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22 Giugno 2021 - 19:22
Altra indagine, altra corsa. Ma questa volta Google viene colpita nel suo business piu' importante: la pubblicita' online. Gia' sanzionato tre volte a causa di comportamenti anti-concorrenziali in diversi campi, il gigante dei motori di ricerca e' di nuovo sotto la lente della Commissione europea, preoccupata che l'azienda abbia "reso le cose piu' difficili per i rivali" sui servizi pubblicitari 'display' (come banner e video) estromettendoli in una certa misura da un mercato che nel 2019 in Europa valeva 20 miliardi di euro ed e' tra l'altro in grande fermento anche per gli editori che spesso usano le inserzioni per monetizzare i propri contenuti. A fare drizzare le antenne dell'Antitrust Ue, aprendo la strada all'indagine formale piu' ampia mai avviata sul tema, sono state soprattutto le pratiche nella controllata YouTube, dove gli inserzionisti possono acquistare gli annunci display utilizzando in larga parte servizi forniti da Menlo Park. Che spesso e volentieri fa anche da intermediario nel mercato. "Google e' presente a quasi tutti i livelli dell'offerta della catena", ha precisato la vicepresidente Ue Margrethe Vestager premurandosi di ricordare che "la concorrenza leale e' importante sia per gli inserzionisti che per gli editori" che cercano di raggiungere il loro pubblico su internet e sono sempre piu' impegnati nella vendita a loro volta di spazi pubblicitari. Ma in fatto di parita' di condizioni i numeri parlano chiaro: Google nel 2020 ha fatto registrare entrate a livello globale pari a circa 147 miliardi di dollari (circa 124 miliardi di euro) grazie ai suoi strumenti pubblicitari come AdX, una delle principali piattaforme per le aste, e DoubleClick for Publishers, uno dei maggiori sistemi di vendita di inserzioni. Uno strapotere di mercato che, visto dall'alto, rende la piazza di Big G la piu' grande per chiudere accordi. Ma che, secondo Menlo Park, non arreca danni alla concorrenza, quanto piuttosto "benefici". Anche perche' - si e' difesa la societa' - "migliaia di aziende europee utilizzano i nostri prodotti pubblicitari" perche' li ritengono "competitivi ed efficaci". Bruxelles comunque si riserva il diritto di esaminare anche l'accesso ai dati degli annunci pubblicitari da parte di terzi e il tracciamento degli utenti per assicurarsi che la privacy non sia lesa. La volonta' di Google, fresca di una stangata da 220 milioni in Francia per aver abusato della posizione dominante proprio nella pubblicita' online, e' di "continuare a confrontarsi in modo costruttivo" con la Commissione "per rispondere alle richieste di chiarimento". Nella speranza di scongiurare un'altra multa.
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