La protesta
12 Agosto 2025 - 19:53
"Noi tre associazioni abbiamo identità diverse, ma siamo unite nel denunciare e chiedere di fermare il genocidio a Gaza, oltre che nel sollecitare la fine del sostegno - da parte delle istituzioni e anche delle aziende italiane ed europee - a questa situazione catastrofica".
"La campagna di distruzione di Israele a Gaza è arrivata a nuovi picchi di orrore: due milioni di persone che vivono a due ore di auto da Tel Aviv sono minacciate dalla morte per fame, e l'Occidente continua a offrire armi e copertura diplomatica. Spesso usando la retorica che accusare Israele dei crimini che sta commettendo sarebbe antisemitismo. Per questo come gruppi ebraici abbiamo voluto dire forte e chiaro che è urgente opporre la massima pressione possibile per fermare Israele". Lo dichiara all'agenzia Dire il Laboratorio ebraico antirazzista (L3a), tra le tre realtà di cittadini ebrei ed ebree in Italia - Tikkun e Indifferenti Mai - che hanno deciso di fare squadra e lanciare oggi la campagna 'Voci ebraiche dicono stop al genocidio - Israele distrugge e affama Gaza. Il sostegno europeo deve cessare'. La relativa locandina con le scritte gialle e bianche su campo rosso ha anche occupato un'intera pagina dell'edizione odierna del quotidiano Il Manifesto. L'iniziativa cade mentre a Gaza, come ogni giorno dal 7 ottobre 2023, si fa la conta di morti e feriti: 89 le vittime nelle ultime 24 ore, 67 dall'alba, come riferisce il ministero della Sanità della Striscia. Trentuno sono rimasti uccisi nel tentativo di andare a ritirare gli aiuti presso i centri di ditribuzione israelo-statunitensi. Oltre 500 persone sono ferite. Questo mentre continuano ad arrivare condanne per il "piano di occupazione" della Striscia annunciato dal premier Benjamin Netanyahu, che nei fatti sarebbe un piano di annessione: l'ultima arriva dall'Arabia Saudita, che ha denunciato pulizia etnica e il crimine di affamamento che il governo di Tel Aviv starebbe portando a termine a Gaza. A questo si aggiunge nelle ultime ore un "appello urgente" a Israele ad aprire all'ingresso degli aiuti umanitari da Regno Unito, Canada, Australia, Giappone e 23 Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia. Mancano però le firme di Germania e Ungheria. La Hind Rajab Foundation e il Palestinian Centre for Human Rights hanno invece annunciato che presenteranno un esposto alla Corte penale internazionale, all'indomani del raid condotto da Israele su una tenda di giornalisti a Gaza, in cui sono morti sei operatori dell'informazione. Con la Dire, il Laboratorio ebraico antirazzista prosegue: "Noi tre associazioni abbiamo identità diverse, ma siamo unite nel denunciare e chiedere di fermare il genocidio a Gaza, oltre che nel sollecitare la fine del sostegno - da parte delle istituzioni e anche delle aziende italiane ed europee - a questa situazione catastrofica". La campagna, che verrà diffusa online, tramite i media e i social network, ha già ricevuto il sostegno di Assopace Palestina. Ancora alla Dire la sua presidente Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo, commenta: "Questa presa di posizione di ebrei italiani ed europei è di straordinaria importanza. I tre movimenti L3a, Tikkun e Mai indifferenti, pur avendo analisi diverse sullo Stato di Israele, hanno trovato l'unità e una voce unica per dire 'fermate il genocidio, basta fame e distruzione per Gaza'. Dobbiamo continuare insieme per la fine dell'occupazione militare, dell'apartheid affinché dal fiume al mare tutti e tutte siano liberi e uguali", conclude. (Alf/Dire)
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