Oltre il palco, il lavoro, questa è l’arte complessa e appassionante dell’Event Manager

Dietro ogni evento ben riuscito, che si tratti di un festival internazionale o un congresso aziendale, c’è qualcosa che va oltre le luci, i sorrisi e gli applausi finali. Si cela un lavoro certosino, fatto di pianificazione, visione strategica e una spiccata predisposizione al problem solving.  La figura dell’Event Manager è considerata, da diversi anni ormai, una delle più trasversali e dinamiche nel mondo della comunicazione e del business, ma è anche tra le più esigenti e sottovalutate, da chi punta a una carriera in questo settore. Chi sceglie questa professione deve imparare a muoversi in uno scenario dove le variabili cambiano continuamente, dai fornitori al budget, dalla logistica agli imprevisti dell’ultimo minuto, senza scartare le aspettative dei clienti.  Specie nella gestione dell’imprevisto, in modo particolare, si distingue l’abilità di questa figura professionale. Forse per questa ragione, tra le doti più apprezzate da parte di chi opera nel settore, spiccano resilienza, leadership e rapidità decisionale, molto più della creatività pura, spesso relegata a una fase preliminare del progetto. D’altra parte, l’’Event Manager appare come un ruolo in costante crescita, anche per via della trasformazione del settore eventi, sempre più ibrido e tecnologico.  Il passaggio, forzato ma accelerato, all’evento digitale e phygital, avvenuto durante la pandemia, ha cambiato le regole del gioco. Ecco perché, oggi, saper progettare esperienze coinvolgenti, sia in presenza che online, si impone come un requisito imprescindibile.

Ma come si diventa Event Manager? 

La direzione, come spesso accade, non è univoca.  Alcuni arrivano da esperienze in agenzie, altri dal mondo della comunicazione, altri ancora da percorsi più operativi.  Quello che però accomuna i profili di successo riguarda, più che altro, una formazione specialistica, in grado di combinare competenze organizzative, marketing, relazioni pubbliche e conoscenze tecniche.

Serve uno sguardo d’insieme, la capacità di tenere uniti obiettivi di brand, gestione delle risorse e impatto del progetto. Un mix che difficilmente si improvvisa e che, anzi, richiede tempo, pratica e metodo.  Anche per questo, molte aziende ed enti pubblici oggi valutano positivamente candidati che abbiano alle spalle un percorso strutturato e aggiornato, capace di rispondere alle sfide reali di un settore che non ammette passi falsi.

In questo contesto, il Master in Event Management proposto da 24ORE Business School rappresenta un’opzione solida e ben strutturata, per i professionisti che intendono prepararsi al mestiere, con serietà e ambizione.  Il percorso si distingue per un approccio estremamente pratico e orientato al mercato, con un taglio esperienziale che consente di lavorare su casi reali fin da subito.

Tra le caratteristiche più interessanti, spicca proprio il modulo dedicato al project work su eventi reali, non una mera simulazione, dunque, ma un vero e proprio esercizio sul campo, in cui gli studenti sono coinvolti nella pianificazione, budgeting e gestione di un evento.  Questo approccio permette di sviluppare competenze tecniche, misurarsi con le pressioni delle scadenze impellenti, le criticità e i ritmi intensi, che caratterizzano questa professione. A ciò si aggiunge una faculty composta da professionisti in attività, con esperienze dirette in eventi sportivi, culturali e corporate. Il valore aggiunto, quindi, non si limita alla teoria, ma giunge al dialogo continuo tra aula e mondo reale, permettendo agli studenti di costruire un profilo credibile, competitivo e aggiornato. Per chi sogna una carriera nell’universo degli eventi, questa rappresenta una porta d’accesso concreta verso un mestiere che non è mai uguale a se stesso.