Il voto alla Camera

È il giorno dell'impeachment per Trump

Per approvare l'impeachment basta la maggioranza semplice di 435 membri, equivalente a 218. I democratici possono contare su 222 voti a cui, secondo il New York Times, potrebbero aggiungersi fino a venti repubblicani.

Il Corriere Redazione

13 Gennaio 2021 - 12:27

Alla guerra del Coronavirus, Cina contro Trump

Donald Trump

Il ricorso all'impeachment arriva dopo il no del vicepresidente, Mike Pence, alla richiesta di ricorrere al venticinquesimo emendamento, che prevede la destituzione del presidente.

La Camera dei Rappresentanti a guida democratica e' pronta a votare oggi la messa in stato d'accusa del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, accusato di "incitamento all'insurrezione" in relazione alle rivolte del 6 gennaio sfociate nell'irruzione a Capitol Hill. Per approvare l'impeachment basta la maggioranza semplice di 435 membri, equivalente a 218. I democratici possono contare su 222 voti a cui, secondo il New York Times, potrebbero aggiungersi fino a venti repubblicani. Sono pero' solo quattro i rappresentanti Gop ad aver finora confermato che voteranno a favore della messa in stato d'accusa: Adam Kinzinger, John Katko, Fred Upton e Liz Cheney, figlia di Dick Chaney, vicepresidente durante l'amministrazione di George W. Bush. L'impeachment dovrebbe essere poi approvato dal Senato con una maggioranza di due terzi, una soglia difficile da raggiungere, a meno che non cresca in maniera sensibile la fronda di esponenti repubblicani che intendono liberarsi del magnate. Il leader della maggioranza repubblicana in Senato, Mitch McConnell riterrebbe "fondata" la richiesta di impeachment, riporta ancora il New York Times. Un si' del Senato, che non si riunira' prima della vigilia del giuramento di Joe Biden, il 20 gennaio, aprirebbe la strada a una procedura che impedirebbe a Trump di correre per le presidenziali nel 2024. Una seduta straordinaria prima del 19 gennaio sarebbe pero' possibile solo con il consenso unanime di tutti i senatori.

Il ricorso all'impeachment arriva dopo il no del vicepresidente, Mike Pence, alla richiesta di ricorrere al venticinquesimo emendamento, che prevede la destituzione del presidente. In una lettera inviata alla speaker della Camera, Nancy Pelosi, Pence ha affermato che invocare l'emendamento non e' nel "miglior interesse della nazione o coerente con la nostra Costituzione". "Non cedero' ai tentativi della Camera di portare avanti giochi politici in un momento cosi' grave per la vita della nostra nazione. Per questo chiedo a ogni membro del Congresso di evitare azioni che dividerebbero ulteriormente e infiammerebbero gli animi in questo momento", ha aggiunto Pence, che lunedi' ha incontrato Trump nello Studio Ovale in un colloquio che e' stato descritto come "positivo". Prima di lasciare Washington per recarsi ad Alamo e visitare il muro anti-clandestini al confine con il Messico, Trump ha rotto il lungo silenzio stampa e ha definito "ridicola e assurda" la richiesta di impeachment, che considera "la prosecuzione della piu' grande caccia alle streghe nella storia della politica". Pur condannando le violenze commesse dai suoi simpatizzanti, Trump ha definito "totalmente appropriato" il discorso pronunciato a Washington prima dell'assalto a Capitol Hill e ribaltato l'accusa, puntando il dito sui tumulti antifa di Seattle e Portland, che secondo lui sarebbero stati incitati dalle parole di alcuni esponenti democratici.

Inserisci un commento

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

BLOG