Discriminazioni commerciali

E ora arriva la lista nera delle aziende italiane che non agiscono apertamente contro la Russia

A compilare l'elenco di proscrizione sono due organizzazioni no profit internazionali, The Good Lobby e Progressive Shoppe, che si propongono di "orientare gli investimenti e gli acquisti segnalando le aziende irresponsabili"

Il Corriere Redazione

10 Marzo 2022 - 15:12

E ora arriva la lista nera delle aziende italiane che non agiscono apertamente contro la Russia

E cosi' tra le segnalate compaiono Barilla, Enel, Ferrari, Ferrero, Illy, Lavazza, Leonardo, Pirelli e Unicredit. Viceversa viene assegnato un punto di merito se c'e' "un impegno pubblico di condanna dell'invasione o una decisione di mercato che comporta fermare le vendite, la produzione, interrompere la fornitura di servizi" alla Russia. Leggi tutto

I grandi brand con chi si schierano? Da quando e' iniziata l'invasione russa dell'Ucraina, un numero crescente di societa' ha smesso di operare in Russia ma tante sono rimaste in silenzio. Due organizzazioni no profit internazionali The Good Lobby e Progressive Shopper le vogliono far venire allo scoperto e hanno composto il Corporate Index delle aziende a sostegno dell'Ucraina che riporta la posizione e le scelte delle societa' nei confronti della Russia per informare ma di conseguenza anche "orientare gli investimenti e gli acquisti segnalando le aziende che si stanno comportando in modo responsabile e denunciando quelle irresponsabili" spiegano i promotori. Sono tenuti sotto osservazione quasi un centinaio di gruppi e tra questi anche una ventina di aziende italiane, per alcune c'e' il 'bollino rosso' perche', spiega nella metodologia The Good Lobby, viene tolto un punto se "alla dichiarazione pubblica di solidarieta' con la popolazione ucraina non e' seguita alcuna decisione di mercato" o perche' c'e' quella che le due ong ritengono complicita' "fornendo servizi o prodotti che abilitano l'invasione, direttamente o indirettamente. E cosi' tra le segnalate compaiono Barilla, Enel, Ferrari, Ferrero, Illy, Lavazza, Leonardo, Pirelli e Unicredit. Viceversa viene assegnato un punto di merito se c'e' "un impegno pubblico di condanna dell'invasione, un soccorso temporaneo per mitigare la sofferenza umana dei rifugiati o una decisione di mercato che comporta fermare le vendite, la produzione, interrompere la fornitura di servizi (come hanno fatto Fedex, Google, Twitter), della collaborazione o un disinvestimento. L'indice accende 'luce verde' solo su Generali e Prada. Ma vengono segnalata come positive (in giallo) anche le azioni intraprese da Armani, Eni, Zegna, Ferragamo, Intesa, Missoni, Prada, Stellantis, Trussardi. (ANSA)

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