Il genocidio
22 Dicembre 2024 - 20:48
Il Ministero della Salute di Gaza ha dichiarato che dal 7 ottobre sono stati uccisi almeno 45.259 palestinesi e 107.627 sono rimasti feriti. 32 persone sono state uccise e 54 ferite in attacchi aerei israeliani avvenuti nelle ultime 24 ore. Le organizzazioni di soccorso locali hanno dichiarato che otto persone sono state uccise in un attacco a una scuola a Gaza City.
La voce di Papa Francesco, seppur roca e affaticata, risuona potente e chiara nel mondo, portando un messaggio di pace e solidarietà in un momento di tensione globale. Durante l'Angelus, trasmesso eccezionalmente dalla cappella di Casa Santa Marta, il Pontefice ha espresso il suo dolore per la situazione a Gaza, denunciando la crudeltà dei bombardamenti che colpiscono scuole e ospedali, mietendo vittime tra i più innocenti: i bambini. "Con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà, ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali. Quanta crudeltà", ha detto all'Angelus. Il Ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato che dal 7 ottobre sono stati uccisi almeno 45.259 palestinesi e 107.627 sono rimasti feriti. 32 persone sono state uccise e 54 ferite in attacchi aerei israeliani avvenuti nelle ultime 24 ore. Le organizzazioni di soccorso locali hanno dichiarato che otto persone sono state uccise in un attacco a una scuola a Gaza City.
LA VOCE DEL PAPA: UN GRIDO DI PACE TRA LE TENSIONI
Papa Francesco non è nuovo a prendere posizioni coraggiose e a schierarsi apertamente contro le ingiustizie. Le sue parole, pronunciate con il cuore, riflettono una profonda preoccupazione per le sofferenze umane e un desiderio ardente di pace. In un mondo lacerato da conflitti, il Papa si erge come un faro di speranza, invocando la cessazione delle ostilità non solo a Gaza, ma anche in altri teatri di guerra come l'Ucraina e il Mozambico. La sua richiesta è semplice, ma potente: "Tacciano le armi e risuonino i canti natalizi".
LA CELEBRAZIONE A GAZA: UN SIMBOLO DI RESISTENZA E FEDE
Nel frattempo, a Gaza, il Patriarca Latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha celebrato la messa nella chiesa della Sacra Famiglia, un luogo che, nonostante il rumore costante dei droni, è riuscito a mantenere viva la luce della fede. "Non vi abbandoneremo mai", ha assicurato il cardinale ai fedeli, sottolineando la loro capacità di rimanere saldi nella loro identità cristiana. La celebrazione è stata un momento di gioia e di speranza, un preludio al Natale, durante il quale il Patriarca ha impartito la cresima a diversi ragazzi, simbolo di una nuova generazione che cresce in un contesto di difficoltà ma anche di resilienza.
ISRAELE E LA SANTA SEDE: UNA DIPLOMAZIA IN BILICO
Le tensioni tra Israele e la Santa Sede, acuite dalle recenti dichiarazioni del Papa, richiedono un delicato lavoro diplomatico per evitare una crisi più profonda. Israele, attraverso il Cogat, ha cercato di inviare un messaggio più conciliante, sottolineando gli sforzi per alleviare le condizioni della popolazione cristiana a Gaza e coordinare le partenze verso paesi terzi. Tuttavia, la strada verso una riconciliazione completa appare ancora lunga e complessa.
UN NATALE DI SPERANZA E DIALOGO
Mentre il Natale si avvicina, il messaggio del Papa risuona come un invito alla riflessione e al dialogo. La sua speranza è che le celebrazioni natalizie possano essere un momento di tregua e di riconciliazione, un'opportunità per costruire ponti invece di erigere muri. La settimana che si apre sarà cruciale non solo per la Chiesa, con l'inizio del Giubileo e l'apertura della Porta Santa, ma anche per la diplomazia internazionale, chiamata a trovare soluzioni pacifiche e durature ai conflitti che affliggono il nostro tempo. In un mondo in cui le divisioni sembrano prevalere, il messaggio di Papa Francesco ci ricorda l'importanza di rimanere umani, di ascoltare il grido dei più deboli e di lavorare instancabilmente per la pace. Un messaggio che, in questo Natale, risuona più forte che mai.
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