Il vertice

Applausi, sorrisi e una "Bestia" per due: inizia così il vertice tra Putin e Trump che potrebbe durare anche 6 ore

Donald Trump ha applaudito a Vladimir Putin al suo arrivo ad Anchorage alzando il pollice in segno di saluto. Lo zar ha ricambiato con un caloroso sorriso. I due leader sono montati sulla limousine "La Bestia" che li attendeva all'aeroporto della Joint Base Elmendorf-Richardson. Ripresi dalle telecamere, sono apparsi molto sorridenti.

Il Corriere Redazione

15 Agosto 2025 - 21:34

Applausi, sorrisi e una "Bestia" per due: inizia così il vertice tra Putin e Trump che potrebbe durare anche 6 ore

Nel primo incontro in formato "tre a tre" che si terrà in Alaska con Donald Trump, il presidente russo Vladimir Putin sarà accompagnato dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov e dal consigliere Yuri Ushakov. Il presidente americano sarà affiancato da Marco Rubio e Steve Witkoff nel suo faccia a faccia con Putin.

Il Cremlino ha stimato che l'incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska per discutere del conflitto in Ucraina potrebbe durare "almeno 6-7 ore", considerando anche la loro riunione e una conferenza stampa congiunta. "Nel complesso, possiamo immaginare che ci vorranno almeno 6-7 ore", ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov alla televisione di stato russa, spiegando che i leader si incontreranno individualmente, prima di avviare negoziati più ampi tra le loro delegazioni e infine tenere una conferenza stampa congiunta.

UNA BESTIA PER DUE

the Beast, la Bestia e' la super-auto del presidente Usa, viene chiamata "Cadillac One", sulla falsariga dell'Air Force One e del Marine One, nominativo radio rispettivamente dell'aereo e dell'elicottero presidenziale. Oggi ci e' salito Vladimir Putin per uscire dall'aeroporto della base americana di Anchorage. La prima uscita risale al 24 settembre 2018, in occasione di una visita all'Onu, a New York. E' prodotta dalla Cadillac con la carrozzeria riprende lo stile dell'Escalade, in particolare nel frontale, ma ha un telaio derivato da quello dei pick-up "pesanti" di Chevrolet, altro marchio di GM, con specifiche rigorosamente segrete. Ma e' certo sia in grado di resistere a bombe collocate nel terreno. Sono segrete le specifiche. Misteri sul motore, che secondo gli esperti puo' essere il V8 a benzina Vortec 8,1 litri oppure il turbodiesel V8 Duramax 6,6 litri. The Beast usa pneumatici con rinforzi in kevlar, derivati da quelli riservati ad autocarri medio-pesanti per poter supportare un peso stimato tra le 7 e le 9 tonnellate. Anche per questo, la velocita' massima stimata non dovrebbe superare i 100 chilometri orari ma non si ferma neanche con un pneumatico esploso. Il serbatoio e' ricoperto di schiuma speciale antincendio. E' provvista di vetri antiproiettile (in policarbonato, spessi 15 centimetri), di portiere simili a quelle di un Boeing 757 e di maniglie elettrificate. A bordo serbatoi di ossigeno per consentire la normale respirazione in modo da proteggere gli occupanti da un attacco chimico. L'abitacolo e' totalmente isolato dall'esterno, fatto di materiali speciali (acciaio, alluminio, titanio e ceramica): dovrebbe resistere a un cannoncino da 8 pollici. A bordo, sono presenti anche un frigorifero con scorte di sangue compatibili con quello del presidente e forniture mediche pensate per soccorrere il presidente per ogni evenienza. Ci sono sistemi di comunicazione criptati collegati con tutti i centri del potere americano, con due linee sempre aperte: il vice-presidente e il Pentagono. Per guidarla, ci sono esami speciali da superare. Ovviamente, l'autista e' un agente dello United States Secret Service che e' pronto a reagire a ogni evenienza (a fianco del suo sedile c'e' un mitragliatore) e soprattutto deve superare una serie durissima di test. Tra questi, il piu' complicato si dice sia l'inversione di marcia a tutta velocita': non facile, pensando che Cadillac One pesa quasi come tre Hummer messi insieme, ed e' molto difficile anche il percorso alla massima velocita' in retromarcia su una pista.

I PRECEDENTI INCONTRI

Quello di oggi a Anchorage, in Alaska, è il settimo incontro faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putin, e il primo nel secondo mandato di Trump alla Casa Bianca. Il New York Times ha tracciato una cronologia delle relazioni e dei precedenti incontri tra il presidente Usa e il leader russo nel corso degli anni. Nel 2007, dopo che la rivista Time aveva scelto Putin come "Uomo dell'anno", Trump gli scrisse una lettera di congratulazioni. "Come probabilmente avrai sentito, sono un tuo grande fan!", scrisse il tycoon. Sei anni dopo, Trump portò il concorso di Miss Universo a Mosca. Mesi prima del concorso, di cui all'epoca era proprietario, si chiese sui social media se Putin avrebbe partecipato e, in tal caso, "diventerà il mio nuovo migliore amico?". Putin non partecipò all'evento.In seguito, subito dopo avere annunciato formalmente la sua candidatura alla Casa Bianca nel 2015, Trump a luglio di quell'anno dichiarò ai giornalisti che "avrebbe avuto un ottimo rapporto con Vladimir Putin". Lo scambio di complimenti continuò, quando Putin definì Trump "un uomo molto brillante e di talento", e il tycoon replicò che quell'elogio era un "grande onore".Nel luglio 2016, tuttavia, Trump sembrò fare marcia indietro dopo avere ripetutamente affermato per anni di avere un rapporto personale col leader russo. "Ha detto una cosa carina su di me. Ha detto che sono un genio. Ho ringraziato di cuore e la storia è finita lì. Non ho mai incontrato Putin", disse all'epoca. Sempre nel 2016, durante l'ultimo dibattito presidenziale, Hillary Clinton suggerì che Trump sarebbe stato il "burattino" di Putin, ma il tycoon respinse al mittente l'ipotesi. Ma i dubbi sui legami di Trump con la Russia non si risolsero e, dopo il suo insediamento nel gennaio 2017, il ruolo della Russia nelle elezioni statunitensi dominò a lungo il dibattito politico negli Stati Uniti. Una valutazione dell'intelligence Usa, resa pubblica quel mese, concluse che Putin aveva ordinato un'operazione per interferire nelle elezioni americane nel tentativo di "minare la fiducia dell'opinione pubblica nel processo democratico statunitense, denigrare la Segretaria Clinton e danneggiarne l'eleggibilità e la potenziale presidenza". La Russia, secondo la valutazione, aveva "sviluppato una netta preferenza" per Trump. Il tycoon negò ogni illecito e attaccò l'indagine.Il primo incontro di persona tra i due leader ebbe luogo al vertice del G20 ad Amburgo, in Germania, dove Trump chiese a Putin informazioni sulle interferenze russe nelle elezioni Usa. Putin negò qualsiasi coinvolgimento. Dopo l'incontro, Trump sequestrò gli appunti del suo interprete e gli ordinò di non informare nessuno.I due leader si incontrarono di nuovo nel novembre dello stesso anno, in Vietnam, e nel luglio 2018 a Helsinki, in Finlandia. In entrambe le occasioni, Putin negò di avere interferito nelle elezioni del 2016. A Helsinki, Trump si schierò al fianco del leader russo e contestò le conclusioni delle sue stesse agenzie di intelligence sulle interferenze russe nelle elezioni. Più avanti nel 2018, i due leader parlarono informalmente a cena durante un incontro del G20 in Argentina. Poche informazioni emersero su quella discussione. I due leader si incontrarono nuovamente prima della fine del primo mandato di Trump, al vertice del G20 di Osaka, in Giappone, nel giugno 2019. A quel punto, il procuratore speciale Robert Mueller aveva concluso che la Russia aveva condotto un attacco "rapido e sistematico" alla democrazia americana.Alla domanda di un giornalista se avrebbe intimato alla Russia di non intromettersi nelle elezioni americane, Trump rispose: "Sì, certo che lo farò". Poi si rivolse a Putin con un mezzo sorriso e disse: "Non si immischi nelle elezioni, Presidente", mentre Putin ridacchiava.Nel febbraio 2022, mentre la Russia si preparava a invadere l'Ucraina, Trump, ormai fuori dalla Casa Bianca, definì Putin un uomo "molto intelligente" che "ha preso il controllo di un Paese con sanzioni da 2 dollari" e "senza pensarci due volte".L'anno successivo, mentre lanciava la sua terza campagna presidenziale, Trump dichiarò che avrebbe posto fine alla guerra in Ucraina "prima ancora di arrivare allo Studio Ovale". All'inizio del suo secondo mandato, Trump espresse il suo interesse a porre rapidamente fine alla guerra in Ucraina. Ma i suoi rapporti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky subirono un crollo a febbraio, dopo un acceso confronto alla Casa Bianca. Trump e il vicepresidente J.D. Vance rimproverarono Zelensky per non avere mostrato maggiore gratitudine per il sostegno degli Stati Uniti, e il presidente affermò che Putin "aveva attraversato molte cose con me" nel sopportare la "bufala russa", la definizione di Trump dell'indagine sulle interferenze russe nel voto del 2016. Con le difficioltà nel mettere fine alla guerra in Ucraina "in 24 ore", come promesso in campana elettorale, è cresciuta la frustrazione di Trump nei confronti del presidente russo. "Non sono contento di Putin, perché sta uccidendo molte persone", ha dichiarato dichiarò il tycoon a luglio. Di nuovo Trump è sembrato ammorbidire i suoi commenti in vista del vertice in Alaska, affermando di "andare d'accordo" con Putin e dicendosi sicuro che avrebbe saputo entro "pochi minuti" dall'inizio del colloquio con il leader russo se avrebbe raggiunto un accordo per porre fine alla guerra.

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