Il caso
02 Aprile 2024 - 11:31
"L'indagine della procura europea sul cosiddetto caso Pfizergate conferma la gravità della vicenda, sulla quale la Lega in Europa chiede di fare chiarezza fin dal primo giorno. Von der Leyen non può continuare a tacere sulla questione e fare finta di nulla. È una questione di trasparenza, valore su cui si dovrebbe basare tutto l'operato dell'Ue, ed è in gioco la credibilità delle istituzioni europee: i cittadini devono sapere", dichiarano gli europarlamentari leghisti Marco Zanni e Marco Campomenosi
Negli ultimi mesi gli investigatori della Procura Europea (EPPO) hanno preso il posto dei procuratori belgi nelle indagini sulle accuse di illecito penale in relazione alle trattative sui vaccini tra il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer. Le indagini, riporta Politico, sono per "interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di SMS, corruzione e conflitto di interessi". I procuratori dell'EPPO stanno indagando su presunti reati penali, ma nessuno è stato ancora accusato in relazione al caso. L'indagine è stata originariamente aperta dalle autorità giudiziarie belghe nella città di Liegi all'inizio del 2023 dopo una denuncia penale presentata dal lobbista locale Frédéric Baldan. A lui si sono aggiunti in seguito i governi ungherese e polacco, anche se quest'ultimo "sta per ritirare la denuncia dopo la vittoria elettorale del governo pro-Ue guidato da Donald Tusk", sottolinea Politico. Lo sviluppo arriva in un momento delicato per von der Leyen, che sta affrontando la transizione verso quello che gli osservatori di Bruxelles prevedono sarà un secondo mandato alla guida del Berlaymont. Finora la Commissione si è rifiutata di rivelare il contenuto degli SMS o di confermarne l'esistenza.
"L'indagine della procura europea sul cosiddetto caso Pfizergate conferma la gravità della vicenda, sulla quale la Lega in Europa chiede di fare chiarezza fin dal primo giorno. Von der Leyen non può continuare a tacere sulla questione e fare finta di nulla. È una questione di trasparenza, valore su cui si dovrebbe basare tutto l'operato dell'Ue, ed è in gioco la credibilità delle istituzioni europee: i cittadini devono sapere". Così in una nota gli europarlamentari della Lega Marco Zanni (presidente del gruppo Identità e democrazia) e Marco Campomenosi (capo delegazione della Lega all'Eurocamera). "Noi per primi, dopo le inchieste giornalistiche indipendenti, abbiamo presentato interrogazioni, richiesto di portare il caso in aula al Parlamento, chiesto chiarimenti in tutte le sedi competenti, sempre andando a scontrarci con il silenzio assordante di questa Commissione europea e della maggioranza che la sostiene", sottolineano i due eurodeputati.
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