medio Oriente i complica e rischia di portare alla terza guerra mondiale per l'appoggio che Usa e Paesi occidentali assicurano da tempo ai crimini di Benjamin Netanyahu a Gaza. "Condotta in forza dell'Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite riguardante la legittima difesa, l'azione militare dell'Iran e' in risposta all'aggressione del regime sionista contro le nostre sedi diplomatiche a Damasco". Lo scrive su X la rappresentanza permanente dell'Iran alle Nazioni Unite.
Il ministro degli Esteri giordano Ayman al-Safadi ha fatto riferimento oggi all'attacco notturno con missili e droni dell'Iran contro Israele ed ha affermato che "il modo per fermare l'escalation nella regione è fermare gli attacchi a Gaza e porre fine all'occupazione" israeliana dei territori palestinesi.
Piu' di 400 droni sono stati lanciati in diverse ondate da Iran, Iraq e Yemen contro Israele. Lo riferisce l'emittente televisiva panaraba "Al Arabiya", di proprieta' saudita. L'attacco di Teheran, atteso da giorni, arriva in risposta al bombardamento al consolato di iraniano a Damasco dello scorso primo aprile. Fonti legate al cosiddetto "Asse della resistenza" formati dai gruppi armati filo-iraniani (Hamas, Hezbollah, Houthi, Hash al Shabi) sostengono che l'attacco di Teheran, denominato "Promessa di verita'", si compone di tre fasi: primo, il lancio di droni dall'Iran; secondo, lancio di droni e missili dai paesi dell'asse, ovvero Siria, Libano e Iraq, per mettere in difficolta' i sistemi di difesa aerea israeliani; terzo, lancio di missili da crociera e missili balistici.
Il presidente Biden e' stato chiaro: il nostro sostegno alla sicurezza di Israele e' incrollabile. Gli Stati Uniti saranno al fianco del popolo israeliano e sosterranno le sue difese contro le minacce dell'Iran", ha dichiarato la Casa Bianca. Biden si incontrera' nella Situation Room con il Segretario alla Difesa Lloyd Austin, il Segretario di Stato Antony Blinken, il Direttore della CIA Bill Burns, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan e il Presidente degli Stati Maggiori Riuniti Charles Brown, tra gli altri.
Almeno quattro caccia americani e due francesi sono decollati dopo l'attacco lanciato dall'Iran a Israele e si stanno dirigendo verso lo spazio aereo iracheno. Gli F18 statunitensi, secondo quanto si apprende da fonti d'intelligence della Nato, sarebbero decollati dalla portaerei Eisenhower che si trova nella parte settentrionale del Mar Rosso e si sta dirigendo verso Suez
"Qualsiasi Paese che aprirà il proprio spazio aereo o territorio a Israele per attaccare l'Iran riceverà una risposta decisiva", ha dichiarato il ministro della Difesa iraniano, Mohammad Reza Gharaei Ashtiani, citato da Press Tv.
IL TIMORE PER I SOLDATI ITALIANI
"Ho chiesto garanzie al ministro degli Esteri dell'Iran per i nostri 1.100 militari e mi e' stato risposto che ci sara' la massima attenzione e la massima responsabilita' da parte iraniana per quanto riguarda i militari italiani che sono schierati tra Hezbollah e Israele, tra il sud del Libano e il nord di Israle. Da parte iraniana c'e' una rassicurazione e un impegno a fare di tutto perche' non vengano assolutamente coinvolti gli italiani", rassicura il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Tg1.
"Noi abbiamo un interesse non solo generale, ma anche particolare, a nord di Israele e a sud del Libano, la parte in cui c'è il contingente delle Nazioni Unite con 1.200 soldati italiani. Che però sono stati avvisati anche loro in tempo e messi in condizioni di sicurezza. Non è stato una novità questo attacco, ma come avete visto anche con il sequestro della Nave Msc da parte degli iraniani la situazione nelle iltime ore si è infiammata di più, mi auguro che non si superi un ulteriore livello di guardia. Noi stiamo monitorando costantemente, vediamo che cosa succede", ha concluso il titolare della Difesa.
LO SCENARIO PERICOLOSO
L'effettivo impatto dell'attacco sugli obiettivi presi di mira, determinerà una immediata risposta israeliana già pianificata contro l'Iran. Un contrattacco diretto contro siti strategici e basi militari su tutto il territorio della repubblica islamica e contro gli hezbollah in Libano. Con la differenza che rispetto ai bombardamenti iraniani le incursioni dell'aviazione e i lanci dei missili israeliani saranno massicci, molto più estesi e si avvarranno degli imput satellitari e dell'intelligence americana, che ha rischiarato tutt'attorno all'Iran una imponente flotta aeronavale pronta ad ogni evenienza. In particolare a controllare e ad impedire interventi delle milizie houthi yemenite. "Quello che accadrà dopo sarà il momento più pericoloso in Medio Oriente dal 1973" prevedono gli analisti di strategie militari, che temono una sorta di ping - pong bellico, un botta e risposta in crescendo. Per prevenire una escalation incontrollata nei giorni scorsi il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, ha parlato con Arabia Saudita, Cina, Turchia. Mentre da parte iraniana sono partite telefonate verso Arabia Saudita, Regno Unito, Germania, Turchia. Dall'evoluzione della situazione e dall' eventuale ampliamento del conflitto dipende anche il coinvolgimento indiretto dell' Italia, in quanto baricentro mediterraneo delle basi Usa. "L'Italia rimane in prima linea, anche come presidenza G7, per evitare un allargamento del conflitto in Medio Oriente, per abbassare la tensione e per facilitare il dialogo. Questo che viviamo é un momento decisivo per ritornare a una dinamica di pace nella regione", afferma una nota della Farnesina. Dopo i bagliori della notte solo all'alba si capirà se e quanto sarà una domenica di guerra.
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