Il vertice
15 Agosto 2025 - 12:14
A differenza di Joe Biden o Barack Obama, con i quali non ha mai avuto un legame personale, Putin ha cercato di non irritare l'attuale leader statunitense, di cui ha sempre elogiato il pragmatismo.
I presidenti di Russia, Vladimir Putin, e Stati Uniti, Donald Trump, hanno mantenuto un rapporto personale mutevole da quando il tycoon ha conquistato la Casa Bianca nel 2016, con i complimenti e le belle parole reciproche che non sempre si sono tradotti in azioni concrete. Trump ha approvato numerose sanzioni contro il Cremlino durante il suo primo mandato ed e' stato lui a firmare il ritiro del 2019 dal Trattato sull'eliminazione dei missili a medio e corto raggio (Inf), da cui la Russia si e' ritirata definitivamente la scorsa settimana. Tuttavia, a differenza di Joe Biden o Barack Obama, con i quali non ha mai avuto un legame personale, Putin ha cercato di non irritare l'attuale leader statunitense, di cui ha sempre elogiato il pragmatismo, libero da ideologie e doppi standard sui diritti umani. Trump, che visito' l'Unione Sovietica nel 1987, ha negato con veemenza le accuse dei suoi servizi segreti di ingerenza russa nelle elezioni del 2016, nonostante Mosca puntasse chiaramente sulla sconfitta della candidata democratica Hillary Clinton, accusata da Putin di aver sostenuto le proteste dell'opposizione a Mosca tra il 2011 e il 2012. Sebbene alcuni consiglieri di Trump siano stati indagati, Putin ha denunciato le elezioni del 2020, in cui il miliardario e' stato sconfitto da Biden, come "fraudolente", denunciando falsificazioni nei risultati del voto per corrispondenza. Tuttavia, le relazioni russo-americane non sono migliorate di molto, anzi. Seppur con riluttanza, Trump ha approvato diverse sanzioni contro il settore militare ed energetico russo, sia per l'annessione della Crimea, sia per l'intervento militare in Siria. Il vertice di Helsinki del giugno 2018 avrebbe dovuto servire a riorientare le relazioni. Trump predisse l'inizio di "un rapporto straordinario", ma la realta' e' che ha prodotto pochi risultati e ha lasciato l'impressione che il presidente degli Stati Uniti subisse una certa fascinazione del collega russo. Nulla e' cambiato quando Trump si e' candidato per un secondo mandato nel 2024. Putin lo ha elogiato per tutta la campagna elettorale e si e' detto "impressionato" dalla reazione di Trump, dopo essere rimasto ferito all'orecchio in un attentato durante un comizio elettorale: "Si e' rivelato una persona coraggiosa". Le sue promesse elettorali di ridurre gli aiuti militari a Kiev e di rivedere il ruolo degli Stati Uniti nella Nato hanno suscitato il plauso di Mosca. Nella sua prima conferenza stampa dopo il ritorno nello Studio Ovale, Trump ha minacciato la Russia di sanzioni se non avesse dichiarato un cessate il fuoco in Ucraina, ma nei mesi successivi ha gettato gli alleati nello sconforto, voltando le spalle a Kiev e ai membri europei della Nato. Putin si e' sicuramente fregato le mani quando ha visto lo scontro verbale tra Trump e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, alla Casa Bianca. Il Cremlino, pero', e' sempre rimasto cauto sulle aspettative di un miglioramento delle relazioni con Washington sotto Trump. Quest'ultimo, allo stesso tempo, sembra essersi gradualmente accorto della difficolta' di convincere Mosca a scendere a compromessi e delle tattiche della controparte per guadagnare tempo. Le visite dell'inviato speciale Usa, Steve Witkoff, non hanno prodotto risultati positivi. I negoziati di Istanbul sull'Ucraina hanno portato solo allo scambio di prigionieri e di caduti. Nel frattempo, la Russia ha guadagnato tempo per continuare la sua offensiva estiva e i massicci bombardamenti in Ucraina. "Sono molto deluso", ha dichiarato Trump a giugno, una dichiarazione che ha ripetuto piu' volte nelle ultime settimane. Alla sfida lanciatagli dalla sua controparte, con un ultimatum sulla tregua in Ucraina pena sanzioni ai partner commerciali di Mosca, Putin ha dovuto reagire acconsentendo a un bilaterale, quello di oggi in Alaska, da cui dipendera' anche l'evoluzione dei rapporti personali tra i due leader. (AGI)
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