Niente statuette per i nostri film
28 Marzo 2022 - 06:12
Il New York Post ha parlato di trattative fra Zelensky e l'Academy Award, dubbiosa su una comparsa via video per il timore di una politicizzazione della cerimonia. Secondo il New York Times, lo staff del presidente ucraino avrebbe fatto pressione su Hollywood per un'apparizione alla 94ma edizione degli Oscar in modo da poter parlare a milioni di americani direttamente e raggiungere un pubblico trasversale. Ma nelle tre ore di show di Zelensky neanche l'ombra. Leggi tutto
Gli Oscar si fermano per un minuto per l'Ucraina. Un tributo silenzioso accompagnato dal messaggio #WeStandWithUraine. Alla kermesse al Dolby Theatre di Los Angeles diverse star portano il loro omaggio al paese assalito dalla Russia con pochette, spille e anelli giallo e blu, i colori della bandiera ucraina. Chi come Sean Penn si aspettava un'apparizione di Volodymyr Zelensky o maggiore spazio alla guerra in corso e' pero' rimasto deluso. La parola Ucraina non e' stata mai o quasi pronunciata. Uno dei pochi a rompere il 'tabu'' e' stato Francis Ford Coppola che, sul palco per celebrare i 50 anni di Il Padrino, si e' lasciato andare in un "Viva l'Ucraina", incassando un applauso. Un silenzio quello di Hollywood che non passa inosservato sui social, dove le critiche piovono sulla Academy Award per non aver dato spazio al tema. Per giorni le indiscrezioni su una possibile partecipazione del presidente ucraino si sono rincorse. Il New York Post ha parlato di trattative fra Zelensky e l'Academy Award, dubbiosa su una comparsa via video per il timore di una politicizzazione della cerimonia. Secondo il New York Times, lo staff del presidente ucraino avrebbe fatto pressione su Hollywood per un'apparizione alla 94ma edizione degli Oscar in modo da poter parlare a milioni di americani direttamente e raggiungere un pubblico trasversale. Ma nelle tre ore di show di Zelensky neanche l'ombra. Con il contagocce anche i riferimenti all'invasione della Russia. A parlare indirettamente di quanto sta avvenendo e' stata Mila Kunis, l'attrice nata in Ucraina. Salita sul palco degli Oscar per introdurre Reba McIntyre, Kunis ha fatto riferimento ai "recenti eventi globali" che "stanno frustrando molti di noi. Ma quando si assiste alla forza e alla dignita' di coloro che affrontano tale devastazione, e' impossibile non essere scossi dalla loro resilienza. Non si puo' non essere toccati e in soggezione davanti a coloro che trovano forza nel continuare a combattere attraverso questa oscurita' inimmaginabile". Kunis, che con il marito Ashton Kutcher ha raccolto 35 milioni per l'Ucraina, non ha comunque pronunciato il nome del suo paese. Terminata la performance di McIntyre sullo schermo a sfondo nero e' comparso un messaggio. "Chiediamo un momento di silenzio per mostrare il nostro sostegno alla gente dell'Ucraina alla prese con un'invasione e un conflitto. Anche se il film e' una strada importante per esprimere la nostra umanita' in tempi di conflitto, la realta' e' che milioni di famiglie in Ucraina hanno bisogno di cibo, cure mediche, acqua e servizi di emergenza. le risorse sono scarse e noi come comunita' globale possiamo fare di piu'. Vi chiediamo di sostenere l'Ucraina in ogni forma. #Standwithukraine". Un messaggio semplice di pochi secondi che non soddisfa e solleva molte polemiche sulla rete, dove in molti criticano la scelta dell'Academy Award di relegare solo pochi secondi, meno di 60, alla guerra.
Ecco tutti i vincitori della 94esima edizione dei premi Oscar, andata in scena nella notte italiana al Dolby Theatre di Los Angeles. Miglior film: CODA; Migliore attrice protagonista: Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye); Miglior attore protagonista: Will Smith (Una famiglia vincente - King Richard); Migliore regia: Jane Campion (Il potere del cane); Migliore canzone: No time to die - Billie Eilish e Finneas O'Connell (No time to die); Miglior documentario: Summer of Soul; Miglior sceneggiatura non originale: Sian Heder (I segni del cuore - CODA); Miglior sceneggiatura originale: Kenneth Branagh (Belfast); Migliori costumi: Jenny Beavan (Crudelia); Miglior film internazionale: Drive My Car (Giappone - Ryusuke Hamaguchi); Miglior attore non protagonista: Troy Kotsur (I segni del cuore - CODA); Miglior film d'animazione: Encanto. Migliori effetti speciali: Paul Lambert, Tristen Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer - Dune (Dune: Part One); Miglior fotografia: Greig Fraser - Dune (Dune: Part One); Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose (West Side Story); Miglior trucco: Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh - Gli occhi di Tammy Faye (The Eyes of Tammy Faye); Miglior sonoro: Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill, Ron Bartlett - Dune (Dune: Part One); Miglior scenografia: Patrice Vermette - Dune (Dune: Part One); Miglior montaggio: Joe Walker - Dune (Dune: Part One); Miglior colonna sonora: Hans Zimmer - Dune (Dune: Part One); Miglior cortometraggio: The Long Goodbye, regia di Aneil Karia e Riz Ahmed; Miglior corto documentario: The Queen of Basketball, regia di Ben Proudfoot; Miglior corto d'animazione: The Windshield Wiper, regia di Alberto Mielgo e Leo Sanchez.
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