La polemica

Il prestito da 6 miliardi a FCA agita la politica (soprattutto il PD), il gruppo: soldi per sostenere automotive italiano da 10mila aziende

Nel giorno in cui Fca, in una teleconferenza con i sindacati, ufficializza la richiesta di una garanzia statale per un prestito da (si dice) 6,3 miliardi, dalla maggioranza arrivano reazioni dai toni diversi: duri quelli del Pd e della sinistra,

Il Corriere Redazione

17 Maggio 2020 - 00:26

Il prestito da 6 miliardi a FCA agita la politica (soprattutto il PD), l'azienda gruppo: soldi per sostenere automotive italiano da 10mila aziende

Conte in visita alla Fca di Melfi

Il gruppo fa sapere che la linea di credito è «destinata esclusivamente alle attività italiane del Gruppo FCA e al sostegno della filiera dell'automotive in Italia, composta da circa 10.000 piccole e medie imprese, a seguito alla riapertura degli stabilimenti italiani, avviata a fine aprile».

Nel giorno in cui Fca, in una teleconferenza con i sindacati, ufficializza la richiesta di una garanzia statale per un prestito da (si dice) 6,3 miliardi, dalla maggioranza arrivano reazioni dai toni diversi: duri quelli del Pd e della sinistra, che giudicano la richiesta incompatibile con il trasferimento della sede in Olanda, piu' dialoganti quelli del presidente del Consiglio, anche perche' nel frattempo l'azienda aveva chiarito che i fondi sarebbero stati impiegati solo in Italia. Nel caso di Fca "parliamo di fabbriche italiane, di lavoro italiano, che occupano tantissimi lavoratrici e lavoratori italiani", ha detto il presidente del Consiglio in serata durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Dobbiamo rendere piu' attraente il nostro ordinamento giuridico - ha aggiunto - Stiamo introducendo delle modifiche societarie che andranno sicuramente nel dl semplificazione per scongiurare la maggiore competitivita' di altri Paesi Ue. Per noi e' inaccettabile". Per Conte "non c'e' solo un diritto societario piu' attraente ma anche agevolazioni fiscali, il cosiddetto dumping fiscale. Non intendiamo piu' concedere questi vantaggi a nostri diretti concorrenti e stiamo lavorando a questo". Il premier sottolinea inoltre che "se Fca puo' chiedere i soldi, significa che le norme del decreto legge lo consentono". Le varie bozze del dl rilancio contengono anche la possibilita' del voto plurimo per alcuni azionisti, uno dei vantaggi societari olandesi. Conte promette che il dl rilancio verra'' pubblicato domani in Gazzetta Ufficiale. Il testo definitivo ci dira' se il gap competitivo tra Italia e Olanda si ridurra'. Va sottolineato che nel pomeriggio Fca aveva chiarito che avrebbe restituito il prestito in 3 anni e che il finanziamento sarebbe stato rivolto esclusivamente alla parte italiana del gruppo. L'obiettivo, hanno reso noto i sindacati, e' "pagare i numerosi fornitori, nonche' facilitare la realizzazione dei 5 miliardi di investimenti previsti per il nostro Paese, in una situazione di sostanziale assenza di vendite e quindi di fatturato". Un chiarimento che e' arrivato solo dopo le polemiche della mattinata. "Senza imbarcarci in discussioni su che cosa e' un paradiso fiscale credo si possa dire con chiarezza una cosa: un'impresa che che chiede ingenti finanziamenti allo Stato italiano riporta la sede in Italia. Attendo strali contro la sovietizzazione e dotti sermoni sul libero mercato" aveva scritto il vice segretario del Pd, Andrea Orlando, su Twitter. 

"Bisognerebbe chiedere in contropartita che riportino la sede legale e il domicilio fiscale in Italia, dopo averle spostate in Olanda e in Gran Bretagna" aveva aggiunto il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. "Condizioniamo l'aiuto dello Stato per imprese alla residenza giuridica e fiscale in Italia, a cancellare i dividendi non per un anno, ma fino a quando le garanzie dello Stato per essi immobilizzate non vengono liberate, suggerisce Stefano Fassina di LeU. Decisamente contrario all'iniziativa del Lingotto anche Carlo Calenda. "Ovviamente la sede legale e fiscale torna a Torino. Perche' altrimenti andremo sul surreale", scrive su Twitter il leader di Azione. Dichiarazioni precedenti, quindi, il confronto tra l'azienda e i sindacati, i primi a ritenere necessario il finanziamento. "Il Governo - commentano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive - deve capire che l'industria e' il perno dell'economia italiana, che l'automotive in particolare e' il primo settore italiano e sta attraversando una fase di delicata trasformazione, con l'entrata in vigore proprio quest'anno di normative europee molto restrittive sulle emissioni e con il processo di fusione fra Fca e Psa tuttora in corso. I sedicenti decreti di rilancio non rilanceranno proprio un bel nulla, se continueranno a trascurare del tutto l'industria e addirittura a mortificare il settore dell'auto. Per Fca lavorano non solo 55.000 dipendenti, ma ben il 40% di tutte le imprese italiane di componentistica". "Nel decreto rilancio, azienda e organizzazioni sindacali sono rimasti delusi per la totale assenza di misure per il sostegno al mercato dell'auto", riferiscono Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, e il coordinatore nazionale Fim-Cisl Automotive, Raffaele Apetino. "Il governo purtroppo ha confermato come linea di politica industriale il sostegno all'acquisto di monopattini e biciclette. In un momento in cui Francia e Germania stanno sostenendo con forza l'automotive riconoscendo il valore che rappresenta per le rispettive economie e l'occupazione. A seguito anche di cio' Fca ha richiesto accesso alle misure del decreto liquidita': ovvero ad un prestito a 3 anni, che andra' restituito. La finalita' e' dovuta allo stop totale delle 5.500 societa' della filiera (fornitori, concessionari, etc.) che hanno gran bisogno di liquidita' e non riescono ad accedervi". Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive spiegano che "Fca ha confermato inoltre sia il piano industriale che di fusione con Psa".

FCA Italy S.p.A fa sapere che "alla luce delle recenti indiscrezioni di stampa, conferma di avere avviato una procedura con il Governo italiano (il Ministero dell'Economia e Finanze - MEF, e il Ministero dello Sviluppo Economico - MISE) per l'ottenimento di una garanzia da SACE, l'agenzia italiana per il credito all'export (parte del gruppo a partecipazione statale Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.), il tutto secondo quanto previsto dal c.d. Decreto Liquidità recentemente emanato". A questo riguardo, si legge in una nota della società, "è stato avviato un dialogo con Intesa Sanpaolo, la maggiore banca italiana, per il perfezionamento di una linea di credito a tre anni, destinata esclusivamente alle attività italiane del Gruppo FCA e al sostegno della filiera dell'automotive in Italia, composta da circa 10.000 piccole e medie imprese, a seguito alla riapertura degli stabilimenti italiani, avviata a fine aprile". "In base ad un innovativo meccanismo, applicato inizialmente alla filiera automotive, tutte le erogazioni derivanti dalla linea di credito sarebbero gestite attraverso conti correnti dedicati, accesi con Intesa San Paolo al solo scopo di supportare la gestione operativa dei pagamenti alla filiera italiana dei fornitori, sostenendone i livelli di liquidità e garantendo al contempo la ripartenza delle produzioni e gli investimenti negli impianti italiani. In base alle disposizioni del Decreto Liquidità l'ammontare della linea di credito dovrebbe essere pari al 25% del fatturato consolidato delle società industriali del gruppo FCA in Italia e cioè fino a euro6,3 miliardi. L'innovativo accordo riconoscerebbe il ruolo del settore automobilistico nazionale, di cui FCA, insieme ai fornitori e ai partner è il fulcro, nella ripartenza del sistema industriale italiano". "Tale posizionamento -prosegue la nota- sarà rafforzato nei prossimi anni dall'ampio piano di investimenti già presentato e confermato come testimoniano i recenti avvii della produzione dei nuovi modelli Fiat 500 elettrica a Torino e Jeep Renegade e Compass PHEV a Melfi. Nel suo complesso il comparto dell'automotive è un settore chiave dell'industria italiana: e lo è sia per rilevanza che per struttura. Da solo equivale a circa il 6,2% del Pil italiano e da occupazione a circa il 7% dell'intero settore manifatturiero".

"L'ecosistema automobilistico italiano -aggiunge Fca- rappresenta uno dei punti di forza, riconosciuto a livello mondiale, del Paese, oltre a essere uno dei maggiori bacini di know-how specializzato a livello industriale e commerciale in Europa. Questo comparto determina i maggiori investimenti in ricerca e innovazione del Paese, base fondamentale per garantire la futura competitività economica in un epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici". "La nuova linea di credito, che si inserirebbe nell'ampio programma di FCA per una ripresa in sicurezza delle attività in Italia, farebbe seguito a un periodo senza precedenti, in cui le azioni tempestive messe in atto per mettere al sicuro dipendenti, famiglie e comunità durante l'emergenza da Covid-19, hanno comportato il totale blocco della produzione e delle attività di vendita di FCA in Italia, con un drastico e inevitabile impatto sul breve e medio termine dell'intero ecosistema automobilistico".

FCA "è la più grande società industriale in Italia, che impiega in maniera diretta 55.000 persone in 16 stabilimenti produttivi e 26 poli dedicati alla Ricerca e Sviluppo. Inoltre, più di 200.000 posti di lavoro nelle 5.500 società fornitrici italiane altamente specializzate, sono direttamente legati al successo della continuità operativa della Società. Altri 120.000 posti di lavoro in 12.000 imprese di tutte le dimensioni sono coinvolti nei concessionari e nell'assistenza ai clienti a supporto dell'industria automobilistica italiana. Inoltre, il 40% del fatturato annuale dal settore italiano della componentistica automotive - pari a 50 miliardi di euro - deriva dalle commesse di FCA". "Ripresa in salute e sicurezza sono le principali priorità del piano di FCA. Grazie anche al supporto di sindacati e di esperti, la Società ha messo in campo dei protocolli che rappresentano un punto di riferimento in Italia per il rientro al luogo di lavoro. Nonostante ciò, la riapertura degli stabilimenti di FCA e di tutto il settore dovrà inevitabilmente essere graduale. La procedura avviata -conclude la nota- mira a rafforzare la resilienza finanziaria dell'intero settore automotive italiano durante quello che sarà inevitabilmente un lungo e complesso periodo di ripresa".

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